Per la prima volta nei suoi settant’anni di storia il Taormina Film Festival premia con il Cariddi d’oro alla carriera un produttore, assegnando il prestigioso riconoscimento a Carlo Degli Esposti nella serata di domenica 14 luglio sul palco del Teatro Antico, che risuona di applausi per una figura che ha valorizzato culturalmente la Sicilia, location imprescindibile per le avventure televisive del commissario Montalbano.
Protagonista di una successiva lezione di cinema è dunque un produttore di pluridecennale carriera, fondatore della benemerita casa Palomar, che vanta una filmografia ricchissima per quantità e soprattutto rifinitura d’autore (ma lui stesso con autoironia afferma di non voler sapere quanti titoli ha realizzato): per il piccolo schermo basti citare, oltre all’amatissimo Il commissario Montalbano, Call My Agent, I delitti del BarLume, Braccialetti rossi; tra i film illuminano il suo ingegno di intuito, imprenditorialità, audacia, lungimiranza opere come Noi credevamo e Il giovane favoloso di Mario Martone, Volevo nascondermi di Giorgio Diritti, Palazzina Laf di Michele Riondino.
Di fronte al pubblico del Taormina Film Festival, alla presenza del direttore della kermesse Marco Müller e del direttore di Taxidrivers Enrico Magrelli, Degli Esposti conversa e riflette su cine-turismo, su location design, sui mutamenti della serialità, sulla presa emotiva che il cinema deve avere sul pubblico.
Produrre: dentro lo sguardo dello spazio
Interrogato da Enrico Magrelli sulla relazione tra luoghi reali e immaginari che si intreccia al cinema, Degli Esposti sostiene che per un produttore è importante trovare l’ottimizzazione per conseguire i risultati sperati, ma puntualizza anche che l’ambientazione deve essere un connubio di suggestioni e incanto, come accade in Il commissario Montalbano, anche se talvolta capita che si verifichi uno scavalcamento logistico rispetto alla sceneggiatura in fase di produzione.
Riguardo al nuovo approccio dei produttori reso necessario dalle trasformazioni in continuo divenire della tv, dichiara
I generi più intensi che sollecitavano maggiormente il pubblico non hanno più lo stesso successo in tv, la gente ora vuole più leggerezza. Ne consegue una serialità (ma anche un cinema) che deve avere più carica emozionale. Questo comporta complicazioni e nuove sfide nella costruzione del racconto.
Il ritorno del suo personaggio più amato
Degli Esposti conferma poi una notizia luminosa, che allieterà gli innumerevoli appassionati di Montalbano:
la serie è finita solo nel suo primo tempo, poi ritornerà.
Dopo aver esposto il suo rapporto professionale con Michele Riondino, di cui ha prodotto l’applaudito Palazzina Laf, e quindi la situazione dell’Ilva di Taranto che gli sta a cuore, il produttore ricorda le sue origini bolognesi, la sua giovinezza di belle e umili speranze a Roma, l’amicizia con Roberto Cicutto che lo scelse come segretario di produzione per un’opera d’inchiesta in giro per l’Italia, illustrando un itinerario lavorativo che assorbe tutto il sapore avventuroso che spesso ha avuto la storia del cinema italiano.
Interrogato sul futuro della virtual location, soprattutto con il ruolo sempre più preponderante dell’IA, Degli Esposti riconosce la funzionalità delle sempre più avanzate risorse del digitale solo per ovviare a problemi logistici perché
la tecnologia è il rimorchio delle idee; per le scene marittime della nuova serie Il conte di Montecristo non ho voluto sfondi virtuali a Cinecittà, ma una scenografia con enormi piscine.
Lo spettacolo come emozione primaria
La masterclass si conclude rimarcando il valore autentico e insolubile del nucleo emotivo che il cinema e la tv devono regalare allo spettatore, anche nelle fasi di produzione, con un ricordo di Braccialetti rossi e dei ragazzini che aspettavano fuori dal set i protagonisti svolgendo i compiti domestici alle fronde degli alberi.
E infine un omaggio alla Sicilia, location non solo resa immortale e necessaria dai romanzi di Andrea Camilleri, ma voluta e difesa da Degli Esposti anche di fronte agli ostacoli esterni, alle resistenze finanziarie opposte da altri: 25 anni di grande fiction in questa regione, che per il produttore è stata “un punto di arrivo” nella sua poliedrica e ammirevole carriera.