Prisma 2 è ora su Prime Video. La serie young adult, ideata da Alice Urciuolo e Ludovico Bessegato (SKAM Italia), è finalmente disponibile con la sua seconda stagione. In questo teen drama ambientato a Latina, seguiamo le vicende di un gruppo di adolescenti alle prese con la scoperta delle loro identità. Lo show, con protagonisti Mattia Carrano e Lorenzo Zurzolo, tratta con delicatezza diversi temi di attualità ed è diventato noto per la sua rappresentazione della comunità Queer italiana.
Nei nuovi dieci episodi ci reimmergiamo nelle vite di Andrea, Daniele, Marco, Carola, Nina e dei loro amici, in una fase difficile in cui dovranno esporsi agli altri e al loro giudizio.
La trama di Prisma 2
Andrea (Mattia Carrano) ha svelato a Daniele (Lorenzo Zurzolo) di essere lui la persona dietro l’account fake con cui ha parlato per mesi. Ora per continuare la loro relazione entrambi dovranno fare i conti con la propria identità e con l’impatto che questa ha sugli altri. Marco prova in tutti i modi a superare il tradimento di Carola. Dopo essersi allontanato ulteriormente da suo fratello, sperimenta uno stile di vita nuovo avvicinandosi ai suoi compagni di nuoto.
Carola (Chiara Bordi) deve fare i conti con la diffusione in rete del sex tape girato senza il suo consenso. L’esperienza traumatica la porterà a ragionare sulla visione che il mondo ha della sua disabilità. Intanto anche la relazione di Nina (Caterina Forza) con Micol sarà messa alla prova quando questa verrà avvicinata dalla sorellina di Jun, in cerca di consigli sulla sua sessualità.

Prisma 2: accettare sé stessi e poi farsi accettare
Nella prima stagione abbiamo conosciuto Andrea, Marco, Nina, Daniele e tutti gli altri ragazzi di Latina, alle prese con la scoperta di sé stessi e delle loro unicità. In questi nuovi episodi ritroviamo il gruppo a poche settimane dall’intenso finale con cui c’eravamo lasciati. Ora che i segreti sono stati svelati, però, si presenta una sfida altrettanto difficile. Come sostenuto dallo stesso creatore, Ludovico Bessegato, questa stagione è come un coming out collettivo, in cui i ragazzi devono mostrare con coraggio la loro vera faccia al mondo. Andrea e Daniele in particolare faranno il passo più grande in questa direzione, dovendo affrontare l’omofobia della provincia italiana, per poter capire e portare avanti la loro relazione.
Una stagione che affronta quindi un argomento importante, quello della percezione esterna e di come questa influenzi incredibilmente le nostre scelte, in adolescenza come in età adulta. È qui che il team di Prisma fa un ulteriore passo, rappresentando una realtà del nostro Paese ancora molto ostile alla diversità. Bessegato, sia in Skam (con la stagione dedicata a Martino) che con Prisma, ha portato più volte sullo schermo momenti positivi di coming out, rappresentandoli come un’esperienza di accettazione dell’altro commovente e calorosa. Una rappresentazione necessaria perché consapevole di quanto stia indirizzando l’immaginario dei giovani spettatori verso una normalizzazione dell’identità queer.
D’altro canto, con questa seconda stagione ci si permette di complicare il discorso e renderlo più complesso, anche perché non siamo più nella progressista (forse?) Roma. Quindi i percorsi di accettazione diventano più tortuosi, regalando maggiore complessità ai personaggi. È grazie a questa costruzione che la storyline di Daniele e Andrea si riconferma quella più interessante dello show.
Attivare Carola, non l’attivismo
In questa stagione, convince invece meno la storia di Carola. Presentata all’apparenza come personaggio ancillare a quello di Marco, si era guadagnata nella prima stagione una grande centralità, presentandosi come una figura complessa. Contrastando la lettura stereotipata delle persone disabili, Carola ci aveva mostrato un carattere sì fiero e combattivo, ma anche un lato egoista e impulsivo. In questi nuovi episodi la svolta da “bad boy” di Marco finisce per fagocitare le responsabilità della ragazza nella loro rottura, perdendo l’occasione di rendere anche i lati più scomodi del personaggio. Viene invece lasciato molto spazio al racconto del rapporto di Carola con l’attenzione pubblica.
