Il cortometraggio Il mondo salvato dalle ragazzine, verrà presentato allo ShorTS International Film Festival nella categoria Italia in ShorTS. Il progetto, vincitore del bando Avisa 2021 dell’Isre, è stato realizzato dalla regista e performer Maria Luisa Usai.
Maria Luisa Usai non nasce come regista, bensì come attrice e performer. Dopo aver studiato storia dell’arte e approfondito i linguaggi teatrali con un focus sulle performing arts, ha iniziato a creare spettacoli originali mantenendo un’attenzione particolare alle creazioni sceniche multidisciplinari.
Come possiamo vedere anche dallo stesso cortometraggio, la regista è molto attiva nel campo di azioni artistiche di comunità: laboratori, spettacoli e progetti con adolescenti, rom, migranti e donne. L’attenzione alle minoranze che ha sempre caratterizzato la regista è stata premiata, nel 2021, con il premio Avisa (Antropologia Visuale in Sardegna) dell’Isre.
Il mondo salvato dalle ragazzine: una doppia trama
In un’alternanza di strade cittadine e buchi neri dell’immaginazione si sviluppa, per le cinque ragazzine, un viaggio condiviso nella creazione di un film e immersione nel reale.
Le cinque ragazze di Sassari vogliono salvare il mondo; nessuno sa se ci riusciranno o meno. Sappiamo solamente che hanno dei superpoteri, qualcosa da dire e desideri imprevedibili e mutevoli. Sogni, fantasia e lo sgombero di un campo rom convivono nella stessa esistenza, in un film senza fine.
Il superpotere più forte di tutti: l’immaginazione
La fantasia e l’immaginazione sono forse i cardini portanti dell’intero cortometraggio. Ne il mondo salvato dalle ragazzine, questi due lati si fanno forti proprio nella loro mente.
Un docu-fantasy, quello di Maria Luisa Usai, in cui risaltano la battaglia adolescenziale, i problemi e le pressioni sociali che vivono costantemente i ragazzi di oggi, con una forte immaginazione che non può essere altro che rivoluzionaria.
Utilizzando la fantasia delle cinque ragazze, la regista intraprende le riprese di un doppio film. Mentre le protagoniste sono convinte di recitare in un film fantasy, l’autrice è convinta di filmare un documentario. Un confine sottile: la vita irrompe nel cinema e viceversa.
‘Agli sgomberati, ai senza dimora, ai senza patria,
ai non ancora adulti, ai mai adulti,
al potere rivoluzionario dell’immaginazione.’
-Maria Luisa Usai
Il buco nero: la via di fuga dalla realtà
Non si può parlare de Il mondo salvato dalle ragazzine senza soffermarsi sul buco nero, il culmine dell’intero film, dove la realtà si trasforma in finzione e viceversa. A marcare la potenza dell’immaginazione delle cinque ragazzine, il loro vero superpotere, è la rappresentazione stessa del buco nero. Un semplice spazio buio chiuso da una tenda nera si trasforma nel rifugio delle nostre eroine. È proprio in questa stanza, che la voce fuori campo delle protagoniste spiega cosa sia l’immaginazione accompagnata da un susseguirsi di immagini quasi oniriche.
Il buco nero non è solamente immaginazione. La paura verso l’ignoto è trasformata dalle ragazzine in un posto sicuro, dove poter liberare completamente la propria fantasia. I dialoghi della scena sono accompagnati dai primi piani carichi di emozione e dalle parole cariche di speranza delle adolescenti.
In questo ambiente quasi nascosto, ignoto, le cinque ragazze mettono a nudo le loro paure e le loro insicurezze, grazie alle domande della regista.