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ShorTS International Film Festival Maremetraggio

“The Ballad”: una sottile critica al razzismo e ai pregiudizi 

Attraverso un cortometraggio tragicomico, Christopher Nilsson parla di un argomento ancora troppo attuale

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The Ballad è un cortometraggio franco-svedese diretto da Christopher Nilsson. Dopo essere comparso in svariati festival di cortometraggi e aver vinto diversi premi, apparirà anche allo ShorTS International Film Festival mercoledì 3 luglio 2024 alle ore 21.15. 

 

La trama

Un ragazzo delle consegne (Nayeem Mahub) si introduce in una casa per recapitare il cibo a domicilio quando non gli rispondono al campanello. Nel momento in cui viene accusato di essere arrivato in ritardo e gli viene intimato di andarsene si chiude a chiave in casa, godendosi per alcuni momenti l’agiatezza che i proprietari di casa (Anna Granath, Anders Blentare) vivono quotidianamente.

 

Il razzismo in The Ballad

The Ballad non porta sullo schermo le tipiche scene di razzismo, in cui si usano insulti e gesti inappropriati. Eppure, il cortometraggio riesce a far immedesimare nel dolore del protagonista che questo razzismo lo vive sulla propria pelle. 

Nell’arco della narrazione emergono due domande a cui sarebbe doveroso rispondere con cognizione di causa. La prima, implicita ed estendibile a tutti, a prescindere dall’essere vittima di razzismo, è Dopo quanta sopportazione si arriva a compiere un gesto folle, sconsiderato, dettato dall’esasperazione?

La seconda domanda invece è esplicita, pronunciata chiaramente dal protagonista: Cosa sapete voi di noi? Con noi si riferisce alle persone di colore che ogni giorno vengono ingiustamente considerate colpevoli, solo perché di una tonalità di carnagione più scura. In questo senso nei primi minuti del cortometraggio il ragazzo non ha nemmeno il tempo di giustificarsi perché subisce un’aggressione verbale da parte del padrone di casa che lo accusa di essere in ritardo. Oppure ancora, non appena si barrica in casa chiudendo fuori i proprietari, questi cominciano a pensare per prima cosa a ciò che potrebbe fare e a ciò che potrebbe rubare dentro casa, dando per scontato che essendo di colore abbia come unico obiettivo il furto.

The Ballad risulta essere un cortometraggio tragicomico. Ci sono alcune scene che possono suscitare un sorriso, come la corsa verso i proprietari con la spada in mano, oppure mangiare il panino con la coroncina di carta del fast food in testa. Si comincia a riflettere sul vero obiettivo del cortometraggio solo a metà della visione. È il momento in cui la moglie dice al marito di non chiamare la polizia perché farebbero una bella figura.

Il massimo momento di pathos è raggiunto con il monologo in bengali sotto la pioggia. In questa scena la telecamera fissa sul ragazzo permette di cogliere tutte le espressioni e i gesti. Lo sfogo in bengali non viene capito dalla coppia, ma permette a noi spettatori di percepire la sua frustrazione. 

 

“Volevo solo essere gentile e fare il mio lavoro! Perché sono un bravo ragazzo. Non ho mai imbrogliato nella mia vita. Non mai detto una singola bugia, lo sapete? […] Come potete, voi vivete in questa grande casa, mangiate hamburger e bevete vino. Cosa ne sapete voi delle nostre vite?”

La fotografia

La fotografia, diretta da Manuel Meinhardt, riesce con una serie di primi piani a trasmettere le diverse emozioni provate dai personaggi in modo da far empatizzare lo spettatore. Si passa dalla rabbia del ragazzo delle consegne allo sdegno del proprietario di casa fino alla rassegnazione della moglie e ancora più avanti allo shock dei coniugi dopo il monologo. 

Mentre il discorso in bengali ha una grande forza comunicativa grazie alle parole, la scena finale ha un enorme impatto emotivo per merito della fotografia. La lunga ripresa sul ragazzo che conduce la bicicletta rotta a mano sotto la pioggia veicola tutte le emozioni che sta provando in quel momento. Avvilimento, sconforto, rassegnazione, tristezza. 

The Ballad

  • Anno: 2023
  • Durata: 13 minuti
  • Distribuzione: Origine Films
  • Nazionalita: Francia, Svezia
  • Regia: Christopher Nilsson

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