‘Il mare nascosto’ di Luca Calvetta all’Ischia Film Festival

Il mare nascosto di Luca Calvetta viene presentato il 29 Giugno alle ore 21 durante la serata di apertura dell’Ischia Film Festival. La kermesse che, dal 2003, promuove con passione la diversificazione culturale dei territori attraverso l’audiovisivo e il Cineturismo.

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Ischia Film Festival si svolge nell’esclusiva location del Castello Aragonese d’Ischia. Proiezioni all’aperto e incontri con gli autori sono ospitati in incantevoli scorci circondati dal mare.

Il film di Calvetta sembra dunque trovare la sua cornice perfetta; il titolo stesso del film ce lo dimostra. L’opera, infatti, si apre con questa immagine: una distesa sconfinata, una finestra panoramica sull’immensità e l’infinità del mare.

Il mare nascosto – sinossi

Il mare nascosto unisce cinema, teatro e documentario. Liberamente ispirato alla favola di Saint-Exupéry, Il piccolo principe, racconta il viaggio di un giovane immigrato attraverso i volti e le ferite del Sud Italia. Un tentativo di riappropriarsi della propria storia e forse del proprio avvenire. Ma non è solo in questo viaggio. Le parole del narratore si confondono infatti con quelle dei tanti personaggi incontrati e soprattutto con la voce dei luoghi attraversati. Il mare nascosto è una riflessione sul potere salvifico dell’arte.

Nel cast: Ascanio Celestini, Marco Leonardi, Anna Maria De Luca, Carlo Gallo, Carmelo Giordano, Nadia Kibout, Kento, Gioacchino Criaco, Mohammed Amine Bour e Josephine Faraci.

Il mare non finisce mai

Ascanio Celestini, voce e corpo narrante del film, ci guida in un viaggio poetico, metaforico, favolistico. Un viaggio che non ha confini di tempo, di luogo, di definizione, di rappresentazione. Una ‘traversata’ in cui cinema e teatro convivono.

Siamo davanti ad uno schermo cinematografico, ma anche di fronte ad un palcoscenico. Seguiamo i protagonisti del film e i loro movimenti. Ma, allo stesso tempo, ascoltiamo le parole e i monologhi degli attori in scena. Mentre spesso rimangono seduti, quasi immobili su una sedia, e si rivolgono direttamente alla macchina da presa. Insomma, i piani dell’arte volutamente sconfinano e s’intersecano continuamente.

Non a caso l’immagine iniziale che apre l’opera filmica è proprio quella del mare. Uno spazio enorme, smisurato, indeterminato, ma anche pieno, totale, assoluto. Involucro di innumerevoli immagini e significati: speranza, desiderio, possibilità, cambiamento, purificazione. E ancora: pericolo, mistero, ignoto. Mare come tragitto. Mare come partenza, come arrivo, come meta, come inizio e come fine.

Il mare nascosto. Riemergere

Celestini parla come un narratore: descrive, legge, commenta, anticipa la narrazione. Come un amico: incoraggia, ascolta, aiuta il giovane protagonista. Ma è anche un faro: posa lo sguardo e illumina permettendoci di scorgere una verità che ci riguarda tutti. Una verità che emerge e resta perché non più nascosta ma raccontata e quindi resa visibile. Così l’attore ci rivela sin da subito l’intenzione del film: restituire ai senza voce parole che non hanno mai avuto.

Chi sono ‘i senza voce’? Banditi, stranieri, esiliati, ma anche paesi abbandonati, pietre… Diventa quindi necessario raccogliere testimonianze, conoscere e riconoscere, attraverso di esse, la storia e la vita di una ‘presenza appena accennata’. Per non rimanere indifferenti. Per combattere il pregiudizio. Per vedere l’altro. Per immergerci nel mare.

Un viaggio fatto di tappe, d’incontri, di confronti con persone e luoghi. In cerca di una meta, di un identità, di un nome che non ci viene assegnato ma che scegliamo noi. Un tragitto che parla anche del valore dell’arte come testimonianza e luogo di detriti trasformabili: ‘dalla spazzatura alla luce’.

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