In Sala

‘Gli indesiderabili’, la nuova Francia

Secondo lungometraggio per il regista dopo "I miserabili" dall' 11 Luglio in sala

Pubblicato

3 giorni fa

29 Giugno 2024

Scritto da

Bernardo Mancini

In anteprima la recensione di Gli indesiderabili o Bâtiment 5 (titolo originale) secondo lungometraggio di Ladj ly.

Distribuzione Lucky Red . Dall’ 11 Luglio in sala.

Un doloroso ritratto di una nuova Francia, di una nuova generazione che tenta, disperatamente, di trovare il proprio posto nel mondo.

Sebbene sia stato scritto e messo in produzione ben prima dello scoppio delle proteste di Nahel Merzouk nel giugno 2023, il film è stato definito un esame tempestivo di alcune delle stesse pressioni sociali e politiche che hanno portato alle rivolte. Il regista, come nel primo film, Les Miserables, riesce a coniugare vita reale e finzione riuscendo a sottolineare l’importanza di determinati argomenti sociali.

La Trama de Gli indesiderabili

In un piccolo sobborgo vicino Parigi, la storia di un quartiere, di una comunità, di una donna. Tutto inizia quando, dopo la morte improvvisa del sindaco durante la cerimonia di demolizione di un palazzo, il progetto di riqualifica del quartiere passa nelle mani di Pierre Forges, un giovane medico che verrà scelto come successore. L’operazione, prevede la demolizione dell’isolato dov’è cresciuta Haby.

Haby lavora al municipio come stagista ma è anche una figura di riferimento per il quartiere e per l’edificio in cui abita. Un enorme insieme di abitazioni in cui si mischiano culture, idee e famiglie da tutto il mondo. Il nuovo sindaco, si dimostra ben presto decisionista e pronto a usare le maniere forti contro la gente del quartiere. L’idea è di demolire, riqualificare e abbattere culture e intere famiglie entrate in Francia clandestinamente.

Tra i primi provvedimenti impone una sorta di coprifuoco contro le bande giovanili e non esita a impegnare la polizia contro chi protesta o semplicemente prende la parola. Nel frattempo ospita nel quartiere profughi siriani, di religione cristiana, e addirittura li invita a casa sua per la cena di Natale, manovra più propagandistica che altro. Inoltre il sindaco e il vicesindaco, che appartiene alla comunità nera e islamica, c’è un sotterraneo conflitto nonostante si trovino dalla stessa parte nel partito. La battaglia principale, rimane, quella con Haby, che decide di candidarsi al municipio alle imminenti elezioni.

Personaggio reazionario e violento è il compagno di Haby, che a differenza della giovane politica, non riesce a frenare la propria rabbia sfogandola in un finale di film violento, disastroso ma, al tempo stesso, commovente e straziante.

Da Kassovitz a Ledj Ly

Era il 1995 quando Vincent Cassel, davanti a uno specchio, cercava di imitare Robert De Niro per poi scendere in piazza in una banlieue parigina. Trent’anni dopo le scene, le problematiche, i dissapori con le autorità, rimangono invariate. Ledj Ly aveva indagato nel primo lungometraggio una storia di lotta tra popolo e forze dell’ordine, un’antica battaglia sociale, condita da riprese eccezionali e sequenze mozzafiato.

Ne Gli indesiderabili, il regista è più cauto, più attento, più realistico. Riesce a raccontare con estremo realismo, seppur con qualche eccezione, le condizioni disastrose in cui sono costretti ad abitare molti cittadini. La scena madre è il momento dello sgombero del palazzo: panni, giochi, materassi, vestiti, televisori, accessori vengono tirati giù dalle finestre e salvati dall’imminente demolizione. Intera famiglie private non solo di un alloggio, ma anche della propria identità.

Un film importante per le nuove generazioni francesi e anche per l’imminente situazione politica che si sta delineando nel paese. Un film, quindi, coraggioso e audace capace di utilizzare il grande schermo come grande lente sul mondo e sulla società. Punto di forza del lungometraggio è assolutamente la fotografia usata da Ledj Ly con cui riesce a descrivere queste realtà così dure.

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