fbpx
Connect with us

Taormina Film Fest

La gioia dell’arte: Valeria Golino si racconta come regista

Al Taormina Film Festival lezione di cinema di una delle più apprezzate attrici europee, punta di diamante del nostro cinema, che dopo il successo con ‘L’arte della gioia’ riflette sul suo recente ma prestigioso percorso registico

Pubblicato

il

Alla 70a edizione del Taormina Film Festival, dopo la presentazione al pubblico di L’arte della gioia (miniserie in due parti di recente distribuzione nelle sale) di cui è regista, Valeria Golino è protagonista di una masterclass in cui esplora la sua carriera come regista (ha firmato anche Miele ed Euforia, apprezzati dalla critica), il rapporto tra il suo essere attrice e la direzione degli altri attori, le dinamiche creative  tra il regista e l’interprete: insomma, si tratta della gioia – che è una conquista non facile – del fare cinema. Assiste Valeria Golino un’ospite d’eccezione, Jasmine Trinca, nel cast di L’arte della gioia, e conduce l’incontro il direttore di Taxidrivers Enrico Magrelli.

La regista apre il suo intervento con una provocazione ironica, frutto della sua lunga esperienza come interprete (un centinaio di produzioni ) e con l’eleganza di pensiero che sempre la contraddistingue:

Gli attori sono co-autori del film. Io sono un’attrice di età matura e una regista giovane.

Valeria Golino ribadisce la fatica della professione di attore, che consiste anche nel sorprendere sul set ogni giorno chi ti guarda. Le fa eco Jasmine Trinca, da sempre garanzia di un cinema di qualità, ma che ha anche diretto come regista Marcel!, precisando però che c’è una concentrazione più impegnativa come regista e che quando non indossi i panni dell’attrice perdi una sorta di fanciullezza.

Con un’espressione stridente ma molto calzante, Golino ascrive il rapporto tra il regista e l’interprete nella metafora della ‘licenza di uccidere’, ovvero

dovrebbe esserci una libertà assoluta anche nel dirsi cose poco gradevoli a vicenda, nel nome della creatività. Ci sono insomma delle regole non dette, se si instaura un buon rapporto di lavoro.

Il direttore Enrico Magrelli chiede a Jasmine Trinca se si può creare una tensione ‘artistica’ tra le due parti.

Alcuni registi ricorrono a questa tensione, mentre io ricerco quelli che sanno instaurare quel senso di protezione di cui ho bisogno. Un regista che è anche un grande attore e con cui ho lavorato per due film (Sergio Castellitto) mi ha condotto nella recitazione in strade che non volevo percorrere, ma ho raggiunto risultati cui non pensavo di poter giungere.

Approfondendo la sua regia in L’arte della gioia, Valeria Golino chiarisce:

Tutto quello che c’è di inventato l’ho fatto passare dalla mia testa. C’è anche il merito di Valeria Bruni Tedeschi, che con i suoi personaggi riesce a essere annoiata e divertente al contempo, è divertente anche quando è disperata.

Riguardo poi il suo possibile e personale teorema della recitazione, afferma:

Non riesco a svolgere una procedura di emulazione, come fa Pierfrancesco Favino, che in questo è eccezionale:  io ho più una connessione intima con il personaggio. Non riesco a imitare.

Con questo manifesto artistico Valeria Golino si congeda con Jasmine Trinca dagli spettatori della masterclass: il lavoro sul set le attende, la prima con Mario Martone e la seconda con Ferzan Özpetek. Massima riservatezza sulle riprese in corso, ma il pubblico applaude ancora, rincuorato dalla fiducia indissolubile nella forza creativa delle due artiste, immancabile nei progetti in fieri e futuri.

Vuoi mettere in gioco le tue competenze di marketing e data analysis? Il tuo momento è adesso!
Candidati per entrare nel nostro Global Team scrivendo a direzione@taxidrivers.it Oggetto: Candidatura Taxi Drivers