Woman of… di Małgorzata Szumowska e Michał Englert (Non cadrà più la neve) è una storia queer che ha esordito all’ultima edizione della Biennale di Venezia, ma che è stato nuovamente presentata nella prestigiosa kermesse del Biografilm di Bologna.
Il film è prodotto da NOMAD, Film i Väst e Common Ground Pictures e interpretato da una straordinaria Małgorzata Hajewska-Krzysztofik, Joanna Kulig, Bogumila Bajor e Mateusz Wieclawek. Il film è il risultato di una ricerca durata anni e di numerose interviste con testimoni queer che hanno vissuto negli anni in cui il film è ambientato.

Woman of… di Małgorzata Szumowska e Michał Englert, la trama
È la storia di Aniela, che inizia a soffrire di disforia di genere dopo il matrimonio. Il percorso di riconoscimento di sé avviene all’interno di una società, quella polacca, ancora fortemente ancorata ad una struttura tradizionalista, malgrado la spinta verso l’apertura.
La vita di Aniela attraversa uno span di tempo che inizia dalla sua infanzia negli anni 80, fino ad arrivare agli anni 2000.
La transizione impossibile (da evitare)
Woman of… di Małgorzata Szumowska e Michał Englert è un film che ha il pregio di illustrare candidamente e con disarmante onestà la naturalezza e l’impossibilità di contenere e controllare quello che non può essere altrimenti definito come la natura umana della protagonista. Narrativamente, diventa interessante la rappresentazione della vita di Aniela nel contesto di una Polonia che sembra retrograda e incapace di evolvere: eppure, le piccole battaglie quotidiane di Aniela sono vinte un cuore alla volta, conquistando il rispetto dei cari, dei colleghi, e in ultimo, solo in ultimo, dei genitori.
I felt in prison all my life.
La transizione, la riassegnazione sessuale, che i due registi raccontano, mostra una grande competenza, frutto di ricerche e impegnata condivisione, da rendere comprensibile il dramma, condivisibile la sofferenza e rispettabile la battaglia senza fine di questa eroina.

Il film e i suoi percorsi
Con una fotografia graffiante, spesso fatta di inquadrature vicine, vagamente scomode a ribadire questa sensazione e necessità di aggiustarsi continuamente, Woman of… ci delizia anche di alcune sequenze musicate che ricordano Fellini.
Sebbene la storia sia completa nel rappresentare i dubbi, i traumi, e poi la liberazione della protagonista, pare invece si sia vagamente rinunciato al raccontare il punto di vista dei figli. C’è qualche apertura, ma non è all’altezza dell’abbraccio completo che si offre ad Aniela e sua moglie, anch’essa parte di un percorso. E alla redenzione di due genitori che hanno dovuto sconfiggere una sovrastruttura che sembrava più grande di loro e del loro amore.