Presentato al Calabria Movie Film Festival il cortometraggio di Mino Capuano: A mosca cieca.
Il Calabria Movie – International Short Film Festival (CMFF) nasce dall’idea dell’omonima associazione, composta esclusivamente da giovani professionisti del cinema. L’obiettivo della direzione artistica è quello di creare un punto di ritrovo per appassionati del cinema che abbiano voglia di confrontarsi e discutere sull’importanza ed il cambiamento della settima arte.
Mino Capuano nasce il 09 febbraio 1994 a Marcianise e si trasferisce a Roma per studiare cinema alla Rome University of fine Arts, proseguendo gli studi in regia al Centro Sperimentale di Cinematografia. Nel 2016 partecipa come direttore della fotografia al cortometraggio Adavede selezionato alla Settimana Internazionale della Critica di Venezia. Nel 2019 realizza il cortometraggio What are the oddz? in concorso a Visioni Italiane. Nello stesso anno ha filmato il backstage di Favolacce dei Fratelli D’Innocenzo.
Nel 2021 presenta il suo film indipendente Quanno Chiove come unica anteprima mondiale, alla storica rassegna Bimbi Belli condotta da Nanni Moretti.
Il corto, A mosca cieca, è un silenzioso valzer tra due anime solitarie.
Due anime solitarie
Un ragazzo solitario si introduce nell’abitazione di una anziana di soppiatto per rubare i suoi averi. Tuttavia, mentre esplora la casa, sviluppa un legame silenzioso con lei, come se la conoscesse da sempre. Il tempo del corto è scandito solo da un pallone, un Super Santos eterno simbolo dei giochi di strada, lanciato da un gruppo di ragazzi nel cortile. Piano piano, il ragazzo comincia a condividere le abitudini della protagonista senza mai farsi notare.
Il titolo, A mosca cieca, restituisce perfettamente l’idea di Mino Capuano. La mosca cieca è un tradizionale gioco da bambini diffuso in molti paesi del mondo. Un giocatore scelto a sorte viene bendato (e diventa quindi la “mosca cieca”) e deve riuscire a toccare gli altri, che possono muoversi liberamente all’intorno. Questo è esattamente la relazione che si instaura, inconsapevolmente, tra i due personaggi.
L’ambiente è sempre la casa, luogo che dovrebbe essere sicuro ma che viene violato dall’intrusione. Nonostante ciò, l’abitazione, diventa casa anche per il “ladro” che inizia ad abitare anche lui la casa. Il tutto in una storia silenziosa in cui le azioni contano di più delle parole.
Un occhio delicato
Il regista Mino Capuano e il direttore della fotografia Michelangelo Maraviglia hanno saputo raccontare e mettere in scena l’intimità di questo racconto. La cinepresa si fa testimone di questi passaggi lirici e poetici, osservando e catturando i singoli movimenti delle performance attoriali di Ciro Petrone e Daria Deflorian che con grandissima intensità riescono a trasmettere tutto attraverso il corpo, le espressioni e una potentissima comunicazione non verbale fatta di silenzi e non detti.
Un corto delicato, dolce, malinconico, romantico, familiare. Mino Capuano nell’intervista rilasciata per The Hot Corn:
Una sorta di solitudine accogliente, dove le persone, in questo caso un’anziana e un ragazzo, si incontrano in un momento della loro vita e decidono di condividere la loro solitudine creando un nuovo tipo di rapporto. L’intento era creare all’interno di una casa un racconto silenzioso.