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In Sala

Blue Valentine

Dean e Cindy si sono incontrati per caso, si sono amati tanto, hanno fatto una famiglia felice ma ora l’amore li ha lasciati e loro stanno per fare altrettanto, l’uno con l’altro. Mentre si concedono forse l’ultima notte insieme, nella “camera del futuro” di un motel a ore, ricordano quel che c’è stato, quello che hanno avuto e che non c’è più.

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Anno: 2010

Durata: 120′

Nazionalità: USA

Genere: Drammatico

Regia: Derek Cianfrance

Distribuzione: Movies Inspired

Uscita: 14/02/2013

Blue Valentine di Derek Cianfrance analizza l’ascesa e il declino di una storia di (dis)amore . Protagonisti Dean e Cindy interpretati con toccante autenticità da Ryan Gosling e Michelle Williams.

Un incontro il loro che risveglia in ognuno di noi l’illusione di un sogno romantico (“love at first sight”), struggente nella sua bellezza malinconica, nella sua innocente passionalità, nelle loro (di Derek e Cindy) incomprensibili e meravigliose idiosincrasie. Blue Valentine è un lento viaggio a ritroso nel tempo di questo amore, quello che va dalla disperazione finale di una (forse) ultima notte insieme al riconoscimento iniziale di due anime. Un film, delicatissimo e tragico nella sua verità, che è l’autopsia di un amore, l’illusione romantica che si infrange sullo scoglio della realtà, della disperazione, dell’inconciliabilità.

Il film, presentato al Sundance nel 2010, è una perla indie, di una intensità emotiva difficile da eguagliare, dall’inizio alla fine. Michelle Williams, candidata all’Oscar per questo ruolo nel 2011, si conferma una delle migliori attrici della sua generazione, ma Ryan Gosling, giovane e innamorato prima e marito stempiato devoto e disperato poi, oltre a non perdere mai il suo fascino, è la vera sorpresa, straordinario in ogni momento del film. Del resto si capisce che i due attori hanno preso particolarmente a cuore il film di Cianfrance, che iniziò a scriverne la sceneggiatura nel 1998, tanto da voler produrre il film.

Nonostante la scelta stilistica non facile del regista di rappresentare l’inizio dell’amore tra i protagonisti con una 16mm e la crisi coniugale in digitale, alternando i due tempi della narrazione in modo fluido, facendo confluire il presente nel passato e viceversa, senza soluzione di continuità, il film è equilibrato e mantiene sempre viva l’attenzione e l’emozione del pubblico.

Blue Valentine mi ha ricordato un altro film di grande impatto, Revolutionary Road di Sam Mendes, anch’esso cronaca di un amore finito, non in grado di reggere troppa realtà. Entrambe le pellicole sono attraversate da un’elettricità, un’energia inesplosa,  seppur contenuta nella rappresentazione e nei personaggi. L’ordigno è lì, lo avvertiamo sin dalle prime battute del film, pronto a esplodere, non si sa quando, non si sa perché. Ma mentre il dramma di Mendes si consuma tra le pareti di una casa assediata dalla insopportabile normalità di un’America perbenista e ipocrita che, famelica, inghiottisce nel suo abisso fatto di nulla i due protagonisti, lo sguardo di Cianfrance è più personale, più intimista, più romantico. Anche in Blue Valentine come in Revolutionary Road, il personaggio maschile non si arrende al fallimento della coppia , ma cerca di ricucire gli strappi emotivi e dare una seconda possibilità alla coppia, aggrappandosi disperatamente all’amore provato o all’idea dell’amore come sentimento assoluto e perenne. Il personaggio femminile, invece, in entrambi i casi, avverte per primo la crisi e se in un primo momento si aggrappa ad una sottile speranza, poi esplode e soccombe all’inevitabilità della separazione che, comunque, preferisce alla convivenza forzata e alla distruzione reciproca.

Il paradiso di Dean e Cindy, come quello di Frank e April, diventa un inferno, un deserto di desolazione, in cui la memoria di un passato felice incombe con tutta la sua forza su un presente senza futuro. Fino ai titoli di coda realizzati con una serie di istantanee dei protagonisti, complice una colonna sonora memorabile (in cui segnalo il pezzo scritto e cantato da Gosling, Unicorn Tears, che più di altri esprime il “mood” del film) Cianfrance ci accompagna con grazia e con qualche lacrima all’ultimo lungo addio dove la più grande tra tutte le promesse scambiate viene disattesa, quella di amarsi per sempre.

Maria Cristina Locuratolo

 

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