La baia del silenzio, disponibile su RaiPlay, è un thriller che indaga sui misteri che si annidano in una famiglia, portando alla luce i segreti più inconfessabili.
Diretto da Paula van der Oest, il film è tratto dall’omonimo romanzo del 1986 di Lisa St Aubin de Terán.
Con: Claes Bang, Olga Kurylenko, Brian Cox, Assaad Bouab, Alice Krige, Caroline Goodall, Shalisha James-Davis.
La trama de La baia del silenzio
Will (Claes Bang) è il marito di Rosalind (Olga Kurylenko), un’artista con giovani figlie gemelle. Quando la donna rimane incinta, la loro famiglia allargata si trasferisce in un’enorme casa londinese e si prepara ad una vita dorata. Ma subito dopo la nascita di suo figlio Rosalind inizia a comportarsi in modo strano, maniacale e paranoico, grattando piccole strisce di carta da parati con le unghie. Quando una notte lei scompare con i bambini, Will la rintraccia in una remota casa sulla spiaggia in Francia, dove è successo qualcosa di terribile: suo figlio è morto. Cos’è accaduto? L’uomo scoprirà una verità devastante verità sulla donna che ha sposato.
Una trama complessa, piena di nodi
L’idea alla base del film La baia del silenzio è buona, e anche l’inizio è promettente. Ma poi tutto si perde. Il film manca totalmente di emozione. La cerchi nei volti degli attori, quell’ululato di dolore, rabbia e confusione per la misteriosa perdita di un figlio, ma niente. Neppure un sussulto. Un dramma in cui i personaggi dovrebbero essere portati al punto di rottura emotiva da traumi e dolore. Si tratta di un film dove tutto ruota attorno a una donna – una giovane madre che soffre di psicosi postnatale – eppure il racconto è narrato dal punto di vista maschile del marito.
Una rete di depistaggi
Altra nota dolente del film sono i troppi personaggi secondari e i continui depistaggi che, invece di creare interesse, portano noia e rallentano il ritmo della pellicola. Vengono introdotte una serie di sottotrame inquietanti che non hanno alcuna connessione o relazione con la trama principale, come se fossero state inserite lì per riempire il tempo. Totalmente irrilevanti, e che si dimenticano facilmente. La regista cerca di creare ed evocare un’atmosfera gelida ma non riesce e spreca una buona occasione, realizzando un thriller confuso che inizia e finisce nella Baia del Silenzio.
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