La 77esima edizione del Locarno Film Festival ha consegnato un Pardo Speciale alla carriera a Marco Tullio Giordana, che proprio a Locarno vinse un Pardo d’Oro con il suo primo film Maledetti vi amerò.
Il Festival ha presentato, fuori concorso, il suo nuovo film, La vita accanto, al cinema dal 22 agosto, distribuito da 01 Distribution.
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Un film visionario sulla maternità
La vita accanto è ispirata al romanzo di Mariapia Velandiano, vincitrice del Premio Calvino. Storia di una famiglia in cui i segreti inconfessabili e i sensi di colpa si intrecciano a grande talento e voglia di riscatto.
Il lungometraggio, prodotto da Kavac Film, IBC Movie e One Art con Rai Cinema, è interpretato da Sonia Bergamasco, Paolo Pierobon, Valentina Bellè, Beatrice Barison, Sara Ciocca e Michela Cescon.
La vita accanto, la trama
Anni Ottanta, una città d’arte italiana, una famiglia ricca. Nasce Rebecca, con una macchia rossa che ne deturpa il viso e getta nello sconforto la famiglia. Vengono a galla veleni antichi; solo grazie al suo talento musicale potrà superarli.
Dal romanzo scritto da Mariapia Veladiano
Marco Tullio Giordana dirige e scrive, insieme a Marco Bellocchio (anche produttore) e Gloria Malatesta, un film intenso e lancinante. La nascita di una nuova creatura provoca un turbinio di dannazione e follia. Viene narrata una vicenda a tinte fosche, per mostrare una maternità rifiutata.
Maria (Valentina Bellè) e Osvaldo (Paolo Pierobon) presto diventeranno genitori. La notizia del prossimo lieto evento non può che renderli felici. Ma poi, quando la piccola Rebecca viene al mondo, la disperazione prende il sopravvento. Inizia così un tormentato viaggio alla scoperta di vecchi segreti, nascosti per anni.
“Il romanzo di Mariapia Veladiano è il racconto di come il disagio possa irrompere nella vita di una famiglia, sconvolgendola per sempre. Nel libro questo disagio è rappresentato dalla mostruosità di un neonato subito rifiutato. Nel film questa mostruosità è rappresentata da una macchia viola che ricopre metà del viso della bambina”. [Marco Tullio Giordana]
L’angioma che ricopre il volto della piccola Rebecca è il segno di una colpa non sua, una specie di cicatrice non sanata con il trascorrere del tempo; tanto basta per essere rifiutata dalla madre, che la ama e la respinge con la medesima potenza. Due forze opposte che lottano tra loro senza tregua, una guerra che oltrepassa i confini della ragione. La realtà viene distorta dai ricordi impressi su un diario che diventa un affresco cupo di una vicenda visionaria che trova la sua soluzione in una dimensione onirica.
“Gli sguardi possono uccidere”
Marco Tullio Giordana, con La vita accanto, costruisce uno spazio filmico angosciante. La musica di un pianoforte diventa una colonna sonora non solo udibile, ma tattile. Le note dalla celebre pianista, zia di Rebecca, interpretata da Sonia Bergamasco, ci prendono per mano per trascinarci all’interno del maestoso palazzo dove vive la famiglia protagonista del film.
Un ambiente asfissiante, claustrofobico che, influenzato dal nome di Marco Bellocchio tra gli autori della sceneggiatura, sembra evocare quella de I pugni in tasca. Una semplice suggestione che però trova non pochi punti in comune con l’ultimo film diretto da Marco Tullio Giordano.
In entrambi i casi i personaggi si muovono in un contesto simile a una prigione, imposta o autoimposta non fa nessuna differenza, perché si giunge sempre alla follia. E la pazzia si impossessa di Maria, dopo la nascita di Rebecca. La macchia che la bambina porta sul volto la rende un essere da respingere, ma Maria non riesce a rinnegare del tutto la figlia. Per questo riversa su di lei un miscuglio d’indifferenza e amore opprimente. La bambina è costretta a vivere in una prigione dorata, perché:
“Gli sguardi possono uccidere”.
Un miracolo senza tempo
Da questa reclusione la giovane Rebecca trova la forza di evadere attraverso il suo talento musicale. Una passione che, tra mille ostacoli, le permette di superare la diversità e affermare il suo corpo come base della propria identità, perché lei è bellissima.
La bambina con la macchia sul volto, nel corso del film, diventa una giovane donna, interpretata da Sara Ciocca, che trova la sua strada, conservando, pero, il dramma del rifiuto materno. È questo il climax de La vita accanto.
Il rapporta madre – figlia genera una narrazione per immagini allucinatorie, frutto di paranoia e vergogna che nel sogno diventano simboli premonitori di tragedie imminenti e allo stesso tempo di un futuro finalmente luminoso.
Marco Tullio Giordana si muove su due poli estremi: odio e amore, rifiuto e accoglienza, realtà e immaginazione. Un continuo rimando tra contrari che determina un ritmo angosciante, che trascina il personaggio di Maria nel vortice della follia.
Interpretata da Valentina Bellè, la madre della giovane protagonista, ha in sé una forte connotazione apologetica. Il suo nome ci riporta alla madre per eccellenza, generatrice prescelta per dare vita al Salvatore che cancella i peccati dell’uomo. È così la vicenda di Rebecca ne La vita accanto diventa la rappresentazione di un miracolo senza tempo, in una contemporaneità dove regna l’inquietudine.
LA VITA ACCANTO di Marco Tullio Giordana (2024) – Trailer Ufficiale (youtube.com)