In concorso alla sezione animazioni del SiciliAmbiente Film Festival, il cortometraggio francese L’animal Sauce Ail (di Ysaline Debut, Isa Cotte, Aurélien Duchez, Camille Rostan, Clément Mouchel e Diane Mazella) non fa sconti a nessuno.
E se il tema del festival è quello dell’ambiente, della sostenibilità e dei diritti umani, questa sorprendente opera di animazione si interroga sui diritti degli animali e su una società divenuta ormai irresponsabile e verso l’estinzione.
Animale sociale – Animale Sauce Ail (salsa all’aglio)
Intelligenti giochi di parole rappresentano il punto di partenza di questo cortometraggio che vuole scuotere le coscienze. Ve ne sono molti in tutta l’opera. Su e intorno ad essi si lavora e si (s)ragiona. Partiamo dal titolo stesso, come introdotto dalle prime immagini.
‘Animal Social’: Essere vivente che interagisce con gli altri componenti della sua specie. La sua riproduzione dipende dalla coesione del gruppo.
‘Animal Sauce Ail’: Essere vivente accompagnato da una deliziosa salsa al burro. La sua riproduzione è fallita.
La riproduzione del primo, che domina e predomina, è di ostacolo a quella del secondo. Una battaglia iniqua dove a perdere è parte della Natura. Fino a quando non si ribellerà.
‘Perpète les oies’ – ‘Gooseville’
Anche il gioco di parole del francese ‘Perpète-lès-Oies’ (e dell’inglese ‘Gooseville’) va nella stessa direzione. ‘Perpète-lès-Oies’, infatti, è un termine usato per indicare un luogo immaginario, un luogo isolato, di difficile accesso, un ‘bled’, un ‘trou perdu’ (un buco perduto, un po’ l’italiano ‘sui buchi della forca’), lontano da ogni forma di civilizzazione.
L’espressione deriva dall’unione del termine ‘perpète’ che designa un luogo lontano e ‘oche’ che si riferisce a questo animale simbolo della ruralità.
Ad esso si accede con difficoltà. E in questo corto ci troviamo proprio qui, nel bel mezzo del nulla. 258 abitanti.
‘Gooseville – Perperte les oies’, un luogo vicino a nulla e lontano da tutto
Il luogo in cui gli abitanti si portano alla distruzione. Vivono dell’allevamento di specie che ogni volta sfruttano in maniera dissennata e irrispettosa, dalle oche ai girini fino alle rane. Ogni nuova tappa della loro gestione dell’ambiente e dell’autoconsumo viene raccontata attraverso programmi televisivi fatti in casa a basso budget. Programmi a base di un ingrediente principale: il ‘bricoler’ o ‘bricolage’, come direbbero i francesi.
Pubblicità, televendite e altro ci mostrano l’involuzione di un piccolo villaggio francese che corre verso la fine. Il logo colorato di ‘Journaze’ ricorda quello di un noto quotidiano transalpino. Tutto va verso una fine imminente.
Univers sale
Una chiusura magistrale, idea originale e creativamente fulminante.
Anche qui il gioco di parole del francese e dell’inglese. Parodia del logo di ‘Universal’.
‘Universo sporco’, in francese e ‘Universo in vendita’, in inglese, a testimonianza di un uomo che contamina, che vende e svende il suo habitat. Tutto è merce.