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SICILIAMBIENTE FILM FESTIVAL

‘Keep’: al Siciliambiente un cortometraggio sull’immigrazione

Due uomini maturano un rapporto di amicizia in un faro, fino a quando il proprietario scopre le vere intenzioni del suo nuovo giovane assistente

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Keep è un cortometraggio franco – inglese, scritto e diretto da Lewis Rose e prodotto da Chris Hees e Laura Jumel. Ha partecipato nel 2023, anno della sua realizzazione, al Rome Independent Film Festival. Il 16 luglio è stato proiettato, inoltre, al Siciliambiente Film Festival 2024.

Il festival siciliano, che quest’anno si svolge tra il 15 e il 20 luglio 2024 a San Vito lo Capo (TP), presenta prodotti cinematografici che affrontano tematiche relative all’ambiente, alla sostenibilità e ai diritti umani. Questo cortometraggio, della durata di circa ventidue minuti, indaga una questione che negli ultimi anni è molto sentita: l’immigrazione.

Limitandosi alla situazione italiana e stando ai dati forniti dal sito web del Ministero dell’Interno, l’anno con il numero di migranti sbarcati sulla penisola più alto è stato il 2023. A parità di lasso temporale (1 gennaio – 17 luglio), nel 2023 sono sbarcate quasi ottantamila persone, a fronte delle trentatremila del 2022 e delle trentamila nel 2024.

Le ragioni che portano una persona a scappare dal suo paese natale, a sradicarsi da una terra conosciuta per andare verso l’ignoto, sono molteplici. Può trattarsi di profughi di guerra, rifugiati politici o religiosi. In Keep non viene esplicitato il motivo della fuga. Si comprende però che l’intento del regista è duplice: raccontare le difficoltà che queste persone si trovano ad affrontare e sensibilizzare il pubblico sulle loro necessità e sui loro diritti.

Il rapporto tra i personaggi

Gordon (Phil Davis) è l’ex proprietario di un faro in disuso situato sulle bianche scogliere di Dover. Dopo la morte della moglie, Gordon si trova a gestire da solo sia le visite turistiche al faro trasformato in museo sia la sala da tè dello stesso. È un uomo solitario, intrappolato in una routine che non lo soddisfa e che non gradisce. I visitatori non sono veramente interessati alle nozioni storiche e tecniche da lui fornite con competenza. Sono invece più inclini a concedersi una sosta per mangiare uno scone e sorseggiare una tazza di tè, mentre si godono il paesaggio marino che si scorge fuori dalla finestra. L’impegno durante ogni giro turistico è contrapposto al totale disinteresse dei visitatori e ciò provoca irritazione e fastidio per Gordon.

Quando arriva Musa (Weyal Bariz), un rifugiato afghano, Gordon è diffidente. Solamente quando Musa dimostra interesse per i macchinari del faro, si lascia trasportare dalla propria passione, cambiando lentamente opinione riguardo al ragazzo. Comincia così un rapporto amichevole, in cui Gordon accetta Musa come suo aiutante, mostrandogli il funzionamento del faro e le fotografie del suo passato.

Un razzismo velato

Un assistente non voluto però, e a suo parere inutile, interrompe la sua tranquilla quotidianità fatta di gruppi di turisti in visita e tazze di tè. Musa, d’altro canto, percepisce l’iniziale scetticismo di Gordon come frutto dei suoi pregiudizi. La pelle più scura è per Gordon un chiaro indizio del fatto che Musa non è inglese, nonostante risiedi da anni in Inghilterra.

Le sue convinzioni, condivise da molte persone, si manifestano quando gli chiede qual è la sua storia e da dove viene, sottintendendo la sua origine straniera.

Questa è una forma di razzismo abbastanza mascherata, anche se facilmente riconoscibile. Musa, come tanti altri ragazzi, non viene apertamente criticato o disprezzato per la sua etnia, ma gli viene ricordato in maniera implicita che non è un vero inglese. Quando gli viene chiesto di dov’è, Musa risponde tranquillamente di vivere nel Kent vicino ad Ashford. La domanda successiva di Gordon, “Sei nato lì?”, fa capire la vera curiosità dell’uomo.

Keep: un esempio di come trattare con rispetto tematiche attuali

Ogni giorno ci sono innumerevoli persone che lottano per varcare i confini di uno Stato, per riuscire a scappare da situazioni difficili nel loro Paese. Il cortometraggio racconta proprio questo. Fa infatti riflettere sui pericoli vissuti giornalmente da queste persone durante la ricerca della salvezza.

In Keep il mare viene rappresentato con la doppia valenza di fonte di salvezza e di pericolo. Entrare in territorio britannico tramite una fuga via mare è in questo caso l’unico modo per poter giungere a una nuova vita, preclusa invece a chi resta in territori pericolosi. Negli ultimi anni è stato dimostrato come la traversata sia piena di insidie. A documentarlo sono i numerosi naufragi di barconi provenienti in massima parte dall’Africa. La principale minaccia comprende il rischio di essere scoperti, ma anche quello di cadere in acqua, con una possibile aggravante se non si è in grado di nuotare.

Come detto da Musa stesso, lui è stato fortunato. È riuscito ad arrivare in Inghilterra legalmente, o quantomeno con una certa tranquillità. Con questo sottende che molti di quelli che scappano in cerca di una vita migliore non lo sono altrettanto.

Keep: la fotografia

Il cortometraggio si divide in due parti. Durante il giorno prevalgono i colori chiari e luminosi, mentre nell’oscurità in cui si svolgono gli eventi della seconda parte dominano immagini scure e buie con scene poco nitide. Ciò ostacola la sua completa visibilità, data la difficoltà nel riconoscimento dei contorni di cose e persone. In questi momenti, le persone sono quasi indistinguibili dal mare, che a sua volta non ha un vero e proprio stacco con la terraferma.

Gli eventi si svolgono in ordine cronologico; la differenza di luce potrebbe essere semplicemente dovuta a questo. È possibile tuttavia che il regista abbia preso questa decisione per conferire un ulteriore significato al suo lavoro. Nella prima parte vengono trattati argomenti felici e il problema più grande è tenere a distanza i vandali che imbrattano sistematicamente il faro con le loro bombolette spray. Durante la notte, invece, si svelano i segreti e le difficoltà che hanno condotto Musa al lavoro al faro.

Si costruisce quindi una distinzione tra la luce diurna, che indica spensieratezza e serenità, e il buio notturno, che cela le problematiche reali.

Keep

  • Anno: 2023
  • Durata: 22 minuti
  • Genere: drammatico
  • Nazionalita: Regno Unito, Francia
  • Regia: Lewis Rose
  • Data di uscita: 21-November-2023

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