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“The necessary death of Charlie Countryman” di Fredrik Bond – 63esimo Festival Internazionale di Berlino (Concorso)

Con una storia sognante dai colori acidi, in equilibrio tra l’incredibile e il reale, con un protagonista armato di sana ingenuità e accogliente nei confronti dell’amore, Fredrik Bond ci invita a vivere una favola nera illuminata dalla speranza che nella perseveranza i sogni si avverano

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Anno: 2013

Durata: 107′

Genere: Surreale

Nazionalità: USA

Regia: Fredrik Bond

 

Amore e morte in chiave surreale nel viaggio di Charlie

Inizia dalla fine il film di Fredrik Bond. Charlie Countryman (Shia LaBeouf) è stato pestato a sangue e ora la sua vita è appesa a un filo. Una donna, non una qualsiasi ma la sua amata, gli punta una pistola contro e sembra avere tutte le intenzioni di eliminarlo. La voice over fa la cronaca di una morte annunciata, quindi convinti di sapere quale sorte spetta al malcapitato non ci resta che concentrarci sul lungo flashback, che dura tutto il film, per capire le ragioni che hanno portato Charlie a intraprendere un viaggio verso Bucarest. Torniamo indietro nel tempo e nello spazio: siamo a Chicago, in un letto d’ospedale dove la vita di una donna sta per spegnersi. È la madre di Charlie, il cui spirito aleggia nella mente del figlio per dargli un’ultima raccomandazione, quella di andare a Bucarest. Senza capirne le ragioni e senza porsi troppe domande, Charlie parte e in aereo incontra un uomo che dopo qualche chiacchiera si accascia e muore sulle sue spalle per poi chiedergli – da morto – di portare un regalo alla figlia Gabriella (Evan Rachel Wood). Inutile dire che si tratta di amore a prima vista, che niente sarà facile a Bucarest per il povero Charlie, a partire dalle prime scariche di taser in aeroporto per arrivare, infine, all’ex marito della sua bella, un malavitoso del posto (interpretato da Mads Mikkelsen) di certo non disposto a lasciare andare  il suo amore.

Amore e morte sono gli ingredienti che fanno crescere Charlie in un viaggio all’insegna dell’imponderabile e del surreale. Tra droghe e alcol – o semplici medicinali dagli effetti allucinatori – Charlie galleggia in uno stato onirico mentre cerca di conquistare un amore difficile, affronta intrighi criminali pericolosi, incontra ancora una volta la madre dubbiosa sulla meta consigliata, forse voleva dire Budapest e non Bucarest. È leggero e gradevole il mondo creato da Bond dove l’assurdo regna sovrano e si fa credibile e divertente. Ci sono dei passaggi in cui il patto da firmare con Bond per accedere nel suo universo richiede un grosso investimento di fantasia e accettazione dell’inverosimile, ma lo sforzo di superare le logiche della realtà è un sacrificio che ripaga. Nell’avventura suggerita a cuor leggero dal genitore Charlie impara a lottare per un amore, a soffrire per un amore, a dimostrare la propria determinazione per un amore. Charlie, scosso dal vuoto della perdita di una persona amata e dal caos avventuroso provocato dalla bella Gabi, è il protagonista di un’epopea emotiva – ora intima ora esplosiva – dove l’approdo agognato è la vita stessa.

Con una storia sognante dai colori acidi, in equilibrio tra l’incredibile e il reale, con un protagonista armato di sana ingenuità e accogliente nei confronti dell’amore – fatto di gioie e dolori –, Bond ci invita a vivere una favola nera illuminata dalla speranza che nella perseveranza i sogni si avverano.

Francesca Vantaggiato

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