Diretto da Alessio Genovese, Sciatu Meo è un cortometraggio del 2023 dall’animo siculo. Il film è stato presentato durante la nuova edizione del SiciliAmbiente Film Festival.
Questo progetto di Genovese si è aggiudicato prestigiosi premi al Golden Lion International Film Festival 2023 e all’Absurd Film Festival 2023.
Di cosa parla Sciatu meo
Peppe (Bruno di Chiara) ripercorre a ritroso i ricordi che lo legano a quell’ultimo lembo di terra dove finisce l’Europa, alla sua casa siciliana che sfocia sugli scogli. Negli ultimi momenti della sua infanzia (la cui controparte bambina viene interpretata da Marco Castiglia), il protagonista ricorda la sua famiglia e le persone che hanno influito sulla sua crescita. Come gli amici abbandonati troppo presto, il nonno che raccontava sempre storie sul mare, il padre al tempo insoddisfatto della vita e la madre caduta in depressione.
Nel viaggio di ritorno del protagonista, gli anni si confondono con il numero di chilometri che ha percorso per raggiungere la Sicilia. Gli anni di assenza e distanza dalla terra natale risuonano nel vento e nell’ambiente marino che circonda la sua vecchia abitazione. Tornando a quest’ultima, Peppe recupera il suo soffio vitale, il cosiddetto “sciatu meo”, che rappresenta la memoria di un amore senza fine.
Essere tutt’uno con la propria Terra
Sciatu meo si propone sia come lettera d’amore che lamento nostalgico della Sicilia. Il territorio, che fa da sfondo alle peripezie vissute dal protagonista, porta con sé un peso maggiore di quello che si crede. Come se non bastasse, la sua posizione di punta, che segna il confine europeo, mostra un vasto lembo d’acqua che si apre al mondo, il che anticipa il destino di Peppe: ovvero quello di abbandonare la propria terra.
Inoltre, la fotografia gioca sulla dolcezza delle spiagge di Rohmer, ma allo stesso tempo richiama il tipico stile del vecchio neorealismo italiano. Tuttavia, risuona una voce originale, quella di Genovese, che senza vergogna rimpiange le conseguenze e i segni lasciati dai legami di sangue di Peppe. Nel far ciò, si mantiene viva una certa tenerezza, tipica dell’infanzia, che riesce a rendere giustizia al crudele mondo adulto visto dagli occhi di un bambino.
Tuttavia, questo bambino diventa un uomo solo all’apparenza, perché non si distacca dai sentimenti che lo hanno reso l’adulto che è oggi. Al suo ritorno, Peppe dimostra con un gesto d’amore quello che ha significato la terra natìa per lui. La brezza marina e la semplicità della vecchia vita del protagonista, unite a un mare mosso e ai tumulti familiari, simboleggiano l’inseparabile legame tra l’uomo e le sue origini.
Una fotografia d’impatto
I pochi minuti nei quali si svolge la storia sono molto più che sufficienti a chiarire l’intento del regista. Inoltre, il film si serve di immagini candide e di una fotografia semplice ma d’effetto. Il tutto accompagnato da un sottofondo marino e da un arguto gioco di luci che riesce a dare forma a un messaggio riflessivo e potente.
Nonostante lo stile individuale di Genovese non emerga con costanza, la storia si conferma genuina e originale nel suo approccio. Sciatu Meo è un’opera scritta in maniera matura e sensibile, il cui messaggio riecheggia forte e chiaro nei cuori di chi lo ascolta. Proprio come nel caso della conchiglia del piccolo Peppe, il cui suono veniva ascoltata dal nonno e dal vasto mare che abbracciava la loro vecchia casa.