Non c’è solo il cinema. Al di là dello schermo si possono trovare espressioni artistiche di diverso tipo. Questi tesori nascosti sono funzionali per poter vivere un’esperienza cinematografica a tutto tondo, senza limitarsi al film in sala. Oltre lo schermo, realizzato da ANAC (Associazione Nazionale Autori Contermporanei) si occupa di questo.
Fino a metà luglio saranno disponibili manifesti posizionati in spazi pubblicitari denominati “Jumbo“, che si trasformano in spazi espositivi.
A presentare i propri lavori a Oltre lo Schermo sono gli artisti Clet, Enrico Policardo, Kristian Sturi e Gianluca Braccini.
Clet Abraham
Classe 1966, è un artista bretone, ormai trapiantato in Italia, che propone la sticker art. Si tratta di una particolare forma di street art basata sull’applicazione di adesivi nel contesto urbano, come edifici e cartelli stradali. Il suo obiettivo è sottolineare la riappropriazione degli spazi pubblici.
Il suo accento è sui cartelli stradali, in quanto simbolo di obblighi, doveri e limiti. La sua arte modifica il cartello, rendendolo di volta in volta ridicolo, poetico, soffocante o totalitario, secondo la sua concezione di un Nuovo Umanesimo.
Le sue opere d’arte costellano le strade di molte città europee ed extraeuropee. Nel contesto di Oltre lo schermo, Clet propone Cinema, un poster di 6 metri per 3 metri appedo su un billboard pubblicitario a Gorizia (a partire da lunedi 1 luglio, in Via Boccaccio dalle 9.30 alle 17.30). Il lavoro di Clet si pone come continuum con la volontà di Oltre lo schermo di riappropriazione degli spazi pubblici, spesso intasati dalla pubblicità.
Enrico Policardo
Nasce nel 1982 a Gorizia e si specializza nella fotografia e nell’arte audiovisiva, focalizzando i suoi lavori sui rifiuti, sulla giustizia sociale, sull’architettura e sull’edilizia popolare.
In un’intervista Policardo racconta la genesi del suo lavoro per Oltre lo schermo. Riflettendo sul tema della mostra, ha pensato subito alle strade di Srebrenica (Bosnia-Erzegovina) martorizzate dai proiettili. Racconta poi: “Qualche mese fa ho avuto una conversazione con un collega fotografo. ‘Sono preoccupato’, mi ha detto. ‘La fotografia non significa più nulla. Tutto può essere tutto può essere simulato, falsificato, contraffatto. Anche i reporter di guerra dovranno tornare a scattare in pellicola. Altrimenti nessuno gli crederà, nessuno crederà che quello che stanno riprendendo è reale, che loro erano lì. Le riprese su pellicola sono la nostra ultima speranza per dimostrare che siamo ancora vivi'”.
Si può ammirare l’opera di Policardo a Pordenone in Via Oberdan e a Trieste all’angolo tra via dell’Istria e via Baiamonti.
Kristian Sturi
Nasce in provincia di Cormons e viene definito dal critico Daniele Capra “autore di grande produttività, non solo per l’intima necessità del Nulla dies sine linea (che Plinio il Vecchio attribuiva al pittore greco Apelle) condiviso da molti artisti ed intellettuali, ma probabilmente anche per una sua personale tensione/esigenza al piacere che trova motivazioni più recondite.”
Le sue opere sono imaginifiche: la materia sfrutta leggi differenti da quelle ordinarie, i materiali e i colori svolgono la loro funzione diversamente dalle consuetudini, gli oggetti quotidiani vengono posti in relazione su piani sematici differenti. L’enigmaticità di questi oggetti scaturisce dall’incongruenza tra la loro funzione e l’impossibilità per l’osservatore di comprenderne l’utilità.
L’esposizione di Sturi è a Trieste in via Visinada e a Udine in via Europa Unita presso la stazione dei treni.
Gianluca Braccini
Nato a Firenze nel 1996, prende ispirazione dalle fotografie storiche o paesaggistiche per le sue pitture e le sue stampe calcografiche.
Tra i suoi lavori più recenti troviamo diverse collettive, come For Iran-Cambiamento è Resistenza a cura di Mohammad Fallahjuladi, Matteo Innocenti e Zoya Shokoohi nello spazio espositivi la Portineria di Firenze, Luci nel buio alla Strozzina di Palazzo Strozzi a Firenze e Second Life, tutto tona a cura di Marco Meneguzzo al Centro per l’arte contemporanea Luigi Pecci di Prato e nel cortile di Michelozzo di Palazzo Vecchio.
La sua opera si trova a Gorizia in via Duca d’Aosta e a Udine presso la Stazione.