Franco Maresco, regista e autore palermitano tra i più originali e interessanti del panorama italiano degli ultimi decenni, sarà ospite della 60esima Mostra Internazionale del Nuovo Cinema di Pesaro, manifestazione in programma tra il 14 e il 22 giugno, che gli dedicherà un momento speciale con la proiezione di tutti i suoi film realizzati al di fuori della coppia con Daniele Ciprì.
Gli esordi con Daniele Ciprì
È insieme a quest’ultimo, infatti, che Maresco, nel 1986, dà vita ad un duo registico-autoriale che, prendendo le mosse da una tv privata del capoluogo siciliano, finisce per approdare in Rai, dove collabora in programmi di successo come Blob, Avanzi e Fuori Orario – Cose mai viste.
Il grande successo, però, arriva nel 1992, anno in cui, su Rai3, esce Cinico TV, serie televisiva dagli aspetti grotteschi e surreali che, ricorrendo al solo b/n e utilizzando esclusivamente personaggi maschili, mette in scena, sullo sfondo di paesaggi siciliani desolati e cieli plumbei, un’umanità degradata e abbandonata agli istinti più bassi. Paradigma del decadimento culturale e di una realtà che, tra mafia e povertà, appare sempre più pervasa da una sorta di rassegnato nichilismo, Cinico TV raccoglie un grande successo di critica e pubblico che lo porta ad andare in onda sino al 1996.
Ciprì e Maresco al cinema: Lo zio di Brooklyn e Totò che visse due volte
Nel frattempo, il format viene replicato anche per il cinema con la realizzazione di due lungometraggi fiction dal titolo Lo zio di Brooklyn (1995) e Totò che visse due volte (1998).
Provocatorio e volutamente eccessivo, Lo zio di Brooklyn mette in scena una serie di freaks che, tra crudo imbarbarimento e personaggi in odor di mafia, si muovono sullo sfondo dell’arrivo in Sicilia di un ambiguo ed enigmatico personaggio.
Ancor più provocatorio appare Totò che visse due volte, film diviso in tre episodi in cui Ciprì e Maresco, specie nell’ultima parte dedicata ad una rilettura sui generis della resurrezione di Lazzaro, attingono il tema religioso suscitando le reazioni della censura benpensante. Censura che, ignorando la profondità di un messaggio sotteso ad un’umanità che ha perduto se stessa e il rapporto col sacro, ne proibisce la visione al pubblico intero.
Successivamente sbloccato dall’intervento della magistratura, il film ha il merito di accelerare, con le sue vicende giudiziarie, il processo di abolizione del divieto assoluto di rappresentazione di un’opera cinematografica presso un pubblico adulto.
Da Enzo, domani a Palermo! a Il ritorno di Cagliostro
Seguono due documentari: Enzo, domani a Palermo! (1999), storia dell’impresario cinematografico Enzo Castagna, e Noi e il Duca – Quando Duke Ellington suonò a Palermo (1999), racconto legato ad un concerto tenutosi negli anni Settanta nel capoluogo siciliano da parte del grande musicista jazz. Un genere, quest’ultimo, così amato da Maresco da tornare come protagonista di alcune delle sue opere successive.
Dopo aver girato nel 2000 il cortometraggio Arruso, opera dedicata alla memoria di Pierpaolo Pasolini nel venticinquesimo anno dalla sua morte, nel 2003 il duo di autori torna nelle sale con il lungometraggio dal titolo Il ritorno di Cagliostro (2003), curioso ed esilarante mockumentary che narra le vicende dei fratelli La Marca e della loro Trinacria Cinematografica, scalcinata casa di produzione alle prese con la realizzazione di un kolossal. Fanno da sfondo la presenza di Lucky Luciano e l’ombra della mafia.
Omaggio in salsa siciliana a quel cinema dei B-movie à la Ed Wood, il film rompe il tabù delle presenze femminili ospitando nel cast l’attrice Margareth Woodhouse. Arricchiscono la schiera degli interpreti i critici cinematografici Gregorio Napoli e Tatti Sanguineti, qui nei panni di se stessi.
