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‘Desirée Popper’: Voglio essere la migliore versione di me stessa

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Desirée Popper (Fotografata da Marco Onofri)-

«I luoghi comuni si eliminano piano piano, sgomitando».
A dirlo è Desirée Popper, attrice dagli occhi grandi e profondi. Segnatevi questo nome, perché da qui a settembre sentiremo tanto parlare di lei.

La curiosità corre sul filo della nostra conversazione telefonica in un caldo pomeriggio d’estate. Non c’è alcuna inflessione straniera nella sua voce. Parte una domanda, poi un’altra e dopo un breve lasso di tempo arriva la risposta. Precisa e pervasa di serietà. «Ho fatto tanti percorsi che spesso mi hanno tolto credibilità. Sono una che si impegna e studia tantissimo, a volte anche troppo», sottolinea più volte. Ci vuole una buona dose di fiducia in se stessa e molta resilienza per fare l’attrice. E lei possiede entrambe le caratteristiche.

Ha qualcosa di profondamente autentico Desirée. La sua voglia di recitare è così forte che deve cedere a qualcosa che non può controllare.
A “Mare Fuori” deve il suo successo più recente grazie alla partecipazione alla serie da record sin dalla prima stagione. Dal Brasile all’Italia con un biglietto di sola andata e una valigia piena di sogni, sopravvissuta a un passato difficile, adesso Desirée Popper sta vivendo una vera e propria rinascita. E, nell’attesa di rivederla di nuovo nei panni di Consuelo, sarà protagonista di ben due commedie (di cui una internazionale) che rappresentano una sfida attoriale nuova e che vedremo su Netflix quest’estate.

Carmine Elia l’ha diretta in due sedie di successo “ Mare Fuori” e “ Sopravvissuti”. Che rapporto ha con questo regista?

«Carmine é una persona straordinaria, esigente e molto professionale. É uno che ti travolge. Vuole che l’attore reciti a a trecentosessanta gradi, che si conceda. E io mi sono fidata. Nella serie “Sopravvissuti”, ho dovuto letteralmente modificare la mia immagine perché interpretavo un personaggio molto diverso da me. Ero troppo mediterranea rispetto a quanto scritto nella sceneggiatura, e così ho dovuto stravolgere il mio look: capelli corti e tinta bionda. Per me è stato un vero shock! Proprio in quel momento ho capito quanto volessi fare questo mestiere. Quanto, soprattutto, ci credevo. Quando sei abituata e attaccata alla tua immagine, è difficile, da un giorno all’altro, trasformarti in un’altra persona, soprattutto se per esigenze di copione. Ho sofferto tantissimo, lo ammetto. Mi vergognavo così tanto del mio aspetto da “sopravvissuta” che tornavo a casa col cappuccio in testa.»

«Voglio togliere i limiti che mi danno»

Tornando a Carmine Elia, l’ha scelta e diretta nella prima stagione di “Mare Fuori”. Cosa ricorda di quel provino?

«Il casting era per il ruolo di una donna argentina. Mi sono presentata, avevo un accento molto marcato e pensavo che non mi avrebbero preso. E invece, con grande stupore, sono stata scelta sebbene fossi diversa da ciò che cercavano. Sono brasiliana, non argentina, e quindi mi sembrava inverosimile che mi avessero presa. Mi sembra sempre di soffrire della sindrome dell’ impostore. Solo quando mi è arrivato il contratto ho capito che ero davvero entrata nel cast nella serie. Ero così felice che saltavo dalla gioia.»

Desirée Popper (Fotografata da Marco Onofri)

In “Mare Fuori” lei interpreta il personaggio di Consuelo Gomes, moglie del capo della polizia penitenziaria Massimo Valenti. Come ha costruito questo personaggio?

