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Dieciminutifilmfestival

‘Waterfall’, sotto la cascata

Il regista Kazuya Ashizawa presenta Waterfall al Dieciminuti Film Festival. Un documentario che trasporta lo spettatore nel cuore del takigyō, il rituale di purificazione che avviene sotto l'acqua di una cascata

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Il Dieciminuti Film Festival è arrivato alla sua diciannovesima edizione e quest’anno apre le sue porte dal 1 al 6 luglio. Durante il primo giorno di proiezioni è stato presentato il brevissimo documentario Waterfall del regista giapponese Kazuya Ashizawa.

Waterfall è un’opera allo stesso tempo intensa e minimalista, che in soli tre minuti riesce a coinvolgere lo spettatore in un’esperienza catartica che lega a doppio filo spiritualità e natura.

Waterfall – Sinossi

In Waterfall, il regista Kazuya Ashizawa racconta l’esperienza di un ragazzo tredicenne e di sua madre. I due si avventurano sulle montagne del Giappone per prendere parte al rituale del takigyō. Il takigyō  è una tecnica di meditazione estremamente peculiare, durante la quale ci si sottopone al getto di una cascata gelida dal flusso violentissimo, recitando alcuni mantra buddhisti.

Waterfall – Le origini del takigyō

Il takigyō è una pratica antica che si iscrive nella tradizione del misogi. Per misogi si intendono tutte le tecniche di abluzione rituale con lo scopo generale di purificare il corpo e l’anima da elementi negativi che li contaminano. Tutte queste pratiche tradizionalmente fanno capo ad un episodio della mitologia giapponese raccontato nel Kojiki, testo tradotto in italiano come La Cronaca di Antichi Eventi. Si tratta della più antica cronaca giapponese e del primo testo di narrativa del Giappone. Il protagonista di questo particolare episodio è il dio Izanagi, il primo dio e padre di tutta l’umanità. Izanagi si avventura nel regno dei morti (chiamato Yomi) in cerca dello spirito della sua compagna Izanami, deceduta dopo aver dato alla luce Kagutsuchi, il dio del fuoco.

Il dio tenta invano di riportare sulla terra Izanami, ma giunge troppo tardi. Infatti, la dea poco prima si è nutrita del cibo dello Yomi e ciò l’ha trasformata in un violentissimo demone. Izanagi riesce a sfuggire alla furia di Izanami e dopo essere tornato nella terra dei vivi, sbarra l’ingresso dello Yomi con un enorme masso.

Dopodiché, il dio s’immerge in mare per lavare via fisicamente e simbolicamente tutte le impurità e la malvagità che provengono dalla terra dei morti. Tradizionalmente questo episodio è considerato l’origine di tutti i rituali giapponesi che hanno a che fare con l’acqua e con la sua capacità di purificazione.

In passato il takigyō, così come molte altre tecniche di meditazione e purificazione più specifiche, è stato praticato dai monaci asceti delle montagne che prendono il nome di yamabushi. Molte di queste pratiche si perdono nella leggenda. Ancora adesso in base alle fonti che abbiamo a disposizione non è facile capire quali fossero effettivamente messe in atto dagli asceti. Sappiamo che alcune delle pratiche più diffuse prevedevano l’immersione del corpo in vasche d’acqua bollente e non erano rare anche pratiche di abluzioni con acqua gelida diverse dal takigyō.

Waterfall – Il tema della purificazione

In Waterfall, il regista Kazuya Ashizawa porta lo spettatore direttamente nel cuore del rituale del takigyō. Ashizawa non si risparmia e segue i due protagonisti del suo documentario in ognuna delle fasi del rituale. Il regista arriva perfino a partecipare al rito al loro fianco.

Il documentario è girato interamente con camera a mano, i cui movimenti danno un immenso senso di realismo e di pieno coinvolgimento dello spettatore. Guardando il cortometraggio ci sentiamo immersi nel rombo dell’acqua. Ci sembra di avvertire sulla pelle le gocce d’acqua gelide che ricoprono la telecamera e che colpiscono coloro che prendono parte al rito. Ci sembra di essere a piedi scalzi nel ruscello. Partecipiamo al momento  e allo stesso tempo ce ne restiamo in disparte a osservare chi è direttamente coinvolto. Di fronte a noi c’è chi è disposto ad esporre tutto il dolore della propria anima per fare in modo che essa venga lavata via dalla corrente.

Il finale trasmette un senso infinito di calma e serenità. La purificazione è avvenuta, tutto è passato. Torniamo alle nostre vite di prima, ma con una consapevolezza più profonda.

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