Taormina Film Fest

‘Saint Clare’, un thriller con lampi horror sulla bellezza spirituale

un mind game movie o puzzle movie con uno sguardo al fumetto e alle saghe dei supereroi,

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La 70a edizione del Taormina Film Festival, inaugurata nell’immancabile cornice suggestiva del Teatro Antico di Taormina, si apre all’insegna di atmosfere notturne, colpi di scena, colori antinaturalistici e avvolgenti nel thriller-horror Saint Clare, diretto dalla torinese Mitzi Peirone, ormai trapiantata con successo negli Stati Uniti dopo un altro horror sperimentale, Braid (2018). Un film di introspezione psicologica e aspirazioni spirituali, come si evince fin dal titolo, che immerge la sua protagonista Clare in un labirinto da incubo di fantasmi personali e sparizioni di ragazze nella sua città. Ad accompagnare la regista sul palco per l’anteprima mondiale anche le attrici Rebecca De Mornay e la star Bella Thorne, che regge tutta la storia sul sua prestanza di adolescenziale coraggio.

La trama di Saint Clare, una ragnatela dell’inconscio

Clare è una giovane e avvenente studentessa del college, caparbia e tenace; ma è anche un giustiziere in pieno giorno, pronta a mettere in atto una fumettistica prontezza muscolare e un precoce sangue freddo nell’uccidere le sue vittime, non casuali. Nel corso della narrazione  si snoda il passato tragico e tormentato della protagonista, alla radice del suo incidere nel mondo, con minaccia e al contempo con generosità e senso del riscatto.

Mentre un poliziotto (Ryan Phillippe) indaga sui crimini recenti e sospetta di lei, si registra l’ennesimo caso di sparizione e possibile omicidio di una compagna di studi di Clare, in un’anonima cittadina  statunitense che in decenni ha registrato nelle sue pagine di cronaca nera fin troppe vittime, ovviamente donne. Così Clare si mette a sua volta a indagare con spirito femminista che cerca vendetta per i soprusi subiti dalle sue pari. Con la polizia alle calcagna, ma anche con scoperte inquietanti, veri twist della trama che consegnano Saint Clare a un finale aperto.

La rivendicazione dell’empowerment femminile

Mitzi Peirone tesse il suo film in un regime di soggettività, calato nella mente contorta  e angosciata della protagonista;  con uno stile nervoso, un montaggio ellittico, cromie allucinate, inquadrature sghembe ci avvinghia nei labirintici percorsi interiori di Clare per arrivare a se stessa, per convincersi  della  giustezza delle pene da lei inflitte ai carnefici, per sradicare quel male nel mondo che è anche alle origini dei suoi lutti famigliari. Nell’aura di santità dell’incompresa martire Giovanna d’Arco – una similitudine che Saint Clare ricerca e rimarca con più soluzioni visive – si sceglie una protagonista beniamina delle ultime generazioni, Bella Thorne, molto ben distante, per fisicità moderna e sbarazzina e per una risonanza social più teen e mainstream, da una Renée Falconetti o da una Jean Seberg.

Non c’è troppa premura del principio di verosimiglianza nella scrittura di Saint Clare, non c’è organicità in un plot che vuole essere incostante e ondivago, libero nell’esplorare i meandri una personalità turbata, ferita, supereroica, fuori dagli schemi. Una regia immersiva e percettiva, a cui basta una sequenza febbricitante di una festa o flashback frammentati e convulsi durante un interrogatorio per farci ancorare al personaggio, alla sua sfumata e non accomodante bellezza interiore. Per sintonizzarsi con le ombre, le ambiguità, la rabbia repressa, ma anche con l’anelito mistico a trascendere dai mali del mondo (il film è ambientato in un college cattolico e probabilmente risente anche delle origini italiane della regista).

Quindi un mind game movie o puzzle movie, come lo definisce la Peirone, con uno sguardo, non troppo insistito, al fumetto e alle saghe dei supereroi, un mind game movie o puzzle movie, come lo definisce la Peirone, con uno sguardo, non troppo insistito, al fumetto e alle saghe dei supereroi, con ascendenze dell’estetica dei thriller degli anni Novanta e del cinema di Darren Aronofsky e in particolare del suo Cigno nero.

Note di regia

Ha spiegato la regista Mitzi Peirone in conferenza stampa:

Il film è un thriller, ma ha anche un pizzico di horror e di commedia (i dialoghi con un fantasma, voce della coscienza di Clare, ndr), è tratto dal romanzo Clare a sedici anni  e si basa sull’idea che questa ragazzina abbia sia un dono che una maledizione. Volevo rappresentare una giovane come se fosse caduta nella cosiddetta tana del coniglio.

Spiega poi che, con alle spalle suoi studi classici in Italia, si è appassionata alla figura storica di Giovanna d’Arco e ha constatato le lacune negli Stati Uniti su questo personaggio, inserendo anche delle citazioni specifiche in Saint Clare. Specifica poi che il film ha un messaggio sociale, vuole spronare le donne. Qui le fa eco Rebecca De Mornay, che interpreta la nonna di Clare.

L’attrice in riferimento alla sua carriera e alla scelta di questo ruolo nel film specifica infatti:

Accetto parti dove è possibile mettere in luce la diversa forza delle donne, condurre la vita alle proprie condizioni, senza essere definiti da un uomo; prediligo opere che cerchino di far capire alle giovani donne che è possibile reagire, essere autonome.

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