«Consuelo è una donna fragile ma anche molto forte. Sono partita dal suo lato più delicato, dalle sue fragilità che poi ricordano anche un po’ le mie. Quello che più ho amato nell’interpretare questo ruolo, è stata la libertà di dargli una mia identità. Consuelo, all’inizio della serie, aveva un ruolo minore, il suo carattere era poco definito nella sceneggiatura. Ricordo che il primo giorno di set ho improvvisato tantissimo, ho anche parlato in portoghese, ed è stato molto divertente.»

Quindi le piace questo personaggio?

«Nelle prime stagioni non mi ha fatto impazzire. Soprattutto dopo la seconda stagione, mi sentivo un po’ il terzo incomodo. Mi sembrava quasi di intromettermi nella storia d’amore tra Paola e Massimo. E da spettatore avrei voluto che stessero subito insieme. Cerco sempre di non giudicare i miei personaggi ma di dargli una forma, una personalità, anche se sono piccoli e quindi poco approfonditi. Gli costruisco un mondo e do loro una spiegazione. Interpretare questo personaggio è stato davvero un bell’esercizio.»

Nella quarta stagione di “Mare Fuori”, Consuelo viene aggredita e poi violentata. Quanto è stata difficile per lei girare quella scena?

«Ho subito sentito il peso di quelle scene, ma ero grata per la possibilità che avevo di sostenere una prova così difficile. Questo significava che me l’ero guadagnata. Per me è stata una grande responsabilità. Adoro le sfide. Ho sofferto nel girare quelle scene piene di violenza. Sono una persona molto empatica, mi bastano pochi ciak per dare il meglio. E’ qualcosa che non so spiegare: mi immedesimo a tal punto che è come se per qualche minuto vivessi davvero la scena che sto girando. E con il regista Ivan Silvestrini, abbiamo trovato subito una forte alchimia.
Per preparare al meglio il mio personaggio ho fatto delle ricerche, ho visto interviste di donne che hanno subito violenza e mi vengono ancora i brividi se ripenso alle statistiche e ai numeri che ho letto. In Campania, ogni 4 ore una donna denuncia. Pensa quante sono quelle che non lo fanno.»

Ha poi rivisto quella scena?

«Sì, ho rivisto la scena di cui parlavamo prima. Sul set, di fronte a scene cos’è forti, non sai mai come comportarti. Abbiamo allora deciso di usare una sorta di codice di sicurezza, la parola “kiwi”, in caso servisse fermarsi. Rivedendomi sono  stata contenta del risultato. E pensare che non ci credevo. A volte noi attori dobbiamo imparare a fidarci di più.»

Dalle serie Tv ai film, il viaggio di Desirée

Nel film The Cage – Nella Gabbia di Massimiliano Zanin, in onda su Netflix, interpreta Beauty Killer, una lottatrice di MMA. Ha sostenuto un grande cambiamento fisico per entrare nella parte.

«La donna che interpreto in questo film è una cattiva dal cuore grande. E per interpretare questo personaggio ho modificato tantissimo il mio fisico. Ho perso cinque chili, diventando tutta muscoli. Il lavoro su me stessa è stato immenso, e considerando il piccolo ruolo che avevo, ho sicuramente esagerato. Ma io sono così: se mi dai un’opportunità, un ruolo anche piccolo, lo faccio come se fosse il personaggio della vita.
L’allenamento del film prevedeva cinque o sei ore al giorno per quattro settimane, io invece andavo in palestra due ore prima degli altri. Lo facevo per scolpire i muscoli e imparare la tecnica. E poi facevamo anche le varie coreografie, anche se poi molte di queste scene sono state tagliate. Ho cercato di immergermi totalmente e sperimentare tutto quello che concerne la vita di un’atleta agonistica. Ho scelto di interpretare questo ruolo per dimostrare che non sono solo bella: sono anche molto altro.»

«In mare fuori chiedevo sempre di “non essere truccata”. Era la mia occasione per far vedere che posso anche essere altro»

C’è un ruolo che vorrebbe assolutamente interpretare?

