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Biografilm

‘Stray Bodies-Corpi Erranti’: a quando il diritto di scegliere la vita e la morte nel proprio Paese?

Temi fondamentali, come il diritto all’aborto, all’eutanasia, alla fecondazione assistita, non sono ancora patrimonio dell’Europa comunitaria: la regista Elina Psykou racconta storie che invocano libertà e diritti. Film vincitore del Premio Manifesto alla 20a edizione di Biografilm.

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Molti sanno che l’eutanasia non è legale nei Paesi della Comunità europea e chi intende porre fine volontariamente alla propria vita, perché affetto da gravi mali incurabili, deve trasferirsi in Svizzera per scegliere una morte ‘dolce’ e dignitosa. Ma di certo un minor numero di persone sanno che l’aborto non è legale in un Paese come Malta, neppure in casi estremi come lo stupro, e chi trasgredisce è passibile del carcere.

Sembra impossibile nel 2024 dover disquisire ancora su normative del genere, riguardo a conquiste che pensiamo ormai acquisite  e su temi che invece si scontrano a tutt’oggi con manifestazioni anti-abortiste di associazioni che invocano i diritti del feto e della famiglia, contro l’autodeterminazione delle donne. La stessa libertà di scelta che in alcuni Paesi dà diritto alla donna alla fecondazione eterologa, mentre in altri (tra questi l’Italia) considera questa scelta un reato ed un  affronto alla morale.

Di queste tematiche, con sfumature diverse e molto interessanti, tratta il film documentario Stray Bodies-Corpi erranti, della regista greca Elina Psykou, presentato in anteprima italiana alla 20esima edizione del Biografilm Festival,  dove ha vinto il Premio Manifesto  attribuito al migliore film della  sezione Contemporary Lives.

All’ opera, portatrice di uno sguardo e di una narrazione innovativi su argomenti tanto sensibili quanto attuali, il Premio Manifesto è stato assegnato da una Giuria formata da rappresentanti di realtà che si distinguono per l’impatto sociale dei loro progetti, tra le quali: Arca di Noè, Casa contro la violenza sulle Donne di Bologna, Cassero LGBTI+ Center, Next Generation Italy, Perdiod Think Tank, SMK Videofactory e WeWorld.

Per la Giuria “Stray Bodies-Corpi erranti rappresenta un’opportunità per portare all’attenzione collettiva l’importanza del diritto all’autodeterminazione e per ripensare l’Europa come luogo di pensiero progressista condiviso”.

Successivamente  alla partecipazione al Biografilm,  Stray Bodies-Corpi erranti ha iniziato il suo tour nelle sale: dopo il Cinema Farnese ed il Nuovo Cinema Aquila di Roma, il 20 giugno il film sarà presentato al Cinema Massimo di Torino. Sono previste ulteriori proiezioni a Milano, Firenze e Treviso.

Stray Bodies: corpi erranti in giro per l’Europa in cerca di diritti

Chi dice che l’Europa è unita quando, per affermare i propri diritti, si deve viaggiare su e giù per il vecchio continente? In palese violazione delle direttive internazionali, a Malta una donna che acceda all’interruzione di gravidanza è ancora punibile con il carcere fino a tre anni e chi la aiuta fino a quattro.

Quattro storie individuali si intrecciano, nel docufilm Stray Bodies-Corpi erranti, con manifestazioni collettive di protesta per i diritti all’autodeterminazione dei propri corpi, per i diritti LGBTQIA+, per il diritto all’aborto e all’eutanasia. Le quattro protagoniste infatti sono costrette a spostarsi in paesi diversi dal proprio, per aggirare leggi che limitano o vietano le possibilità di accesso ad aborto, fecondazione assistita ed eutanasia, dato che nei loro paesi tali pratiche non sono legali, mentre lo sono in altre nazioni europee o limitrofe.

Il film inizia con una serie di domande-interviste che ci presentano le protagoniste: Cosa ti viene in mente se pensi all’aborto? O se pensi alla FIVET o all’eutanasia? E le risposte ‘immediate’, date da alcune di esse, sono a volte indicative di un’educazione conservatrice che ha inculcato regole e moralismi atavici, di cui loro stesse sono consapevoli e che oggi rifiutano.

Robin, una ragazza maltese, è incinta ma non vuole diventare madre. Caterina e Gaia sono single ma vogliono un figlio. Kiki soffre di una malattia incurabile e vuole che la sua vita finisca con dignità. Le procedure a cui sperano di avere accesso – aborto, fecondazione assistita ed eutanasia – sono disponibili e legali, paradossalmente, in Paesi vicini ai loro: inizia così un viaggio fisico e metaforico, alla ricerca di nuove identità e dell’affermazione della possibilità per ogni donna, di decidere e scegliere se e quando dare la vita e, per ogni essere umano, se e quando voler morire se la sofferenza e le malattie rendono l’esistenza impossibile da sopportare.

