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5 miniserie da vedere adesso su Netflix, Prime e Now

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In alcuni casi è piacevole iniziare a guardare una serie TV sapendo che ci farà compagnia per moltissimi episodi, dandoci modo di appassionarci alla storia e affezionarci ai protagonisti. Una delle principali differenze tra TV e cinema è proprio la capacità di prolungarsi nel tempo, regalandoci un’opera da gustare in più sedute. Non tutti però hanno il tempo, la voglia o l’energia di dedicarsi a una serie dalla lunghissima durata, e talvolta si preferiscono storie che si possano terminare nel giro di pochi giorni, se non addirittura in un giorno solo. In questo articolo vi proponiamo proprio cinque esempi di miniserie interessanti composte da una sola stagione della durata di dieci episodi al massimo. Quattro uscite negli ultimi due anni più un grande classico, da recuperare su Netflix, Now e Amazon Prime.

Ripley (2024)

Iniziamo con una serie recentissima, una produzione italo-americana creata da Steven Zaillian (sceneggiatore di Schindler’s List e The Irishman) e comparsa su Netflix nell’aprile 2024.

Ambientata negli anni 60, Ripley narra la vicenda di Tom Ripley (uno straordinario Andrew Scott), un uomo che sopravvive nei bassifondi di New York grazie a truffe e piccoli crimini. A causa di un equivoco, Tom viene incaricato dal ricco imprenditore Herbert Greenleaf di riportare in America il figlio Dickie, che sperpera la fortuna del padre in una perenne vacanza ad Atrani, in Campania, insieme alla fidanzata Marge. Arrivato in Italia, Tom stringe velocemente amicizia con Dickie, rimanendo infatuato del suo stile di vita benestante, e quando i rapporti tra i due si incrineranno deciderà di ricorrere a misure estreme per non dover tornare alla sua vecchia vita.

Basato su Il talento di Mr. Ripley di Patricia Highsmith, Ripley è il terzo adattamento del romanzo (dopo Delitto in pieno sole di René Clement, del 1960, e Il talento di Mr. Ripley di Anthony Minghella, del 1999), ma rispetto ai due film, che esaltavano la bellezza  e i colori dell’Italia, la miniserie, in uno splendido bianco e nero, ha un tono molto più cupo e inquietante, con atmosfere da noir che sottolineano l’ambiguità morale dell’antieroe protagonista. Oltre a Scott, nell’ottimo cast troviamo Johnny FlynnDakota Fanning, Eliot Sumner, Maurizio Lombardi e Margherita Buy.

Lo scontro – Beef (2023)

Rimanendo su Netflix, Lo scontro è una miniserie dai tratti della commedia nera prodotta dalla A24. Racconta la storia di due completi sconosciuti, il tuttofare in difficoltà economiche Danny Cho (Steven Yeun), di origine coreana, e l’imprenditrice benestante ma frustrata Amy Lau (Ali Wong), di origine cinese, che si ritrovano coinvolti in un piccolo incidente stradale. Invece di scusarsi e andare avanti con le loro vite, Danny e Amy iniziano a perseguitarsi a vicenda con piccole cattiverie, che diventano gradualmente sempre più gravi fino a rischiare di rovinare le loro vite.

La serie creata da Lee Sung Jin, molto apprezzata dalla critica, ha sicuramente tra i punti di forza i due interpreti principali (entrambi vincitori di meritati Golden Globe) e di un ottimo cast di supporto, ed è a tratti molto divertente. Gli aspetti più comici, però, nascondono una tragicità di fondo, il dramma di due persone profondamente insoddisfatte della propria vita che fanno nascere una faida da un avvenimento irrilevante pur di riempire il vuoto esistenziale. Tanti i temi trattati, dalla condizione delle persone asiatiche in America alla depressione, dalle disuguaglianze sociali al trauma generazionale.

