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“Eric” : Mondi sommersi

Utilizzando il clichè del bambino scomparso la serie Netflix approfondisce la psicologia del suo protagonista e il contrasto tra il sotto e il sopra

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Eric

Su Netflix Eric la miniserie creata da Abi Morgan e diretta da Lucy Forbes. Prodotta da Little Chick e Sister, nel cast Benedict Cumberbatch, Gaby Hoffmann e McKinley Belcher III.

IL TRAILER – Eric

Sconfiggere il demone – Eric

Alla conclusione di Eric, la serie Netflix riesce nella sua destrutturazione del bambino scomparso approfondendo la psicologia del suo protagonista e servendosi di una struttura seriale articolata, in cui il vero scopo è riassettare la creatività di Cumberbatch recuperando la sua infanzia. Eric parte e tiene ben saldo il topic di fondo. Il conflitto. Una mappa conflittuale morale assieme a quella concreta del ritrovamento del piccolo Edgar. Suo padre Vincent è un burattinaio, disegnatore e artefice del successo di un show televisivo per bambini.

A differenza della serie con Jim Carrey Kidding, il mondo dell’infanzia in cui agisce Cumberbatch è un universo di asperità, conflittualità relazionale e cinismo da cui è difficile uscire. Il protagonista difatti con la scomparsa del figlio concretizza per gradi la sua parabola discendente. Quella della famiglia, del padre ricco imprenditore arido e della madre che per anni ha impasticcato Vincent per sopperire a ogni sua inclinazione e talento artistico. E quella del lavoro, un ambiente tossico e gerarchico tra la politica e una  tv presentata come un prodotto ben lontano dall’essere l’isola innocente dove si erigono amorevoli pupazzi per bambini.

Vincent e la catarsi verso Edgar

Perché Vincent ha un demone che lo mangia, avendo lasciato nel dimenticatoio per anni la creatività del burattinaio per l’eccesso dell’istrionico costruttore di sogni. E Cumberbatch ed Eric attingono a tutto ciò che è conforme alla categoria dell’antieroe. L’ex Doctor Strange fa ampio uso di cocaina mischiando alcol e poche ore di sonno. È  irascibile con molta poca attenzione al potere e al comando di chi è sopra di lui. Vincent infatti è un ribelle e nella New York anni ottanta esplora il proprio demone creandosi un mondo tossico attorno. La relazione ormai in caduta libera con la moglie, “l’usa e getta” col migliore amico creatore assieme a lui dello show, un’ abbastanza evidente allergia nei confronti dei dirigenti del network e dei politici della grande mela. Vincent è il demone di se stesso, coabita con esso, lo combatte con le medicine, costringendo la sua apatia quasi totale a mangiarsi i pochi bricioli di empatia rimasti. Così la sparizione del figlio Edgar diventa qualcosa di più. Una catarsi tra il personaggio e la sua interiorità repressa e ristretta per troppo tempo.

Il sopra, il sotto – Eric

Mentre di Edgar non vi è traccia , rapito chissà da chi, Eric fa a monte un discorso interessante unendo la componente tematica con quella della propria struttura seriale. Perché alla fine la serie Netflix è un ibrido di generi. Dal dramma psicologico si passa rapidamente al thriller poliziesco con costruzioni narrative, verticali e orizzontali e trame costruite come piccole e medio grandi narrazioni esplorando una città che ha ramificazioni sociali, politiche e di degrado civile. Il ponte tra il sotto e il sopra della serie è il detective Michael Ledroit incaricato di investigare sulla scomparsa di Edgar. Come un’altra serie Netflix, Mindhunter di David Fincher, i bambini scompaiono in una città che inghiottisce tutto e tutti. Così come Eric lotta continuamente con le sue due vite: la dimensione centrale e quella laterale, Ledroit ha diversi compiti nel corso della serie.

Il mondo sommerso di New York (alert Spoiler)

Ledroit deve celare l’omosessualità nella piena stagione dell’HIV, e personificare il poliziotto che combatte il sistema da dentro. New York sembra Gotham, e Ledroit cerca per quanto può di ribaltare il sistema corruttivo e cancerogeno tra legge e politica. In un complesso seriale che ha dentro il sotto e il sopra. La grande mela che si vede in Eric è una città specchio divisa in due entità. Quella della superficie dove tutto rimane senza soluzione, e l’urbe sommersa popolata da clochard lasciati al loro destino in n attesa che la propaganda politica faccia di loro una pulizia per fini elettorali. E se il fatto che Edgar è un po’ un Pollicino rimasto da inizio serie nel bosco sotto-urbano della città, espediente che non lascia nulla alla scoperta rendendo la serie prevedibile, tale stratagemma è in linea con la decostruzione del genere. Eric riesce a non farci pensare poi tanto al destino di Edgar, concentrata com’è la miniserie ad analizzare i demoni di Cumberbatch e il degrado di una New York allo sbando per l’eccesso di stato senza stato.

 Eric, il demone mentore

Ma in Eric è fondamentale la forma che prende il demone di Vincent, realizzato dall’immaginazione del burattinaio. Che è vero, falso, cattivo consigliere proprio come lo erano il gatto e la volpe per Pinocchio. La fabula nera sembra applicarsi al viaggio di Cumberbatch nella sua mente. Creando il disegno del figlio e mutandolo nel mostro parlante che direziona Vincent nel pozzo profondo delle sue insicurezze e del suo declino. Non sembra eccessivo pensare che Abi Morgan abbia visto con molto interesse il rapporto di Michael Keaton col suo Batman in Birdman di Inarritu, e abbia cercato di creare una stessa dinamica. Dalla carta Eric prende forma divenendo un mentore villain.

Approfitta della psiche già abbastanza instabile di Vincent per consumarla, quasi annientandola, rendendo Cumberbatch quella nullità creata dal peso del padre e dai farmaci della madre. Ma Eric è un incubo e come tutti gli incubi è astrazione, formulazione ed estensione delle paure di un individuo, e come tale la sua sopravvivenza è direttamente proporzionale al superamento dei dissidi interiori del protagonista. Così il viaggio verso il figlio si trasforma nella sostituzione del topic del conflitto, e nel risolvimento di questo attraverso la ricerca d’affetto cercata disperatamente per tutta la serie da Cumberbatch.

Eric risulta un azzardo riuscito scommettendo sulle conseguenze psicologiche del thriller piuttosto che solo su quest’ultimo. Le forme verticali e orizzontali alla fine riescono ad unirsi verso un finale in una città che rimane a pezzi ma piena dell’elisir conquistato da Vincent.

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  • Anno: 2024
  • Durata: 50'
  • Distribuzione: Netflix
  • Genere: thriller psicologico
  • Nazionalita: Usa/Gb
  • Regia: Lucy Forbes
  • Data di uscita: 30-May-2024