«Vorrei tanto interpretare il personaggio di una donna che soffre di una dipendenza. Che sia droga, sesso o dipendenza affettiva poco importa. Mi piacerebbe farlo proprio come ricerca personale.»

E perché?

«Perché mi piacciono le sfide, sono linfa vitale per me. Sono una persona molto indipendente, forse troppo, ho un’indipendenza talmente strutturata che è difficile rinunciarci.»

Desirée Popper (Fotografata da Lorenzo Taliani)

Il prossimo 20 agosto sarà la protagonista femminile del film corale “Falla Girare 2”, diretto da Giampaolo Morelli in uscita su Prime Video. Cosa succederà in questo sequel?

«In “Falla girare 2” interpreto il personaggio di un hacker. E’ un mondo dispotico dove non esiste più internet. Gli influencer sono tutti senza lavoro, non ci sono più le recensioni dei ristoranti, è un posto totalmente assurdo. Io sono a capo della fazione di hacker che vogliono eliminare internet. Il film è una sorta di scontro tra buoni e cattivi. E’ stato molto divertente girare questo film che ha, tra l’altro, un cast strepitoso: Fabio Balsamo, e Ciro Priello e poi Giovanni Esposito, un personaggio che tutti dovrebbero conoscere perché è patrimonio dell’umanità (ridacchia ndr).»

Può raccontarmi un aneddoto divertente sul set?

«Su quel set c’era un’energia pazzesca. Ogni giorno era una festa. Nel film interpreto un personaggio molto serio, a differenza degli altri che sono dei giocherelloni. Spesso non riuscivo a concentrarmi, proprio perché era impossibile non ridere con loro. All’inizio del film c’è una scena dove tutti i personaggi sono seduti al tavolo e mangiano. Era la prima settimana di set, volevo fare bella figura e quindi era ancora più seria di quello che sono normalmente. Iniziamo a girare questa scena, che poi vedrete, dove loro dovevano fare gli stupidi e quindi ridere, io invece dovevo restare seria, ma era difficilissimo.

Inizio a trattenermi e lo faccio così a lungo che improvvisamente divento bianca. A quel punto Giampaolo Morelli, pensando che mi stessi sentendo male, ferma tutto. Per non ridere stavo andando in apnea. A quel punto abbiamo riso tutti a crepapelle, io più degli altri. E questa scena, che secondo il piano di lavorazione andava girata in un giorno, è stata finita in due perchè nessuno riusciva a smettere di ridere.»

Sempre ad agosto sarà tra i protagonisti del film internazionale “The Dadchelor”, diretta da Jon Karthaus e in onda su Netflix. Che ruolo interpreta?

«”The Dadchelor” è un film internazionale girato in Italia. Racconta la storia di alcuni ragazzi olandesi che hanno frequentato l’università a Perugia e che, una volta laureati, sono rientrati in Olanda. Lì si sono trasformati, diventando noiosi e cupi. Decidono così di ritornare per un week end in Italia. Qui ritrovano gli amici di un tempo. Tra loro c’è Giulia, il personaggio che interpreto io, l’ex compagna di università. Questo breve tuffo nel passato si trasforma in una vera e propria avventura dove tutto va fuori controllo e succedono avventure pazzesche, c’è addirittura un rapimento. E’ davvero una commedia divertente. Il cast è internazione, con Jennifer Hoffman, Alvise Rigo, Oscar Aerts e Matteo Simoni. il film è in inglese e andrà sul catalogo Netflix mondo.»

Ha un tatto con la scritta “Warrior”, combattente. Perchè?

«E’ un tattoo scritto con la mia grafia. L’ho fatto un po’ di tempo fa per ricordarmi che sono una combattente e che nei momenti difficili, in cui tutto va male, ce l’ho sempre fatta e ce la farò sempre. Sono una sorta di fenice che risorge dalle sue ceneri.»

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