Come inguaiammo il cinema italiano – La vera storia di Franco e Ciccio
L’anno successivo, Ciprì e Maresco si cimentano nella docu-fiction Come inguaiammo il cinema italiano – La vera storia di Franco e Ciccio (2004), opera realizzata ricorrendo a testimonianze e materiale di repertorio attraverso cui vengono ripercorse la carriera e le vicende personali dei siciliani Franco Franchi e Ciccio Ingrassia, protagonisti tra gli anni Sessanta e Ottanta del secolo scorso di una delle coppie di comici più amate dagli italiani.
Si tratta di uno degli ultimi lavori della coppia. Ciprì e Maresco, infatti, dopo aver realizzato per La7 le serie TV I migliori nani della nostra vita (2006) e Ai confini della pietà (2007), decidono di separarsi artisticamente. Siamo nel 2008.
La separazione artistica con Ciprì: da Io sono Tony Scott a Belluscone
Franco Maresco prosegue la sua attività “da single” realizzando nel 2010 Io sono Tony Scott, ovvero come l’Italia fece fuori il più grande clarinettista del jazz, documentario che, tornando al genere musicale prediletto dal regista, rievoca attraverso interviste e filmati vari il percorso artistico e personale di uno dei più grandi jazzisti di tutti i tempi.
Quattro anni più tardi è la volta di Belluscone – una storia in salsa siciliana (2014), una sorta di racconto a metà tra verità e finzione in cui si ripercorre il lavoro di ricerca dello stesso Maresco sui rapporti tra Berlusconi, berlusconismo e Sicilia. Un lavoro interrotto a metà a causa delle notevoli difficoltà incontrate dal regista, ora misteriosamente scomparso. Indaga sull’accaduto l’amico e critico cinematografico Tatti Sanguineti.
Narrato attraverso le vicende di un impresario e di due cantanti neomelodici, il film vince il Premio Speciale della Giuria Orizzonti alla 71esima Mostra del Cinema di Venezia ed ottiene il David di Donatello 2015 per il Miglior Documentario di Lungometraggio.
Da Gli uomini di questa città io non li conosco a La mia battaglia
Nello stesso 2015, l’autore palermitano realizza Gli uomini di questa città io non li conosco, docufilm che, sullo sfondo di una Palermo dolorosa, rievoca la vita e l’opera del siculo Franco Scaldati, drammaturgo, attore e regista teatrale tra i più importanti del secondo Novecento italiano.
Segue, l’anno dopo, La mia battaglia. Franco Maresco incontra Letizia Battaglia (2016), conversazione in trenta minuti tra il regista e la grande fotografa – scomparsa nel 2022 – che con impegno civile e coraggio ha raccontato attraverso le sue immagini alcune delle pagine più nere della recente storia del capoluogo siciliano.
La mafia non è più quella di una volta: una riflessione sul fenomeno mafioso
Tre anni più tardi è la volta de La mafia non è più quella di una volta (2019), film documentario che rappresenta una sorta di continuazione del discorso intrapreso col precedente Belluscone – una storia in salsa siciliana.
Infatti, a distanza di 25 anni dalle stragi di Capaci e di via D’Amelio, Franco Maresco torna a incontrare alcuni protagonisti della pellicola del 2014 interrogandosi sull’incidenza del fenomeno mafioso nella sua terra. Ne scaturisce un amaro spaccato dai toni grotteschi, candidato al Leone d’oro alla Mostra del Cinema di Venezia 2019 e vincitore del Premio speciale della giuria allo stesso regista palermitano.
Lovano Supreme: il ritorno al jazz
Il 2023 è l’anno di Lovano Supreme, nuovo docufilm con cui Maresco, dopo Noi e il Duca e Io sono Tony Scott, torna ad esplorare l’universo jazz, concentrandosi, questa volta, sulla figura di Joe Lovano, eccellente sassofonista insieme al quale organizza al Teatro di Verdura a Palermo un concerto in omaggio al grande John Coltrane.
Lovano Supreme è ad oggi l’ultima opera realizzata da Franco Maresco, autore libero e profondamente originale, il cui sguardo da antropologo anticonformista ha immortalato, sottolineato, evidenziato vizi, costumi e caratteri non soltanto della sua terra ma di un intero Paese.