Al concorso internazionale di cortometraggi SiciliAmbiente Film Festival, il film L’orgoglio di Alice, scritto e diretto da Nicolò Canestrelli.
A soli ventisei anni, Nicolò Canestrelli torna alla regia con un nuovo cortometraggio. Dopo aver sperimentato numerosi linguaggi cinematografici durante il suo percorso di formazione alla magistrale di Ingegneria del Cinema e dei Mezzi di Comunicazione, presenta L’orgoglio di Alice. Il corto, già molto apprezzato dalla critica, è stato selezionato anche per il Venice Film Festival.
L’orgoglio di Alice: uno sguardo alla storia
Alice è una giovane ragazza che vive con il padre nella periferia di Torino. La sua vita spazia dalla scuola all’attivismo politico di destra. Una quotidianità, quella di Alice, che non è mai cambiata. Un incontro inaspettato, però, sconvolge completamente la sua tranquillità. Chiara, una giovane attivista di sinistra fiera di essere lesbica, si avvicina ad Alice stringendo con lei un forte legame, ma con qualche contraddizione. Alice, quindi, si trova costretta a intraprendere un viaggio alla scoperta della propria sessualità e a riconsiderare le proprie idee politiche che mai fino a prima aveva messo in discussione.
È la storia di persone che si tradiscono, a volte perché non possono fare altrimenti, a volte perché lo scelgono, a volte perché hanno paura degli altri e più spesso di se stessi. – Nicolò Canestrelli
La paura di accettare se stessi
Con estrema poeticità, L’orgoglio di Alice racconta la difficoltà per gli adolescenti di accettare se stessi. Alice si fa portavoce di una realtà giovanile più complicata di quel che sembra, una realtà divisa tra diversi pensieri politici.
Ad esaltare la storia LGBT+, un velo di inesperienza, come se lo spettatore possa identificarsi con la stessa Alice.
Come si può sapere chi siamo senza riuscire ad ammetterlo?
È questo che tenta di far comprendere Nicolò Canestrelli attraverso il suo cortometraggio. Una denuncia di tutte quelle mentalità chiuse che caratterizzano la nostra società e che rischiano di distruggere i più giovani.
Particolarmente emozionante è senza dubbio una delle ultime scene. Alice e il padre ballano, come in un sogno. Una scena quasi estranea a tutto il resto del film, ma che fa percepire alla perfezione il desiderio disperato di Alice di avere suo padre vicino. Si gioca ancora una volta, come in altre occasioni durante il cortometraggio, sul nome della protagonista, sul suo essere Alice nel paese delle meraviglie, come se non conoscesse quel che ha intorno, e che ancora deve scoprire.
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