‘Betty la Fea – la storia continua’: una frizzante rilettura del concetto di bellezza

Betty la Fea – la storia continua è approdata su Prime Video nelle ultime ore. Si tratta del sequel dell’omonima e più nota telenovela colombiana risalente ai primi anni Duemila. Non solo, perché la serie targata Prime Video strizza l’occhio anche al rifacimento americano che a partire dall’anno 2006 (fino al 2010) ha portato sulla scena Ugly Betty, con protagonista America Ferrera.

Al centro della trama, sempre l’indiscussa protagonista Betty, la cui caratteristica principale è quella di essere brutta. Questa semplicistica constatazione o interpretazione della realtà, tuttavia, ad oggi non è più sufficiente. Bisogna andare più a fondo, indagare quella stessa realtà e trarne un messaggio nuovo: è questo che Betty la Fea riesce a fare, tra una battuta e l’altra, e al di là di una superficialità che è solo apparente.

Betty la Fea – la storia continua parla con semplicità

Betty la Fea – la storia continua non ha di certo l’intenzione di mostrare particolari doti attoriali o imporsi a un gradimento di pubblico elevato. L’impresa della serie è quella di trasmettere un messaggio, con grande semplicità e una costante punta di ironia, grazie alla protagonista, pure in mezzo a molteplici difficoltà.

Nell’ultima versione colombiana della serie, Betty decide in un primo momento di stravolgere il suo look, tagliandosi i capelli e salutando per sempre i suoi ingombranti occhiali. Ora non è più brutta e gli altri cominciano a rivolgersi a lei con i complimenti. Ma questa è solo una fase, la prima.

Una radicale revisione del concetto di bellezza

Betty è cambiata esteticamente e chi le sta intorno si complimenta con lei (pur non lesinando battute sul suo aspetto esteriore mutato, con preciso riferimento al momento in cui era “brutta”), ma non è felice.

Ha bisogno di ricordare chi è, davvero, dentro di sé, per trovare una qualsiasi forma di felicità, che faccia per la prima volta da specchio ai suoi valori. Non si può accontentare di banali complimenti (da parte delle stesse persone che ipocritamente l’hanno derisa). Il messaggio di Betty è forte: l’approvazione interiore non può dipendere dall’esterno.

Per antitesi, Betty diventa bella quando ritorna brutta. Infatti, ascoltando la sua voce interiore, sceglie di tornare al suo vecchio taglio di capelli e alla sua vecchia quanto riconoscibile montatura di occhiali. Per la prima volta è raggiante, ed è pronta ad affrontare fatti e persone della sua vita reale. Proprio queste ultime, però, non la prenderanno affatto bene.