‘Those Next To Us’ Recensione

22 luglio 2017. In un parcheggio Walmart la polizia del Texas ha scoperto un camion con tre dozzine di immigrati clandestini sul retro. Germán López Rosales è uno di questi; è un messicano, e ci racconta la sua storia. Una storia lunga, una di quelle che per essere ascoltate c’è bisogno di sedersi e prestare attenzione. E serve per capire, esattamente, ciò che accade. Non solo per la comprensione, ma anche per il rispetto di cui necessita. Trentanove immigrati, chiusi in un autoarticolato, caldo estremo, senza acqua. Cercano una nuova vita, hanno speranze e progetti, ma dieci di loro trovano la morte.

Ci è permesso vedere solo grandangoli: periferia, autostrade, case e negozi. Non c’è altro, perché c’è solo la storia di Germán al centro del film. Questo è Those Next To Us, che dopo aver girato Messico, Spagna, Austria, Usa, arriva anche al Sole Luna Doc Festival nel giorno d’apertura.

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La storia di tutti

Bernhard Hetzenauer si propone di raccontarci una storia molto specifica e che ci tocca, anzi, ci sfiora. Ci sfiora soltanto perché per quanto sia forte e cruda nel racconto, non è una storia propriamente nostra. Descrive l’immigrazione da dentro, e noi, dentro l’immigrazione non ci siamo. Ma è la storia di tanti, di ogni singolo migrante che scappa e corre ogni rischio possibile soltanto per raggiungere una situazione migliore. Hetzenauer ce lo spiega con le vive parole di Germán, che in questi trenta minuti racconta ogni minimo dettaglio della vicenda, del suo background, per dare a questo racconto la sua specificità, per distinguerla rispetto alle altre storie raccontabili che però condividono molto.

Quante volte tutto ciò accade, senza che noi ce ne rendiamo conto. Accade sempre, dappertutto, ogni giorno: è la storia di tutti.

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La storia di nessuno

Mai un volto, mai uno sguardo. Le persone non ci sono, scompaiono, e resta solo il racconto di Germán, che appare fugacememte solo nell’ultima inquadratura. Il film appaia descrizioni strazianti con lunghe e statiche riprese di luoghi, tutti i luoghi. L’autostrada, le città degli Stati Uniti dove il viaggio avviene, il parcheggio del Walmart. Lo spettatore ha solo questo: lunghi vuoti da colmare, di spazio e di parole. Le persone sono nella mente, in realtà non c’è nessuno. In un mondo fatto di confini armati più che mai, di razzismo e paura verso il prossimo, di disuguaglianze sociali, questa storia rimane lì, così. Non interessa alla società, perché non parla di noi, ma di quelli accanto a noi, come se tutto ciò non esistesse: è la storia di nessuno.