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‘Liceo Voltaire’ Serie francese dai buoni propositi ma che non convince

Marie Roussin, dopo la versione francese di Braccialetti rossi, torna a proporre una storia di giovani. Una buona idea che si è persa per strada. Disponibile su Prime Video

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Liceo Voltaire - Locandina promozionale

Liceo Voltaire è una serie francese creata da Marie Roussin, autrice transalpina che si è occupata anche della versione francese di Braccialetti rossi. Il telefilm è prodotto da Autopilot Entertainment e En Voiture Simone.

Il titolo originale – Mixte – richiama in maniera evidente la trama principale del plot: in una Francia pre movimenti sessantottini, un liceo apre le porte anche alle ragazze. Fra i protagonisti vi sono Pierre Deladonchamps, noto anche per il film scandalo Lo sconosciuto del lago (2013), e Maud Wyler, la quale ha partecipato alla pellicola La vita di Adele (2013). Nella serie di Roussin, entrambi tornano a interpretare personaggi legati a tematiche queer.

La serie è disponibile su Prime Video.

Una partenza esplosiva …

Liceo Voltaire nasce da un’idea molto interessante: portare sullo schermo una forma di emancipazione femminile antecedente ai movimenti del Sessantotto, che hanno poi contribuito a modernizzare la società. Nonostante l‘argomento principale è legato alla reazione dei ragazzi a questa convivenza forzata, nella trama vengono inserite molte tematiche che coinvolgono soprattutto le donne.

L’omosessualità, l’aborto, le relazioni clandestine, le differenze di classe: ingredienti rivelatori di una originalità che infonde buone speranze. I primi episodi, introduttivi del mondo testosteronico dei giovin ragazzotti e della risolutezza delle giovin fanciulle, mantengono le aspettative.

La sceneggiatura rimane abbastanza asciutta, più al servizio dei messaggi che si vogliono veicolare che della trama in sé. E così risulta anche tutto il resto: dalla fotografia ai costumi alle scenografie, tutto ci riporta ai primi anni Sessanta senza particolari eccessi e al servizio della storia.

Anche la regia non ostenta particolare rilievo, senza però risultare banale e scontata rispetto ad altre serie televisive contemporanee. Risulta così evidente che ciò che vuole proporre Marie Roussin è prettamente sociale e politico.

… che finisce per essere un fuoco di paglia

Con l’andare degli episodi, però, tutto viene poi dirottato verso una narrazione più legata ai teen drama, perdendo quell’affascinante alone rétro. La parte legata all’omosessualità viene soverchiata da un pettegolezzo, e anche l’aborto diventa semplicemente la manifestazione di una sorellanza. Le tematiche vengono troncate, senza l’approfondimento che ci si aspetterebbe.

Una soluzione che rende Liceo Voltaire probabilmente più fruibile per i giovani, ma che perde tutto il suo fascino iniziale. E anche il titolo originale – Mixte – risulta meno adeguato rispetto al più banale titolo italiano (o inglese). E, forse, questa è una delle ragioni per cui un seguito non vi è stato.

La serie nasce con l’intento di attirare l’attenzione in maniera schietta ed evidente, usando una tematica voyeuristica e con attori che sono legati ad esperienze professionali sopra le righe. Ma poi si perde in una trama da romanzo d’appendice, con giovani amori ostacolati e con dei coming of age abbastanza scontati.

Potere alle donne

Le protagoniste femminili sono Léonie Souchaud, Lula Cotton-Frapier e Anouk Villemin per le giovani e Nina Meurisse e Maud Wyler per le adulte. Souchaud e Villemin hanno le parti delle brave ragazze travolte dalla vita, ben recitate anche se limitate da una confort zone difficile da oltrepassare. Cotton-Frapier ha il personaggio più complesso e, nonostante le sue buone intenzioni, a volte non viene sorretta dalla sceneggiatura, che le fa perdere spessore e brillantezza.

Stesso discorso vale per Meurisse, a cui vengono tarpate le ali con la banalizzazione del vissuto del suo personaggio, riducendola a uno stereotipo già visto. Wyler, per contro, riesce a non essere sopraffatta dalla narrazione e regala al suo personaggio queer la dignità che merita.

La banalizzazione dell’uomo

Per quanto riguarda i ruoli maschili, questi risultano molto stereotipati. Pierre Deladonchamps, che sappiamo capace di ruoli più impegnati, è un supervisore a cui viene affibbiato un bait queer per buona parte della serie, il quale viene risolto nella maniera più comoda possibile. Gli altri adulti sono caratterizzazioni poco originali che spaziano dall’insegnante irascibile al genitore padrone.

Banalizzazione che troviamo anche nei giovani personaggi maschili, dallo studente obeso e timido interpretato da Nathan Parent al giovane cattivo e classista di Vassili Schneider. Anche i due giovani innamorati di Baptiste Masseline e Gaspard Meier-Chaurand non riservano nulla di interessante a livello di personaggio.

Da guardare senza grosse aspettative

Liceo Voltaire, nonostante non confermi le aspettative, rimane comunque un buon prodotto, ben realizzato e discretamente interpretato. È sicuramente una serie commerciale e, proprio per questo, ha risentito della sua poca originalità, rispetto ad altre serie presenti sulle piattaforme OTT. Una pecca che è costato il rinnovo del telefilm e che, al contempo, lascia del tutto indifferenti.

 

Il trailer in lingua originale di Liceo Voltaire

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Liceo Voltaire

  • Anno: 2021
  • Durata: 40’ circa per 8 episodi
  • Distribuzione: Amazon Prime Video
  • Genere: Commedia, Drammatico
  • Nazionalita: Francia
  • Data di uscita: 10-September-2021