Al ShorTS International Film Festival arriva in concorso anche Waldeinsamkeit di Silvana Roth, un cortometraggio della regista tedesca e animatrice 2D che ci trasporta nell’intensa visione di un’ anziana protagonista fortemente in contrasto con il mondo moderno. Le persone che la circondano in una città inquinata, sia dallo smog che dagli schermi dei telefonini, sono anime disconnesse e distanti. Ma la Natura che riporta ad apprezzare la vita e la profonda connessione col mondo, la farà immergere in un onirico viaggio avvolto dal sentimento di Waldeinsamkeit.
Waldeinsamkeit
Termine composto da due parole: “Wald” (foresta) e “einsamkeit” (solitudine). Rientra nello spettro linguistico di quelle parole straniere coniate solo in una lingua e quasi intraducibili in un’altra. Questo fenomeno è particolarmente caratteristico perché racconta molto di ciascuna cultura, ma soprattutto in questo caso, del luogo. Sebbene il fenomeno dell’inghiottimento dalla vita frenetica delle grandi città sia ormai prevalente in tutte le società, la Germania è un paese europeo famoso per il suo verde e radicata alla sua Black Forest. In generale, possiamo considerare ” l’essere umano tutto ” bisognoso da sempre di una ricaricarica nella Natura rigenerativa. Questa esigenza diventa problematica oggigiorno dal momento che la routine moderna impedisce una via di fuga. Con questo termine “Waldeinsamkeit”, che ci rimanda alla sensazione di benessere in mezzo agli alberi, è chiaro come la protagonista senta il bisogno di togliersi le scarpe e riconnettersi con la terra.
Il Cortomeraggio
I colori del corto si mantengono sui toni del grigio, come la città che inghiotte con i suoi fumi tossici, la protagonista. Grigie sono le strade e grigie le persone che le vivono. Ma il suo viaggio onirico nella foresta, sebbene sia notturno, ricolora lo schermo con il verde scuro delle chiome degli alberi e con il marrone delle cortecce.
Nel buio notturno della foresta la luce bianca della luna rischiara ogni cosa, in contrapposizione con le luci gialle dalle finestre delle case che illuminano la notte nella città. Un elemento significativo che si ripropone durante questi 4 minuti di cortometraggio sono gli occhi. All’inizio gli occhi delle persone sugli schermi dei telefonini, poi gli occhi della protagonista, incapaci di trovare una connessione con gli altri che non le restituiscono lo sguardo.
La rugiada sulle foglie degli alberi le trasforma in pupille osservanti, le stesse pupille che non si sollevano, mai tra le persone sull’autobus o in metropolitana. Infine le finestre delle case che sembrano altrettanti occhi luminosi, dentro ai quali la gente vive e si rifugia, dimenticando di riconnettere i propri passi ad un terreno che non sia cemento.
Credits
Music: Enya Liao
Sound design: Andrew Howie
Assistant Animators: Renata Javorka e Magnus Baird