Su Disney+ da venerdì 19 luglio, La ragazza del mare racconta un’incredibile ed esemplare storia vera. La Daisy Ridley di Guerre Stellari ne è la protagonista, in una performance assolutamente eccezionale e toccante. La pellicola, diretta da Joachim Rønning e basata sul libro Young Woman and the Sea: How Trudy Ederle Conquered the English Channel and Inspired the World di Glenn Stout, è uscita nelle sale britanniche e statunitensi a fine maggio 2024, mentre da noi sbarca solo su piattaforma.
La ragazza del mare | La trama
Siamo nell’America dei primi del Novecento, dove la popolazione è in gran parte formata da immigrati e le donne non hanno le stesse possibilità degli uomini. Entrando nella casa degli Ederle, capiamo bene le dinamiche della società, sebbene all’interno della famiglia i ruoli femminili abbiano un’importanza sopra la media. A partire da Gertrude (una superba Jeanette Hain), che impone al marito Henry (Kim Bodnia) la sua decisione, maturata in un momento di estrema crisi: le loro figlie prenderanno lezioni di nuoto, costi quel che costi.
(L-R): Kim Bodnia as Henry Ederle, Jeanette Hain as Gertrud Ederle, Daisy Ridley as Trudy Ederle in Disney’s live-action YOUNG WOMAN AND THE SEA. Photo by Elena Nenkova. © 2024 Disney Enterprises, Inc. All Rights Reserved.
Una volta cresciute, Trudy (Daisy Ridley) e Margaret (Tilda Cobham-Hervey) nuotano nella squadra femminile, arrivando ad attirare l’attenzione dell’opinione pubblica. Preferita alla sorella maggiore e scelta per partecipare alle Olimpiadi di Parigi del 1924, Trudy sta per coronare un sogno. Ma i tempi non sono ancora maturi e le donne, per l’ennesima volta, vengono relegate in secondo piano. Un giorno, un incontro bislacco, le fa venire un’idea: attraversare a nuoto il canale della Manica.
Biopic ed emozioni
La ragazza del mare (in originale Young Woman and the Sea) appartiene a quel genere di biopic che fondano la loro forza nella storia e nei personaggi. Se la spettacolarità fa comunque parte della narrazione – e di esempi ce ne sono numerosi, dal momento che il mare si presta bene allo schermo – ciò che resta del film è l’intensità delle emozioni. Certo, va anche considerato quanto e come lo sport fornisca metafore esistenziali perfette, ma ciò non deve in alcun modo sminuire il lavoro fatto dai realizzatori.
Dal regista in primis, capace di esaltare i momenti cruciali attraverso scelte semplici ma efficaci – il dettaglio di un sorriso in acqua o un’inquadratura dall’alto ad anticipare un pericolo – sino ad arrivare alla colonna sonora (a cura di Amelia Warner) che accompagna, sostiene e arricchisce.
(L-R): Jeanette Hain as Gertrud Ederle and Daisy Ridley as Trudy Ederle in Disney’s live-action YOUNG WOMAN AND THE SEA. Photo by Vladisav Lepoev. © 2024 Disney Enterprises, Inc. All Rights Reserved.
L’importanza del messaggio
La storia di Trudy Ederle viene raccontata con uno sguardo pieno di passione, ammirazione e rispetto. Ne emerge così tutta la potenza intrinseca, che coinvolge lo spettatore e lo rende partecipe di una vera e propria impresa. Il messaggio che arriva potrebbe apparire banale, scontato, ma non lo è per nulla e ha un valore imprescindibile. Ciò che compie la protagonista è qualcosa di unico, epico e memorabile, e apre la strada al futuro delle donne. Che il percorso sia ancora lungo è cosa ben nota, tuttavia ogni passo, anzi, in questo caso ogni bracciata, conta.
Un plauso, infine, non può non essere rivolto al cast, anima e motore delle vicende. Potendo contare su una sceneggiatura lucida e intelligente, scritta da Jeff Nathanson, gli attori si destreggiano abili nei rispettivi ruoli, apportando, ciascuno, il suo bagaglio personale. La Ridley ha una naturalezza che la fa brillare, ben sostenuta da un mostro di bravura quale Stephen Graham e dal veterano Christopher Eccleston.
*Sono Sabrina, se volete leggere altri miei articoli cliccate qui.