Manting di Chen Shuyao è un cortometraggio presentato nella sezione Extralarge del Dieciminuti Film Festival.
Nello spazio temporale di una passeggiata verso casa, due ex amanti si trovano a confrontare la tenerezza e il legame che le aveva avvicinate clandestinamente anni prima, malgrado l’opposizione delle famiglie e i gossip delle compagne.
Manting di Chen Shuyao, la trama
Dopo una funzione al cimitero per la compagna di classe defunta, Manting rientra col marito Yan. Ma per strada intravede una compagna di classe, che parteciperà al ritrovo il giorno dopo. Sulle prime non è chiara quale sia la relazione tra le due, ma una passeggiata notturna verso casa, dopo che l’ultimo bus è partito, porterà a galla tutto quello che c’era stato.
Zhang Yijing in ‘Manting’ di Chen Shuyao
L’amore lesbico nella Cina che rifiuta
Gentile e moderato. Impacciato nei modi, ma mai disonesto. Il pregio di questo piccolo gioiello narrativo di Chen Shuyao è quello di saper raccontare il conflitto interiore, e l’esplosione dei sentimenti che le due donne vivono, pur nella moderatissima e contenuta posa che sono costrette a mantenere.
Il film, infatti, dialoga con frasi a metà e riferimenti ad un passato e con questo è capace di mettere a nudo le enormi privazioni dell’amore lesbico delle due protagoniste. Che, evidentemente, hanno dovuto battagliare con la rigidità, e forse il razzismo, di una realtà ancora governata da un complesso stantio di norme sociali.
Lo sguardo dagli occhi grandi e dolcissimi di Manting (Zhang Yijing), rende folgorante la sconfitta che entrambe ammettono, dichiarando i rimpianti per le scelte che sono state costrette ad affrontare. E che ancora si portano come un peso quando, più che sessantenni, commentano come forse entrambe siano “malate”: lasciando, in questa parola, confluire sia l’amarezza di una società che non le ha capite né accettate; sia, con velato sarcasmo, la realtà di quell’amore così forte da aver attraversato il tempo e i castighi.
Changmin Zhang in ‘Manting’ di Chen Shuyao
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