Rispetto, ironia,  bieco conservatorismo

La regista Elina Psykou, oltre a seguire le sue protagoniste con uno sguardo pieno di rispetto  – al tempo stesso velato di un surreale umorismo balcanico verso l’assurdità di certe situazioni – intervista e ‘dialoga’ anche con i rappresentanti del più bieco conservatorismo, in ciascun Paese, convinti araldi della fede nell’assoluta proibizione dell’aborto, contro la Fivet per i single (e della fecondazione eterologa anche per le coppie sposate come nel nostro Paese) e ancor più contro l’eutanasia. Persone abili a manipolare le menti ed a far leva sul senso di colpa cattolico.

Il film, che ci accompagna in un viaggio non solo oltre i confini delle nazioni, ma anche delle barriere imposte da leggi e convenzioni, nell’evidenziare l’ingarbugliato mescolarsi dei confini tra logica e assurdità, apre una profonda riflessione
sull’autonomia del corpo in un continente – l’Europa – dove l’eredità cristiana e il conservatorismo ostacolano la libertà
di scelta, in un periodo in cui la conoscenza scientifica afferma, come mai prima, il potere dell’essere umano sulla vita e sulla morte.

“Volevo che il film avesse un carattere cinematografico – racconta la regista in un’intervista – non volevo fare un documentario dove le persone parlano soltanto, quindi l’ho costruito con un pensiero creativo, iniziando ad immaginare luoghi, occasioni, situazioni: alcuni luoghi mi hanno permesso di operare anche visivamente in un certo modo, in Tribunale ed in Chiesa, ad esempio, ho usato anche uno stile ben preciso. Ho fatto alcune scelte proprio in base al mio legame con il cinema di finzione e al tempo stesso con l’idea di voler rendere il film reale, nel senso autentico della parola”.

Stray Bodies -Corpi Erranti, scritto e diretto da Elina Psykou, è Prodotto da Jungle Films, Contrast, DocLab, Red Carpet | Anemon I in collaborazione con Frenel, Long Run Productions, ΕRΤ, RSI Radiotelevisione Svizzera / SRG SSR. Con il supporto di Eurimages, Creative Europe, Greek Film Center, Federal Office of Culture (FOC), Zurich Film Fund,  Alexis Victor Thalberg Foundation, Corymbo Foundation, Direzione Generale Cinema (MIC), Bulgarian National Film Center. Il film, che è stato realizzato con il sostegno del Greek Cash Rebate Program del National Center of Audiovisual Media and Communication (EKOME SA), è una coproduzione tra Grecia, Svizzera, Italia e Bulgaria.

Elina Psykou

Nata in Grecia nel 1977, Elina ha studiato cinema e sociologia ad Atene. Il suo primo lungometraggio, “The Eternal
Return of Antonis Paraskevas”, è stato presentato in anteprima al Forum di Berlino nel 2013 e ha partecipato ad oltre
40 festival cinematografici internazionali. Nello stesso anno, la rivista specializzata Variety l’ha inclusa tra i “dieci registi
europei da tenere sott’occhio”. Nel 2014 ha vinto il premio per il miglior regista esordiente dell’Hellenic Film Academy.

Il suo secondo lungometraggio, “Son of Sofia”, è stato presentato in concorso al Tribeca FF nel 2017 e ha vinto il premio
per il Miglior Lungometraggio Internazionale. “Son of Sofia” ha anche ottenuto cinque premi dall’ Hellenic Film Academy, tra cui miglior film, miglior regia e miglior sceneggiatura. Entrambi i suoi film sono stati inclusi nella lista di selezione dei Premi del Cinema Europeo. Attualmente, si trova nella fase di finanziamento del suo terzo lungometraggio, “Patrimonial Fears and other Illusions” (Berlinale co-production market, CineLink co-production market, Sarajevo FF), e sta sviluppando la sua prima serie, “The Coroner’s Assistant” (Berlinale Co-Pro Series 2024). “Stray Bodies” è il suo primo documentario.

  • Anno: 2024
  • Durata: 109'
  • Distribuzione: Cinephil e DocLab
  • Genere: Documentario
  • Nazionalita: Grecia, Svizzera, Italia, Bulgaria
  • Regia: Elina Psykou
  • Data di uscita: 11-June-2024

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