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Noemi Belotti presenta il suo primo film

La giovane fotografa ciociara parla della sua opera prima, sul palco de Dieciminuti Film Festival

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Noemi Belotti

Noemi Belotti, fotografa di moda, sale sul palco di Dieciminuti Film Festival, per presentare il suo primo film – documentario, Gioia – A dead name for a living emotion.

Una storia che offre uno sguardo intimo sulla realtà della transizione, evidenziando le dinamiche sociali e culturali che influenzano il protagonista e il suo percorso.

Gioia – A dead name for a living emotion, la trama

Chris Riccardi decide di compiere il viaggio per l’affermazione di sé stesso. Nato in provincia di Frosinone, Chris intraprende un percorso che lo porterà fino a Belgrado, dove affronta il decisivo passo della sua transizione: la falloplastica. L’operazione rappresenta il completamento di un cammino lungo e coraggioso che lo porterà al riconoscimento come uomo.

Il cinema per raccontare una storia

Il titolo, che segna l’esordio alla regia per Noemi Belotti, richiama il vecchio nome del protagonista. Un nome ormai abbandonato, ma che continua a persistere nel sentimento. Il viaggio fatto da Chris Riccardi è colmo di una profonda gioia e soddisfazione, poiché segna la realizzazione di un’identità finalmente allineata con il suo vero io.

Noemi Belotti, intervistata da Sara Scarsella, dichiara che la sua più grande aspirazione è stata sempre quella di raccontare delle storie. Nella sua attività da fotografa ha cercato di seguire questa vocazione e per farlo ha atteso a lungo, per ottenere una connessione ideale con la storia e il suo protagonista.

“L’idea di esprimermi non più solo attraverso l’immagine fissa, ma con il movimento e l’aggiunta della traccia sonora è arrivata, puntualmente, con la conoscenza di Chris”.

La sintonia tra Noemi e Chris

La giovane fotografa ciociara, regista esordiente, aggiunge che in quel momento stava lavorando a un progetto fotografico dedicato ai difetti delle persone, a quelle caratteristiche che tutti noi abbiamo e non mostriamo. La Belotti, allora, chiede a Chris Riccardi di fotografare le cicatrici al seno della recente mastectomia, proposta accettata.

“Abbiamo iniziato a parlare molto. Con il tempo, siamo riusciti a trovare la giusta sintonia…”

Dopo poco, Chris chiede a Noemi di accompagnarlo in Serbia, per documentare l’ultima tappa di un percorso lunghissimo e così nasce Gioia – A dead name for a living emotion.

Solo gioia

La storia è forte e il miglior modo per rappresentarla non può che essere il cinema. La fotografia non è più sufficiente.

“Ho lottato per avere il corpo che ho sempre immaginato”.

Sono queste le parole di Chris che accompagna Noemi sul palco de Dieciminuti Film Festival. Parole segnate dal sacrificio di chi ha sofferto, ma colme di gioia e felicità, in cui la tristezza non esiste, non può esistere.

“Quando mi sono approcciata a Chris mi immaginavo di raccontare una storia triste e cercavo la tristezza. In lui, invece, ho trovato solo gioia.

Noemi Belotti, poi, ricorda la prassi che ha adottato, insieme al protagonista, per la costruzione della sua opera prima. Il tutto è stato guidato da uno spiccato senso di realismo. Non si dovevano riprodurre le emozioni vissute, ma riviverle, con la stessa genuinità e naturalezza.

“Mi sono ribellato alla società che ci impone di essere soldatini. Nasci maschio e devi morire maschio, nasci femmina e devi morire femmina… io ho detto no!”[Chris Riccardi].

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