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Sole Luna Doc Film Festival

‘City of Poets’un racconto allegorico costruito con immagini

Al 'Sole Luna Doc Festival' arriva ‘City of Poets’, della regista iraniana Sara Rajaei: strade con nomi di poeti e ingiustizie subite dalle donne

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Ci sono idee utopiche che fanno bene al cuore: poter immaginare la bellezza di una città le cui vie sono tutte intitolate a poeti. Poesia nell’aria, solo parole di pace. Ma la vita, purtroppo, non è solo poesia e tutto, improvvisamente, può cambiare….

Un poeta, una strada

City of Poets, di Sara Rajaei, regista iraniana che oggi vive in Olanda, è un racconto allegorico costruito con immagini di tre archivi, incluso quello della famiglia della regista. Bianco e nero si alternano al colore, in un susseguirsi di vite che si intrecciano. C’è magia.

Il corto, già in concorso alla Berlinale 2024, sarà presentato al Sole Luna Doc Film Festival di Palermo, festival internazionale di film documentari, sabato 6 luglio, dalle 22h30.

In una città senza nome, due decadi prima della guerra, tutte le strade sono intitolate a dei poeti. I visitatori non sono indirizzati ad una via, ma ad un verso, a una poesia. Maggiore è la strada, più importante è il poeta. I poeti sono sulle buste, sui volantini, sulle borse.

Ma quando la guerra inizia, arrivano molti rifugiati e la città si espande. Le strade diventano troppo numerose, non ci sono abbastanza poeti. Non bastano più.

A poco a poco le vie prendono nuovi nomi: eroi, re, scienziati, e poi montagne, alberi e fiori. Ma la guerra continua e i caduti per la patria vanno ricordati. Ci si dimentica, allora, dei poeti.

Incipit: un albero di gelso

Tutto parte dai ricordi. In una strada intitolata ad un poeta del XII secolo, una donna pianta un albero di gelso che pare abitato da uno spirito che scompare solo quando lei danza.

“L’idea di City of Poets è iniziata con un albero di gelso piantato da mia nonna nel suo giardino”

spiega la regista nelle sue note al film.

L’albero aveva quasi i miei stessi anni. Era raro e produceva frutti rossi e bianchi. Per me rappresentava la casa, la felicità, l’appartenenza e la saggezza. Mia nonna aveva un grande legame con quell’albero. Gli parlava, cantava e danzava di fronte a lui. Una volta abbattuto, ho avuto la sensazione di perderla per una seconda volta”.

Abbattuto per le lamentele dei vicini – le radici rovinavano le case -, anche se nessun giardiniere avrebbe mai dato quell’ordine di fronte ad un albero considerato sacro, quella creatura era caduta, la dolce ava non avrebbe più danzato al suo cospetto.

Presto, poi, in città, la danza sarebbe stata proibita… così come il canto e la musica.

E se questo potente corto è scritto come una favola, esso racchiude molti fatti reali, vissuti dalla regista. La guerra, le sirene, i rifugiati, i giardini vuoti, le strade deserte, i vetri e i sogni in frantumi, le donne che perdono il loro spazio e ruolo. La libertà che vola via con le nubi.

La parabola delle donne

Tanti, infatti, i ricordi dell’infanzia di Sara Rajaei. Le immagini che scorrono sullo schermo sono quelle di molte donne, in coppia o in gruppo, in vari momenti della loro vita.

Esse arrivano in città, camminano, spensierate, per le strade e, a poco a poco, prendono il loro spazio nelle scuole, nello sport, negli uffici, nelle fabbriche. Nella vita.

Sono sorridenti, eleganti, moderne e colorate all’inizio, poi, dopo le gonne e i capelli corvini al vento, arriva il velo e il bianco e nero. Parabola di un Iran dei bei tempi che furono.

Interessante la connessione tra donne e poeti, in una potente catena di memorie. Entrambi scompaiono, si dileguano, quasi si dissolvono, mentre si bruciano libri, fotografie e musica.

Quando la musica si ferma, si fermano anche le immagini delle persone.

E, alla fine, le strade sono vuote. Il silenzio domina. The end.

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‘City of Poets’

  • Anno: 2024
  • Durata: 21 mn
  • Distribuzione: Gargantua film
  • Genere: documentario
  • Nazionalita: Netherlands
  • Regia: Sara Rajaei