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Mubi Film

‘Return to Reason’: un’antologia di Man Ray

Una raccolta dei cortometraggi del grande artista con un nuovo commento musicale

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Return to Reason è il film di Man Ray, disponibile su MUBI.

A essere precisi, non si tratta di un film completamente nuovo, bensì di un’interessante operazione da parte di MUBI: quattro cortometraggi muti del grande artista surrealista statunitense, Man Ray, vengono riproposti in un unico film e accompagnati da una nuova colonna sonora, a opera del gruppo americano SQÜRL. Un ottimo modo per riscoprire opere che hanno fatto la storia del cinema d’avanguardia.

Due parole su Man Ray

Nato a Philadelphia nel 1890 da immigrati russi, Man Ray passò la maggior parte della propria vita a Parigi, dove entrò in contatto con i circoli surrealisti e dadaisti. Noto principalmente per le sue opere di fotografia, fu anche pittore, scultore e regista: nello specifico, i cortometraggi raccolti in Return to Reason possono essere considerati precursori del cinema surrealista. Morì a Parigi nel 1976.

Return to Reason . La trama

Trattandosi di una serie di opere d’avanguardia, è difficile parlare di una vera e propria trama di Return to Reason. Il primo segmento, L’étoile de mer (“la stella marina”, 1928), della durata di circa 20 minuti, è basato sull’omonima poesia del surrealista francese Robert Desnos, i cui versi compaiono a intervalli sullo schermo. Il corto alterna scene di vita quotidiana di una coppia, vista attraverso quello che sembra vetro smerigliato, a inquadrature stranianti di stelle marine o dettagli di corpi femminili.

Il secondo segmento, Emak Bakia (1926), sempre sui 20 minuti, inizia con inquadrature di parti meccaniche in movimento, per poi passare a una sequenza in cui la celebre attrice Kiki de Montparnasse, musa di molti artisti surrealisti, guida un’automobile per le strade di una città. Il corto include anche il poeta surrealista Jacques Rigaut in abiti da donna e alcune sculture di Pablo Picasso.

Il terzo corto, Le retour à la raison (“il ritorno alla ragione”, 1923), è quello che dà il titolo al film (Return to Reason, appunto). Si tratta del segmento più breve (solo tre minuti) ed è decisamente il più astratto. Vediamo oggetti di uso comune, come molle o chiodi, resi alieni dalla tecnica che Man Ray definiva “rayografia”. La tecnica consisteva nell’esporre oggetti a contatto con del materiale sensibile, di solito della carta fotografica, ottenendo così fotografie senza fare uso di una fotocamera.

Infine, Les Mystères du Château du Dé (“i misteri del castello del dado”, 1929) è il segmento più lungo (quasi mezz’ora) ed è l’unico in cui possiamo riconoscere una trama. Alcuni individui mascherati desiderosi di viaggiare decidono la loro meta attraverso dei dadi da gioco. Il resto del corto mostra i personaggi in viaggio verso la loro destinazione, un antico castello. Anche in questo caso vengono mostrate opere di Picasso, così come altre di Joan Mirò e il giardino cubista di Villa Noailles.

La colonna sonora

Il commento musicale è affidato alla band SQÜRL, composta dal grande regista statunitense Jim Jarmusch e dal compositore e produttore Carter Logan. I brani d’avanguardia, ottenuti con sintetizzatori, chitarre e loop, contribuiscono a creare un’esperienza onirica e straniante quando associati alle immagini dei corti.

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Return to Reason

  • Anno: 2023
  • Durata: 70'
  • Distribuzione: MUBI
  • Genere: Musicale, Sentimentale, Antologico, Avanguardia
  • Nazionalita: Francia
  • Regia: Man Ray