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Raiplay

‘Dust in the Wind’. Il passaggio dall’adolescenza all’età adulta

Su Raiplay il film del grande regista taiwanese di origine cinese Hou Hsiao-hsien

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Dust in the Wind è il settimo lungometraggio del regista taiwanese Hou Hsiao-hsien, famoso in occidente per film di successo quali Città dolente, Millenium Mambo, Café Lumière, The Assassin. Ora è disponibile in streaming su Raiplay.

Lasciare il villaggio e cercare fortuna in città

Ah Wan e Ah Huei (entrambi interpretati da attori non professionisti) sono due adolescenti che vivono in un villaggio rurale dell’isola di Taiwan. Amici dall’infanzia e ufficialmente fidanzati, lasciano il villaggio per cercare fortuna in città, a Taipei.

Il film di Hou Hsiao-hsien li segue per alcuni anni, fino a quando Ah Wan viene chiamato sotto l’esercito per la leva. Tre anni in cui, ogni giorno, scrive alla sua amata, fino al giorno in cui Ah Huei interrompe lo scambio di corrispondenza e Ah Wan viene a scoprire che si è sposata con un altro uomo: un postino, rappresentante di una classe sociale sicuramente più elevata di quella di Wan, che sempre si era arrabattato con lavori precari.

Ultimo capitolo di una trilogia

Terzo film di una trilogia che comprende anche In vacanza dal nonno e A Time to Live, a Time to Die, Dust in the Wind è un coming of age che si sviluppa contrapponendo in modo netto la campagna, con i suoi ritmi lenti e sempre uguali e la città, frenetica, complessa e non facile da vivere.

La dicotomia fra la vegetazione lussureggiante e la tranquillità rurale e il grigio opprimente e caotico della metropoli che accompagna la vita dei due protagonisti è ben sintetizzata dalla scena iniziale, in cui i due ragazzi sono in piedi in un vagone ferroviario che sta percorrendo i binari che attraversano la foresta, entrando e uscendo dalle gallerie, in un gioco di ombre e luci, metafora delle loro esistenze e delle loro insicurezze.

 

Hou Hsiao-hsien utilizza con maestria la macchina da presa per realizzare riprese spesso in campi lunghi o lunghissimi e senza grandi movimenti di macchina, rifacendosi, e omaggiandola, alla cinematografia del maestro giapponese Ozu Yasuhiro.

E di omaggi al cinema Hou Hsiao-hsien ne inserisce altri, come, ad esempio il film di genere wuxia, cioè di arti marziali, che Wan e Huei vanno a vedere al cinema, o quando, nel villaggio, viene proiettato su un telone steso alla bell’e meglio Beautiful Duckling di Li Hising.

Non mancano, in Dust in the Wind, riferimenti di carattere sociale, quali le rivendicazioni salariali di un gruppo di minatori o la difficoltà, da parte di Ah Wan, nel trovare un posto di lavoro stabile.

Un film che regala, grazie anche alla sceneggiatura dei fidi Chu Tien-wen e Wu Nien-jen e alla bella fotografia di Mark Lee Ping Bin, alcune scene di grande effetto, quali il già citato incipit del treno o lo sguardo perso di Ah Wan di fronte all’immensità dell’oceano o, ancora, la difficoltà nello stendere il telone bianco che farà da schermo gonfiato dal vento.

Un’opera sull’ineluttabilità del fato, del destino, ben sintetizzato dal discorso che il nonno fa ad Ah Wan sulla difficoltà di ottenere un buon raccolto a causa del tifone, che il giovane accetterà facendo ritorno al paese dopo la straziante notizia dell’abbandono da parte di Ah Huei.

Gli articoli di Marcello Perucca

Dust in the Wind

  • Anno: 1986
  • Durata: 109'
  • Genere: Drammatico
  • Regia: Hou Hsiao-hsien

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