Ci avviciniamo alla fine della nuova edizione del Sole Luna Doc Film Festival 2024 a Palermo. In concorso ci sono stati tanti splendidi film e cortometraggi degni di nota e tra questi c’è anche il fragile e profondo Anita: Lost in The News, diretto da Behzad Nalbandi. Il corto, che ha già partecipato in diversi festival importanti, come il Cleveland International Film Festival e Istanbul Film Festival, arriva in Italia pochi mesi dopo Io Capitano, di Matteo Garrone, ci riporta alla memoria il tema dell’emigrazione. Sono in gioco la sopravvivenza, la fatica del viaggio e il riscatto, nella speranza di cominciare una nuova vita, lontano dai pericoli e dalle avversità; e per arrivare alla meta serve una mano divina, che spesso si mostra invisibile e assente. Prodotto da Iranian Independents.
Anita: Lost in The News, Sinossi
“A Person Who Longs To Leave The Place Where He Leaves Is An Unhappy Person” by Milan Kundera.
Il 27 ottobre 2020 un gommone salpa dalle coste di Dunkerque, in Francia, per portare in Inghilterra 19 clandestini; tuttavia, si capovolge dopo pochi minuti. Sette migranti sono annegati nel Canale della Manica, cinque appartenevano a una famiglia curdo-iraniana (Rasoul 35, Shiva 35, Anita 9, Armin 6 e Artin appena 15 mesi) che aveva intrapreso questo difficile viaggio sognando una vita migliore. Basato su una triste storia vera.
Anita: Lost in The News – An Apocalypse Journey

Nonostante la sua breve durata, Anita, Lost in The News è una vera e propria esperienza cinematografica, o meglio, una piccola rivoluzione. Può sembrare una storia già vista, ma il regista Behzad Nalbandi è riuscito a trovare dei concetti molto originali, oltre che personali. La sua fotografia a metà tra il caldo e il freddo, mostra e compone un mondo nascosto attraverso pagine e pagine di giornali, seguendo Anita, protagonista e narratrice della storia, mentre fugge con la sua famiglia verso l’Isola che non c’è.
Le parole e le pagine cartacee di giornale che fanno da scenografia hanno un doppio significato: da un lato, mostra la posizione del regista nei confronti delle persone povere ed emarginate, ignorate dalla società odierna; in secondo piano, racchiude i sogni e i desideri di Anita (narrato dalla voce malinconia e sognatrice Zhina Mahmoudi) e della sua famiglia, quasi come fosse un diario segreto, un regalo da condividere con lo spettatore, facendo riflettere e dando prova di una grande testimonianza.
Dentro la Notizia
I protagonisti sono il vero cuore del corto. Loro stessi fanno parte e diventano una pagina di storia, metafora di un destino che non hanno scelto e a cui nessuno, se non loro, importa. La regia pungente e rigida Behzad Nalbandi, costituita spesso da inquadrature larghe e paesaggi grigi e bui, ce lo dimostra chiaramente. Il regista però ci invita anche a immedesimarci nei Kolbars. Cosa sono i Kolbars? Sono formiche costrette a portarsi sulle proprie spalle le fatiche e i bisogni, pur di dare da vivere alla propria famiglia. I nostri nonni (e chi è venuto prima di noi) ne sanno sicuramente qualcosa.
Il corto ci fa riemerge in diversi capolavori come 9 (diretto Shane Acker) e il grande Apocalypse Now di Francis Ford Coppola: è tutto un gioco di luci e di ombre che si condensano a vicenda in un grosso buco nero. Tuttavia, i protagonisti ci provano e non mollano nel loro viaggio verso la redenzione. Sono loro gli antieroi di cui avremmo bisogno, ma non sempre ce ne accorgiamo, e meriterebbero più spesso la ‘prima pagina’.
Tra Immaginazione e False Aspettative
“I nostri guai sono dietro le nostre spalle… Eppure, noi stiamo camminando da cinque mesi e abbiamo più problemi ogni giorno”.
Nei suoi 17 minuti, Anita: Lost in The News si può riassumere attraverso parole chiave come Speranza, Povertà e Fragilità. Ci sono però altri riferimenti importanti: non possiamo non citare la Fuga degli Ebrei dall’Egitto verso la Terra Promessa (dall’Antico Testamento) e il Genocidio degli Armeni ne La Masseria delle Allodole, basato dal romanzo di Antonia Arslan. Il corto è una critica sociale a cui siamo tutti chiamati. Ce lo ha ricordato anche Papa Francesco nel 2013 quando, durante una delle sue prime visite a Lampedusa, nota come la ‘terra degli ultimi’, gettò in mare dei fiori, chiedendo perdono per i morti che ‘nessuno piange’.
Un altro pilastro del corto è la potente colonna sonora di Mostafa Mahmoudi (oltre che l’uso del sonoro) che, richiamando le note di Til It Happens To You di Lady Gaga, emoziona e ci spinge ad avere compassione per la piccola Anita e la sua famiglia. In particolare nel finale, dove si compie il loro destino. Fino alla fine, Anita guarda in alto e guarda al suo passato con sguardo nostalgico, sognando di volare libera nel cielo come una piccola rondine. Ha solo pochi anni di vita, è stanca e distrutta dal suo viaggio infernale. Ma non smette mai di pensare a un futuro migliore, forse l’unico diritto che le è rimasto nel cuore.
Conclusioni
Anita: Lost in The News è una grande piacevole sorpresa. Nella sua semplicità riesce a emozionare e a farci sentire più piccoli e vicini ad Anita e alla sua famiglia. Anche se c’è l’Apocalisse, il regista (e i suoi personaggi) trasmettono tutto il suo calore umano, nonostante una scenografia fredda e distaccata. Forse abbiamo bisogno di storie come quelle di Anita. Abbiamo davvero bisogno di mettere gli ultimi al primo posto e accoglierli in famiglia, specie quando i sogni vengono spenti da eventi inimmaginabili.
Un applauso al regista, produttore e sceneggiatore Behzad Nalbandi ha colto e riportato in vita una storia di coraggio, riscatto e determinazione. Ci lascia liberi di riflettere e prendere le nostre decisioni. Tuttavia, come ci mostra il suo potente finale, chiedere aiuto è sempre il primo passo da fare verso il prossimo.