Una giovane maga in un piccolo paese conservatore e bigotto d’America, crea scompiglio, morale e meteorologico, nella comunità. E nel cuore di un ragazzo che è disposto a tutto per lei. Lei vive con lo zio e la nonna, lui ha subito un lutto che lo porta a isolarsi nella lettura. E saranno proprio i libri, di ogni genere, a unirli e, forse, dividerli. Il loro sentimento passerà per prove durissime, provocate dalla natura di lei ma anche dall’incantesimo che lui, umano, le ha fatto: l’amore.
Ennesimo best-seller fantastico sentimentale, ennesima trasposizione filmica tutta puntata sulla rielaborazione in chiave fantasy, con venature horror, di attimi salienti e problematiche tipici dell’età adolescenziale.
La storia sa, dopo anni di sovraesposizione mediatica alla Twilight Saga, di già sentito, ma stavolta i ruoli dei due amanti sono invertiti: lui, Ethan (Alden Ehrenreich) è un giovane umano all’ultimo anno di scuola, molto interessato alla scrittura e sul punto di scegliere il college; lei, Lena (Alice Englert), è una creatura immortale sospesa fra il bene e il male e dotata di poteri sovraumani. Nessun vampiro, no, sarebbe davvero troppo. Stavolta si vanno a scomodare streghe e stregoni o, per non offendere la sensibilità degli appartenenti alla categoria, maghi.
Richard LaGravenese trae dal romanzoLa sedicesima luna, di K. Garcia e M. Stohl, il suo nuovo film Beautiful Creatures –La sedicesima luna, film che con Twilight ha così tanto a che spartire da risultare in gran parte soltanto un suo surrogato, falsa partenza, questa, che non desta nello spettatore neppure il flebile interesse iniziale per la rielaborazione in chiave emotivo-puberale di personaggi chiave dell’antropologia orrorifica.
La somiglianza, oltre che nella coppia di nuovi Romeo e Giulietta contornati da personaggi di maggiore o minore spessore, si intravede già dall’ambientazione: un paesino che, come tanti, non offre grandi speranze ad un giovane con delle aspettative di poco superiori alla mediocrità, e la scuola superiore che i giovani protagonisti (umani e non) frequentano.
LaGravenese e gli autori del romanzo si regalano qualche freccia da scoccare contro il fanatismo religioso, cattolico in primis, con l’inserimento, all’interno della piccola comunità di una sorta di gruppo di preghiera talmente agguerrito da essere riuscito ad asservire al suo smodato credo gran parte della giovane popolazione e, ancor peggio, da aver stilato una lista di libri vietati, che nessun abitante del paese dovrebbe poter leggere.
Inutile dire che i titoli della lista siano le letture preferite dell’aspirante scrittore Ethan che, stanco della vita/non-vita che il paese natio gli aveva fino ad allora riservato, scorge nella nuova compagna di classe Lena, nipote del proprietario terriero Macon Ravenwook (Jeremy Irons), vecchio misterioso e solitario, tacciato da tutti come stregone, una possibilità di allontanarsi dalla monotonia e dalla vacuità di quella vuota esistenza.
Un interesse dapprima marginale che poi diventerà il motore stesso della storia, una storia d’amore impossibile che per i due ragazzi (Ethan che vuole trovare qualcosa di speciale in un paese di cui ormai conosce a memoria ogni più piccolo particolare e la magica Lena, tanto speciale da desiderare solo di uniformarsi alla vacuità che impera nel paese) rappresenta anche la personale lotta per acquisire un ruolo attivo e adulto nella società.
Come per il vampirismo, che inTwilightera sinonimo anche di desiderio fisico e di sessualità, inBeautiful Creatures la magia si porta dietro un bagaglio emozionale che culmina nell’essenza stessa dell’amore, nella suprema volontà di concretizzare i desideri del partner e di riuscire a proteggerlo da ogni interferenza.
Peccato che i ritmi d’esposizione e i ciclici ritorni di situazioni già viste non aiutino l’attenzione dello spettatore, nonostante gli autori si siano anche impegnati nell’inserire qualche ironica strizzata d’occhio (come i continui riferimenti a Google per spiegare l’onniscienza del mago Ravenwood). Decisamente negativi gli esiti degli effetti speciali in computer grafica. E pensare che il film sembrava, inizialmente, volersi collegare a tutta una serie di film teen-horror anni ’80…