Quando la ragazza si espone sulla sua esperienza di donna disabile ottiene un grande riscontro che la porta a desiderare di stare al centro dei riflettori, anche a prezzo di avvicinarsi a una dimensione social che non le appartiene. Questo arco, seppur interessante, non si spinge mai fino ad una vera drammatizzazione (la scena nella pseudo hype house è un tentativo un po’ troppo caricaturale) e soprattutto svia decisamente dal racconto della vita adolescenziale comune che costituisce il vero DNA della serie.
Il rapporto tra i gemelli
Marco e Andrea, o forse più Andrea e Marco. Sono i due gemelli interpretati dall’ottimo Mattia Carrano che- grazie anche ad una regia ingegnosa in tal senso- ci dà davvero l’impressione di sdoppiarsi in due persone. Andrea rimane sicuramente il più interessante tra i due; lo riassume bene la battuta di Daniele, che viene infatti anche inserita nel trailer: “ E che non è che ti capisco troppo a te. Spacci, giochi a basket, poi di nascosto ti vesti da figa. Ma che cazzo!”. Andrea ha una complessità, una sensibilità e una contraddittorietà che lo rendono magnetico per tutti. Questo lo sa anche suo fratello, Marco, che ha sempre dovuto vivere un po’ nella sua ombra. Un rapporto conflittuale il loro che, quando Daniele si “mette nel mezzo”, rischia definitivamente di scoppiare.
Marco in questa stagione vive un enorme cambiamento, compiendo un percorso di scoperta personale. Lo vediamo acquisire maggiore autostima e avvicinarsi al gruppo di amici di Daniele e al suo stile di vita. Se col fratello c’è un rapporto conflittuale, Daniele è la sua perfetta nemesi, il suo opposto su cui però convergono le attenzioni di tutte le persone a lui care. Marco in questa stagione si cala nei suoi panni, prima di poter superare la loro rivalità.
D’altro canto esploriamo anche il suo passato col gemello. Andrea possiede un incredibilmente vasto mondo interiore. Un insieme di emozioni e desideri conflittuali, diversi dalla maggior parte delle altre persone, che non sempre ha saputo esprimere in maniera costruttiva, anche ai danni di Marco. É come se tra i due emergesse sempre questa volontà di protezione dell’altro che diventa talvolta anche distruttiva. Nel proteggere i sentimenti del fratello, Andrea finisce continuamente per mentirgli, ferendolo. Per tutta la stagione i due cercheranno quindi un modo per prendersi cura l’uno dell’altro senza annullarsi a vicenda. Marco lo farà ritagliandosi spazi in un mondo che aveva sempre attribuito ad Andrea, quello della socialità e del divertimento anche irresponsabile. In questo modo finirà- anche visivamente, nel guardaroba- per ricongiungersi al gemello.

Prisma 2, in conclusione
Questa seconda stagione ci riporta nell’universo di Prisma. Un mondo complesso e difficile perché è molto simile a quello che viviamo, ma che ci lascia una qualche speranza per il futuro. Un mondo in cui le emozioni hanno un nome e possono quindi essere affrontate, e nel quale quindi vivremmo volentieri.
Ci sono dei problemi e sicuramente si avverte l’urgenza di uscire subito con una seconda stagione, complici i tempi serrati delle piattaforme streaming, ma non si perde una qualità tecnica che fino a poco tempo fa era impensabile per la serialità italiana, specie nel genere teen drama.
Questa seconda stagione di Prisma scende quindi un po’ di qualità rispetto alla prima, ma rimane decisamente un must watch della stagione televisiva per gli appassionati e una visione quasi obbligatoria per tutti quelli che stanno ancora vivendo l’adolescenza e i suoi strascichi.