Mary & George (2024)

Questa miniserie britannica è andata in onda in Italia su Sky Atlantic ed è oggi disponibile su Now. Basata sul saggio The King’s Assassin di Benjamin Woolley, Mary & George mette in scena le figure storiche di Mary Villiers e suo figlio George, vissuti nell’Inghilterra del primo Seicento. In una rilettura romanzesca degli avvenimenti storici, Mary viene presentata come una donna spregiudicata e pronta a tutto per sollevarsi dall’iniziale povertà, che sfrutta la bellezza del più ingenuo figlio per entrare nelle grazie di re Giacomo I d’Inghilterra, di cui George diventa l’amante fregiandosi del titolo di duca di Buckingham. Ma il marciume della corte reale, popolata da personaggi ambigui e sempre pronti a pugnalare alle spalle il prossimo, finirà per corrompere anche l’innocenza di George.

La miniserie, creata da D. C. Moore e prodotta da Oliver Hermanus, ha diversi pregi, tra cui la ricostruzione storica e una colonna sonora moderna ma mai fuori posto. Anche in questo caso, però, a farla da padrone sono le interpretazioni dei due lead: Nicholas Galitzine, abituato alle commedie romantiche, riesce a incarnare alla perfezione la sensualità del duca di Buckingham, e le sue scene con Tony Curran (Giacomo I) rivelano grande chimica. Per quanto riguarda Mary Villiers, Julianne Moore è come sempre eccezionale nell’interpretare un personaggio che in mani meno esperte sarebbe potuto diventare un generico villain privo di spessore, ma che risulta invece stratificato e degno di empatia.

Dead Ringers – Inseparabili (2023)

Dead Ringers – Inseparabili è il remake dell’omonimo capolavoro del 1988, diretto da David Cronenberg, ed è disponibile su Prime Video. Le protagoniste sono Beverly ed Elliot Mantle (versioni gender flipped dei protagonisti interpretati da Jeremy Irons nell’originale), due gemelle identiche che lavorano come celebri ginecologhe a Manhattan. Le due sorelle sono caratterialmente diverse: Beverly è più sensibile ed empatica, Elliot più aggressiva ed egoista. Entrambe, però, commettono atti eticamente discutibili sul posto di lavoro, scambiandosi di ruolo e intrecciando relazioni con le loro pazienti. Le due vivono fondamentalmente in simbiosi fino a che Beverly non decide di approfondire il suo rapporto con una paziente, a scapito del legame con la sorella: questa esclusione porterà Elliot a dare sfogo alle sue tendenze sociopatiche, con conseguenze imprevedibili.

Come l’originale di Cronenberg, Dead Ringers non appartiene esplicitamente al filone del body horror: ciononostante, non mancano sequenze sanguinose e piuttosto impressionanti, soprattutto legate alle gravidanze e alla maternità. Oltre al tema dell’identità, già presente nell’originale, l’inversione di genere delle protagoniste permette alla miniserie di riflettere sulla condizione della donna nel mondo contemporaneo, non solo dal punto di vista sociale, ma anche sul piano prettamente fisico, e su cosa significhi veramente portare in grembo una potenziale nuova vita. In questo caso, entrambe le protagoniste sono interpretate dalla stessa attrice, Rachel Weisz, eccezionale nel dare personalità a due personaggi opposti.

Decalogo (1989)

Per finire, dopo avervi parlato di miniserie recenti o recentissime, lasciateci consigliare un grande capolavoro che ha fatto la storia della televisione d’autore, il Decalogo. Pubblicamente elogiata da Stanley Kubrick, questa ambiziosa serie antologica del maestro polacco Krzysztof Kieślowski ha una premessa davvero unica: dieci episodi, ognuno basato su uno dei dieci comandamenti, slegati narrativamente l’uno dall’altro se non per la presenza di una figura, forse angelica, che osserva senza intervenire le vicende umane. Ne risulta una grande opera rappresentativa di un’epoca, in cui i dilemmi morali e l’analisi psicologica si intrecciano a un ritratto impietoso della società polacca sotto il regime comunista.

Tutti gli episodi sono meritevoli di essere visti e rivisti, ma quattro colpiscono particolarmente: “Non avrai altro Dio all’infuori di me”, una profonda riflessione sulla fede; “Non uccidere”, che si interroga sulla legittimità della pena di morte; “Non commettere atti impuri”, analisi sull’amore e la solitudine; e l’ultimo episodio, “Non desiderare la roba d’altri”, che a differenza del resto della serie si concede un po’ di umorismo nero. Se non avete ancora visto quest’opera fondamentale, correte a recuperarla su Amazon Prime Video.

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