Non si può non aver visto almeno una volta nella vita L’attimo fuggente. E’ sicuramente uno di quei film entrati nell’immaginario collettivo sapendo conquistare un posto d’onore tra i titoli apprezzati sia dalla critica che dal pubblico.
Quest anno poi, in modo particolare, sono stati tanti ‘gli omaggi ‘ fatti alla pellicola di Peter Weir da molti studenti delle scuole italiane che hanno scelto di salutare il docente preferito reinterpretando la celebre scena di ‘Oh capitano mio Capitano’ ; nella finzione Ethan Hawke e compagni la dedicano all’indimenticabile prof Robin Williams, recitando i versi del sommo poeta Walt Whitman.
Inserito dall’American Film Institute nella classifica dei film più commoventi della storia del cinema, L’attimo fuggente è un racconto di formazione e una storia di crescita e amicizia che dal 9 giugno 1989 non ha smesso di attrarre il pubblico.
Il film racconta del professor Keating (Williams) che alla fine degli anni Cinquanta viene assunto per insegnare poesia in un rigido collegio maschile del Vermont. L’insegnamento di Keating è rivoluzionario e spinge i suoi studenti a riflettere e a non accettare passivamente quello che viene loro insegnato a scuola in modo ripetitivo e sterile. Tra gli allievi dissidenti ci sono Neil (il bravo Robert Sean Leonard), Todd (Ethan Hawke), Knox (Josh Charles) e Charlie (Gale Hansen), che decidono di fondare il gruppo segreto della Setta dei Poeti Estinti. Intanto Neil cerca di iniziare una carriera come attore, ma si scontra con l’autorità del padre (Kurtwood Smith), indifferente alla passione del ragazzo. La tragedia giunge di colpo ad oscurare l’armonia del gruppo e Keating diventa il bersaglio responsabile.
Trentacinque anni dall’uscita di questo film in un certo senso rivoluzionario che ha fornito un’immagine nuova della figura dell’insegnante, grazie soprattutto all’interpretazione di Robin Williams in un ruolo che in origine era stato assegnato a Liam Neeson.
L’attimo fuggente non si è affatto ispirato a una storia vera: il professor John Keating è stato semplicemente “costruito” intorno a un vero insegnante. Come riporta il sito Collider, Keating si ispira a Samuel F. Pickering Jr., un insegnante inglese avuto dallo sceneggiatore del film, Tom Schulman. Un insegnate che lo sceneggiatore ha definito “affascinante, che amava i suoi studenti, ma che era anche un iconoclasta”. Il docente venne poi cacciato dalla scuola, sebbene non si conobbero mai i motivi alla base di tale allontanamento. Ma il “mistero” fu sufficiente affinché lo sceneggiatore ci costruisse intorno una storia.
Williams basò invece la propria interpretazione su John C. Campbell, suo professore di storia alla Country Day School di Detroit.Era tradizione, per il professor Campbell, nella prima lezione, gettare il libro di testo nell’immondizia, esordendo con una lezione estemporanea. Campbell, dopo 28 anni di servizio presso il collegio, fu licenziato nell’estate del 1991 per non aver dimostrato “soddisfacente volontà ad adattarsi a[gli] standard accademici e professionali”.

L’attimo fuggente
Carpe Diem
Una delle scene e delle battute più famose del film è quella del celebre Carpe Diem, la frase che John Keating insegna ai suoi studenti per invitarli a cogliere l’attimo, a vivere il presente e a non aver paura di accogliere le opportunità. Marchio di fabbrica del film, questa citazione è stata inserita al 95° posto della classifica delle 100 citazioni migliori della storia del cinema da parte dell’American Film Institute.
La frase racchiude quello che è un po’ il tema centrale del film stesso. Locuzione latina originariamente tratta dall’Ode del carpe diem del poeta latino Orazio , è traducibile in “afferra il giorno” ma spesso resa appunto con “cogli l’attimo“, traduzione efficace a trasmettere il concetto che le parole latine volevano esprimere. È un invito a godere ogni giorno dei beni offerti dalla vita, ad apprezzare ciò che si ha. Si tratta non solo di una delle più celebri poesie della latinità, ma anche di una delle filosofie di vita più influenti della storia, nonché di una delle più fraintese, nella quale Orazio fece confluire la sua potenza lirica. In realtà però nel film i versi letti da Pitts, “Cogli la rosa quando è il momento / ché il tempo lo sai vola / e lo stesso fiore che sboccia oggi / domani appassirà”, diversamente da quanto creduto da molti, non sono di Orazio bensì del ben noto poeta inglese Robert Herrick (da To the Virgins, to Make Much of Time).
L’attimo fuggente è un inno al saper cogliere ‘il momento’ , quell’attimo che sembra racchiudere il senso delle nostre vite, oltre che uno sferzante e ironico atto di accusa delle rigide tradizioni degli istituti scolastici privati.
Il valore del film
A detta di Williams il valore filmico de L’attimo fuggente va ricercato nella sua umanità: «Questo è un film che ti tocca dentro. Parla della passione, della creatività, di tutte quelle cose alle quali la gente aspira ma che raramente riesce a realizzare». Attraverso le tragiche ma vitali vicende del collegio Welton e dei suoi giovani studenti, Weir dà vita a un ben costruito coming-of-age con articolate dinamiche relazionali e porta in scena la rappresentazione di una maturazione e scoperta di sé che turba quanto stupisce per la sua profondità.
Indaga nell’oscurità dell’anima, nella frustrazione e solitudine interiore e nella difficile relazione genitori-figli che molto spesso si insabbia in una tossica mancanza di comunicazione .
Per il Robin Williams attore L’attimo fuggente ha rappresentato uno dei punti centrali del suo percorso artistico e la possibilità di mostrarsi aldilà della maschera da clown. Per Weir , regista di cult come Picnic a Hanging Rock, Un anno vissuto pericolosamente, Witness – Il testimone, Mosquito Coast, The Truman Show e il dimenticato Fearless, la svolta registica.
Miglior film ai BAFTA 1989. Miglior film straniero ai César 1990. Oscar 1990 alla sceneggiatura originale per Tom Schulman, e, per molti critici e cinefili, vincitore morale del miglior film (vinse A spasso con Daisy e Robin Williams venne sconfitto da Daniel Day-Lewis per Il mio piede sinistro) ancora oggi, trentacinque anni dopo, L’attimo fuggente è presente più che mai nelle nostre vite. Il professor Keating continua a trasmetterci una grande lezione di vita parlando al cuore di tutti noi del concetto di libertà, passione e affermazione del proprio io, sottolineando l’importanza dell’istruzione intesa come creazione di individui unici, liberi e pensanti.
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