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‘L’amante dell’astronauta’ galleggia nello spazio angusto del desiderio

Il tema è interessante, gli attori credibili, ma la struttura narrativa del film rivela una leggerezza che non è solo positiva

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L'amante dell'astronauta

Non è che perché un film parli di omosessualità associata alla felicità e alla spensieratezza che si debba per forza gridare al capolavoro!

L’Amante dell’astronauta non è solo una storia spudoratamente felice: tratta un tema interessante, per altro non nuovo al regista argentino Marco Berger, e gli attori, Javier Orán e Lautaro Bettoni, sono belli, bravi e credibili. Ma la location resta un cliché e la struttura narrativa del film rivela una leggerezza che non è solo positiva. Ma cominciamo dai pregi del film.

In sala con Circuito Cinema.

L’amante dell’astronauta.  Un romanzo di formazione in cui l’omosessualità è un gioco

I due protagonisti si piacciono fin da subito, sbirciandosi dalle finestre. Teleobiettivi puntati sull’oggetto del loro desiderio ma anche su di loro insieme, invitando noi spettatori a spiarli nell’attesa di stupirci di ciò che vedremo/ascolteremo. Ed è proprio questa divertita e vagamente impudica curiosità che ci spinge avanti nel film: infilarsi nelle pieghe di una liaison appena nata e scoprire le dinamiche in crescita, le criticità, gli ingranaggi dell’innamoramento. Se questo innamoramento è tra due uomini, non è una esperienza così comune (cinematograficamente parlando).

A fronte di una regia empatica e attenta ai dettagli, la sceneggiatura resta inconsistente, impedendo ai personaggi di svilupparsi. Il racconto procede incerto, a tratti ripetitivo, i dialoghi frizzanti rendono presto i personaggi familiari. Tuttavia questi stessi dialoghi si susseguono attorno allo stesso argomento: il sesso, il fallo, il gioco e il desiderio. Quest’ultimo, camuffato, frustrato, dissimulato, giocato, sembra fino ad un certo punto il centro della vera sfida narrativa, ma rischia ben presto di appiattirsi ruotando sempre su se stesso come un disco rotto, perdendo di credibilità e facendo franare su di sé l’intero impianto narrativo.

Il meccanismo si inceppa il primo giorno in cui i due si ritrovano in spiaggia quando le battute insistenti e ammiccanti di Maxi nei confronti di Pedro s’infrangono nell’apparente disinteresse dell’amico che solo poche ore prima aveva immaginato di giacere con lui. Più proseguiamo nelle scene più perdiamo di vista cosa, realmente, faccia innamorare i due protagonisti. Non parlano di nulla che possa rivelare l’un l’altro la reciproca posizione nei confronti del mondo. Piccoli pettegolezzi, giochi di parole, sfide di seduzione, specie se continui e alternati in modo regolare, fanno apparire i due venticinquenni più giovani di dieci anni, quando il sesso e le relazioni sono poco più che una sbiadita imitazione del mondo dei grandi.

Singolar tenzone, singolar finzione

Dei due, quello che conduce il gioco è il sedicente eterosessuale. E per quanto l’altro sia consapevole e scaltro nella propria scelta, esplicita agli occhi del gruppo, questi accetta il “gioco” di ruolo proposto dell’amico non accusando mai la pericolosità di quel crinale. Non sentendosi mai oggetto di scherno, fenomeno con cui trastullarsi. La situazione invece metterebbe alla berlina innanzitutto il reale desiderio di chi dei due si dichiara autenticamente gay. É come se, in fondo, mentissero in continuazione: il primo a non rivelare esplicitamente una curiosità per l’altro, l’altro a non dire mai davvero che quel gioco lo diverte solo nella misura in cui l’esito si riveli quello di dimostrare la velata omosessualità di Maxi. Al contrario Pedro gli confida che per quanto possa sforzarsi, un eterosessuale rimarrà sempre tale, anche se fa l’amore con un uomo. In pratica i due mentono, ciascuno dalla propria posizione, che non è però una posizione profonda, radicata, vissuta e travagliata, ma solo quella che “gli altri” si aspettano da loro. La domanda sorge spontanea: sono i personaggi a prendersi in giro tra loro o è il regista che sta prendendo in giro noi?

L’amante dell’astronauta: Lo sviluppo della relazione (che non c’è)

Inoltre è da considerare come viene reso per immagini lo sviluppo di questa relazione, fondamentale in una dinamica di innamoramento. Siamo abituati nel cinema ad amori travolgenti (omosessuali o meno) in cui il sesso, l’attrazione fatale (per citare Adrian Lyne) è cardine e motore della forza centripeta che spinge gli amanti uno verso l’altro. Qui non c’è contatto. Ma non c’è neanche la distanza cosmica che il titolo sembra suggerire. I due, semplicemente, sono personaggi senza passato, senza presente e senza futuro. Senza motivazioni e obiettivi che non siano quello di finire a letto con l’altro. E c’era bisogno di due ore di film per raccontarlo? C’è un erotismo leggero, continuamente esplicitato dalla parola, che nel corso della relazione rimane metacomunicato. Si parla del potenziale. Mentre è  più credibile l’innamoramento di Maxi, ancora informe e alla ricerca di una propria identità, la cosa si fa più bizzarra da parte di Pedro, che dovrebbe aver più chiara l’ingenua volontà dell’amico di “fingersi” l’omosessuale che non è per trovare l’omosessuale che realmente è. La relazione è epurata da tutti i momenti “collettivi”, quotidiani, che aiuterebbero i due personaggi a farsi più sfaccettati, multiformi, credibili, ruotando invece solo attorno ai momenti di felice coincidenza empatica tra i due. Come se tutto il resto non solo non esistesse più, ma non fosse mai realmente esistito.

L'amante dell'astronauta

I ragazzi abitanti la casa al mare scherzano, ammiccano, alludono sulla relazione tra i due.

Conclusioni

A dispetto di quanto detto finora, non si tratta di un brutto film, ma piuttosto di una occasione perduta. I due temi essenziali, il desiderio e l’identità, hanno mancato l’appuntamento con un asset straordinario: l’opportunità di parlare d’amore a prescindere dal genere.

Marco Berger, già popolare in Argentina, sbarca per la prima volta nelle sale italiane grazie al Circuito Cinema Distribuzione, accontentando di certo chi ama le commedie romantiche, meno chi è a caccia di storie capaci di affrontare temi legati alla cultura queer, come da molti anticipato.

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L'amante dell'astronauta

  • Anno: 2024
  • Durata: 116
  • Distribuzione: Circuto Cinema
  • Genere: commedia romantica
  • Nazionalita: Argentina, Spagna
  • Regia: Marco Berger
  • Data di uscita: 20-June-2024