Svaniti nella notte per la regia di Renato De Maria approda su Netflix. Nel ruolo di protagonista, nei panni di Pietro, padre di famiglia, un energico Riccardo Scamarcio, affiancato dalla moglie, Elena, ovvero l’attrice Annabelle Wallis (interprete nota per il ruolo di Grace Helen nella serie Peaky Blinders).
Il film risponde al genere del thriller, con qualche accenno – seppur contenuto – al drammatico. Il colpo di scena, tuttavia, rimane il vero protagonista, insieme a Scamarcio. É sempre dietro l’angolo, così da “costringere” lo spettatore a chiedersi quale sia verità e chi, tra i componenti della coppia, stia davvero dalla parte di ciò che è giusto.
Storia di un divorzio, ma c’è qualcosa di più
Svaniti nella notte non è la semplice storia di una famiglia in crisi che deve fronteggiare un divorzio: questo è solo l’inizio. Pietro ed Elena sono i genitori dei piccoli Bianca e Giovanni e, sebbene la loro priorità in termini di responsabilità dovrebbe essere quella di tutelare i figli nel momento già di per sé difficile della separazione, non riescono in alcun modo ad adempiere a tale compito.
Ognuno a modo proprio, commettono errori, imperdonabili e condannabili sul piano morale. Pietro da una parte, Elena dall’altra: entrambi agiscono guidati dalla paura di perdere ciò che più amano al mondo. Nel tentativo di salvare e di salvarsi, però, si feriscono, si ricattano, perdono il controllo.
A catturare l’attenzione della macchina da presa, dunque, non è – come si è detto – la banale storia di un divorzio, come potrebbero essercene tante. Risulta interessante piuttosto la singola reazione a un momento delicato, a movimenti di perdita e abbandono e potenzialmente di disastro familiare. A ogni reazione corrisponde una contro-reazione da parte del genitore che ha subito prima; e no, queste non sono mai – neanche lontanamente – prevedibili.
Svaniti nella notte: quando il passato è la chiave di lettura del presente
Svaniti nella notte è un film la cui trama si dipana a ritroso. É possibile comprendere davvero ciò che accade nel momento presente solo se si torna agli inizi della vicenda sentimentale della coppia in crisi.
Non a caso, i piani temporali di presente e passato s’intersecano continuamente, creando un effetto di straniamento sicuramente interessante. Che cosa sta succedendo adesso? E che cosa è successo ieri? E domani, come sarà? Ma soprattutto: chi compie davvero l’azione, e chi la subisce, tra i due coniugi in rotta?
Sebbene non sempre la costruzione della tensione – così come il dialogo tra i personaggi – risulti efficace dal punto di vista narrativo, l’ambiguità, nella difficile distinzione tra bene e male, è particolarmente evidente e soprattutto funzionale. Bandita ogni tipo di sfumatura di significato o emozionale: da una parte c’è la responsabilità genitoriale; dall’altra, la colpa. Eppure il regista s’impegna nel rappresentare l’instabilità dei due piani (che non sono davvero così nettamente separati), dando forma a un significato altro – nell’esito dell’allucinazione e della disperazione – tramite l’azione. Mentre Pietro è impegnato nel surreale salvataggio dei suoi figli – e l’attenzione dello spettatore è totalmente concentrata su questo – un’altra trama, letteralmente tutta da scoprire, si dipana alle sue spalle. Ed è un autentico incubo.
Svaniti nella notte
Anno: 2024
Durata: 92'
Distribuzione: Netflix
Genere: Thriller
Nazionalita: Italia
Regia: Renato De Maria
Data di uscita: 11-July-2024
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