‘Supacell’ non è la solita storia di eroi

Su Netflix è finalmente arrivata Supacell, la nuova serie firmata Rapman in collaborazione con la New Wave. Nel cast anche Tosin Cole, conosciuto per il suo ruolo da coprotagonista in Doctor Who.

Supacell: la trama

Una storia di supereroi, quella di Supacell, decisamente insolita. Michael, Tazer, Sabrina, Andre e Rodney, sono cinque persone comuni. Nessuno di loro  è unito da legami, o almeno, così credono. Quelli della serie di Rapman sono senza dubbio “super”, ma di certo non sono “eroi”. Sarà Michael, infatti, il primo a scoprire i propri poteri, tornando indietro nel tempo.

La trama piena di passione e dramma si avvicina ovviamente al genere supereroico. Per salvare la donna che ama, infatti, Michael, si troverà a cercare di riunire il gruppo che vive a Sud di Londra.

Una corsa contro il tempo e i nemici di cui ancora non si conoscono i volti. Un laboratorio nascosto, persone con superpoteri trattenute come cavie, e nessuno che tenta di salvarle. Una premessa, questa, che garantisce l’attenzione su tutte le puntate.

Se ha qualche possibilità di salvarla, Michael deve imparare a padroneggiare i suoi poteri e controllarli: qualcosa che non capisce subito come fare.

Il gruppo che non ci saremmo mai aspettati

Cinque persone comuni, tutte legate da condizioni sociali particolari e disposte a tutto per salvare i loro cari. Partiamo con ordine, proprio come vengono presentati nelle puntate della miniserie. Ogni puntata, a parte la conclusiva, è intitolata con il nome di uno dei componenti del gruppo.

Il vero e proprio protagonista dell’intera serie è Michael. Un uomo comune che per vivere fa il fattorino. È proprio grazie a questo lavoro che scopre i propri poteri. Felice, con una vita normale e appena fidanzato, tutto il suo mondo si stravolge con un incontro inaspettato nel futuro. Deve ancora imparare a gestire i viaggi nel tempo, ma questi gli permetteranno di raggiungere tutti gli altri componenti del gruppo.

Segue a ruota Tazer. Forse il più problematico del gruppo. Un ragazzo in grado di diventare invisibile e che si trova coinvolto nei grandi problemi di scontri tra gang della città. A differenza degli altri, però, Tazer è l’unico a gestire i propri poteri.

Sabrina è una giovane infermiera in cerca di una promozione. Si troverà a combattere contro un velato razzismo all’interno dell’ospedale che le impedisce di far carriera e contro una relazione tossica. Sarà proprio questa relazione a risvegliare i suoi poteri telecinetici.

Un padre con alle spalle un passato criminale in cerca di rivincita. Andre vorrebbe essere un sostegno per il figlio, ma il vero problema è che non sa badare a se stesso. Il potere della superforza cade a pennello su un uomo che non sa gestire la propria rabbia.

Ultimo ma non meno importante, Rodney. Uno spacciatore incapace di fare il proprio lavoro. Il ragazzo super veloce è senza dubbio l’anima della festa, ma dentro di sé ha una versa tempesta.

Supacell: la critica velata alla società

Ciò che rende particolare Supacell è senza dubbio la critica dietro questa storia. I riferimenti alla vita delle persone di colore nel sud di Londra sono chiare. Rapman riesce alla perfezione a trasmettere le problematiche sociali di quella realtà proprio attraverso i cinque protagonisti.

Il velato razzismo citato nelle scene di Sabrina, le gang di quartiere in cui è coinvolto Tazer sono solo un esempio. Per non parlare dei bassifonti e della droga, tema costante in tutte le puntate della miniserie.

La critica più sottile, ma forse la più tagliente, è quella riguardo alla supremazia bianca. Un aspetto della serie che fa riflettere.