Lip Virgin è un cortometraggio israeliano scritto, diretto e prodotto da Shimrit Eldis. Distribuito da Shorts Fit, verrà presentato al Pop Corn Festival del corto, il concorso internazionale di cortometraggi toscano giunto alla sua settima edizione. Un festival giovane ed indipendente che propone una ricca programmazione in tre serate di cinema all’aperto, ad ingresso libero, di fronte al mare di Porto Santo Stefano.
In questo nuovo lavoro, donando il suo nome alla protagonista, Shmrit Eldis si concentra su un momento ben preciso nella vita di una ragazza e sul tortuoso percorso che lo precede: il primo bacio.
Nel turbinio di emozioni che è l’adolescenza, l’attesa del contatto delle proprie labbra con quelle di qualcun altro è una delle condizioni più stressanti che si possano vivere a quell’età. Condizionata da mille fattori come la già forte pressione sociale, la fretta di voler entrare nel mondo dei grandi e l’idealizzare qualcosa che si desidera tanto, ma che, in fondo, non si conosce affatto.
Come s’impara a baciare?
Lip Virgin esordisce con un semplice ma non banale gesto da parte delle amichette di Shimrit: aprendo la bocca chi mostra due linee blu sotto la lingua non ha mai baciato. Questa “prova inconfutabile” di verginità porta in confusione lo spettatore, ponendo l’interrogativo: “anche io ho avuto quelle strisce?”.
Il bacio è però un gesto che richiede due partecipanti. Da soli non è possibile farlo o, almeno, non viene così bene a giudicare dal sapore dello specchio/cavia della protagonista.
Lei vuole baciare lui, il suo primo amore, colui che ha dichiarato apertamente di amarla. Ma proprio durante la festa di compleanno che avrebbe dovuto coronare il loro fidanzamento, la piccola Shimrit vede crollare davanti i propri occhi il castello di carta che aveva affettuosamente costruito nella sua testa. Abbattuto dalle labbra di Tomer che rubano quelle del suo amato.
Una bella botta in testa, come se una palla da basket la centrasse in pieno. Il risveglio da un evento così traumatico però potrebbe non essere come sperato.
Lip Virgin e l’ansia da prima volta
Nella fase di crescita dei ragazzi coetanei della protagonista tutto è nuovo, prime fra tutte le emozioni. La prima cotta libra in volo quelle famose e dolci farfalle fino a quel momento sconosciute, che spingono ad agire d’istinto, senza pensarci troppo.
Più amara invece è l’altrettanto nuova sensazione del rifiuto, che infrange la campana di vetro costruitasi in testa immaginando quel tanto agognato bacio che, spesso e volentieri, risulta concretizzarsi in una maniera ben diversa.
Nell’arco di una vita i baci possono essere migliaia, belli o brutti che siano, il primo invece, è uno e uno soltanto.
Questo è il bello e questo è il dramma, perché la vita alle volte è lontana dalla versione raccontata nelle ballate medioevali e, alzando l’elmo del cavaliere, la sorpresa potrebbe sorprendere. Ma non tutte le sorprese sono cosa gradita.
Prima, durante e dopo
Lip Virgin riesce nell’intento di voler raccontare uno spaccato di vita tanto preciso quanto diverso per ognuno di noi. Traspare in tutti i dettagli il disagio e il bagaglio di desideri che ha avuto ogni adolescente prima, durante e dopo il bacio numero 1. È facile empatizzare con la protagonista, riportando cuore e mente a quel di periodo “vergine” fatto di sane ingenuità.
Un periodo che, nel bene e nel male, non è possibile dimenticare.