Novità sulla morte di Matthew Perry
Il Los Angeles Times ha riportato che due agenti delle forze dell’ordine hanno dichiarato l’imminente conclusione delle indagini sulla morte di Matthew Perry, star di Friends. Sono molti gli individui collegati all’acquisizione da parte dell’attore di chetamina, una droga dissociativa usata anche per fini terapeutici. Ora è compito dei pubblici ministeri decidere se intentare le accuse contro chi ha procurato la chetamina a Perry.
Le indagini in corso da maggio hanno coinvolto il dipartimento di polizia di Los Angeles, i servizi postali americani e il Drug Enforcement Administration (DEA, traducibile liberamente come Organo per l’applicazione delle politiche sulle droghe).
Si è scoperto che la chetamina, usata per decenni come droga ricreativa, può essere usata con notevoli risultati nella terapia contro la depressione.
La morte dell’attore
Il corpo di Matthew Perry è stato rinvenuto da un assistente nella vasca idromassaggio della sua piscina nella sua casa a Pacific Palisades il 28 ottobre scorso. Le analisi del medico legale hanno confermato che la morte è stata causata da una dose letale di chetamina. La quantità presente nel corpo di Matthew Perry, stando alle analisi del medico legale di Los Angeles, sarebbero equivalenti a quelle usate per l’anestesia totale.
La droga, che avrebbe causato una socrastimolazione cardiovascolare e una depressiomne respiratoria, non sembrerebbe l’unico motivo della morte, sebbene la principale. Durante l’autopsia sono emersi altri fattori che hanno contribuito al decesso. I principali sono l’affogamento, la malattia coronarica e gli effetti della buprenorfina, un farmaco usato per trattare l’uso di oppioidi.
Secondo il report del medico legale, gli unici ad essere a conoscenza delle cure mediche di Perry erano un psichiatra e un anestesista che serviva anche come medico di base.
Gli amici hanno confermato l’uso della chetamina a livella terapeutico. La questione irrisolta è il perchè ci fosse presente una quantità tale di chetamina nel corpo di Matthew Perry, dato che la droga metabolizza in poche ore. I medici che avevano in cura l’attore hanno infatti confermato che Perry avesse seguito l’ultimo trattamento dieci giorni prima della morte.
Inoltre, data l’assenza di altre sostanze nel corpo di Perry, resta il dubbio sul perché avesse in corpo una quantità tale di droga.