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CinemaAmbiente

ArmandoCeste2024 Nuova vita al cinema militante

I materiali dell'Archivio Armando Ceste, montati da Alberto Ruffino in un trittico in split screen militante e commovente

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Al 27° Festival Cinemambiente di Torino (4-9 giugno 2024),  in collaborazione con Archivissima – Il Festival e la Notte degli Archivi, il regista e montatore Alberto Ruffino fa rivivere, moltiplicandoli su tre schermi, i materiali girati e montati dal cineasta militante Armando Ceste, nel bellissimo documentario ArmandoCeste2024.

Indimenticato Armando Ceste

Tra i fondatori del Collettivo Cinema Militante di Torino, Ceste ha sempre praticato un cinema sociale che ancora ci interpella, fra memoria di luoghi svuotati di senso (Mirafiori nei documentari Fiatamlet e Senza FIATo? – I giorni di lotta alla Fiat, 2003), violati e riscattati (nelle parole di don Ciotti e dei giovani di Liberaterra), diventati simbolo di repressione e rivolta (Rosso/Askatasuna (a proposito di un primo maggio di guerra), 1999; Erri De Luca. Dopo Genova (filastrocche sgangherate), 2001; Abdellah e i suoi fratelli, 2000).

ArmandoCeste2024 Una questione di linguaggio

La testimonianza e la memoria di un paesaggio che cambia, nel lavoro di montaggio di Ruffini, diventano occasione di riflessione sul linguaggio: il film potrebbe apparire una felice baraonda di materiali d’archivio, ma il regista e montatore, introducendo in sala il proprio lavoro – e coinvolgendo anche la giovanissima figlioccia in platea, rappresentante della Gen Z – sottolinea come abbia voluto osservare, mantenere e a tratti volutamente sconvolgere le regole della grammatica su mono-schermo, a loro volta ‘esasperate’ dalla forma del trittico in split screen (già nel suo Bologna del 2022).

Fra rispetto dei punti di fuga e scelte spiazzanti, il regista conduce lo sguardo dello spettatore in una partitura musicale di parole senza sosta, in un flusso di immagini di resistenza, abbandono, ingiustizia sociale e bellezza che potrebbe continuare all’infinito e disegnare di continuo paesaggi urbani che cambiano, nel bene e nel male.

ArmandoCeste2024 Un montaggio infinito, forma della serialità

È questa possibilità di rimontare all’infinito le sequenze di Cesta, la chiave che porta Davide Ferrario – giurato del Concorso documentari, a colloquio con Ruffino stesso al termine della proiezione – a pensare alla serialità, la forma di narrazione che, per tornare alla Gen Z, permea il nostro oggi, pur essendo componente della natura umana stessa.

Un racconto, tre cornici

E come in un racconto a cornice d’altri tempi, assumono veste nuova e nuova vita le morti, a Torino nel 2003, dell’avvocato Gianni Agnelli e della città-fabbrica col proprio modello di lavoro, shakespearianamente rappresentate col contributo del sociologo Marco Revelli e dell’attore Beppe Rosso (Fiatamlet); un altro spettacolo (Rosso/Askatasuna), nel cui titolo torna il nome dell’attore, che realizza uno spettacolo nel Centro Sociale Askatasuna, a sua volta teatro di una brutale distruzione da parte delle forze dell’ordine, il Primo Maggio 1999, a seguito delle manifestazioni contro il conflitto nella ex Jugoslavia; la storia di Abdellah e i suoi fratelli, quella di un 26enne marocchino fatto annegare nel Po da un gruppo di giovani, come due anni prima era accaduto a un altro immigrato, Khalid, in una città che fa i conti con la realtà, fra le altre, del Centro di detenzione temporanea per immigrati di Corso Brunelleschi.

Il gioco dello spettatore

Voci e pugni nello stomaco, in questo film, sono sia la povertà dolorosissima di Porca miseria (2006) sia la bellezza assoluta dei volti di Anna Karina (e Renée Falconetti del dreyeriano La passione di Giovanna D’Arco) in Vivre sa vie di Godard (Anna Karina – Il volto della Nouvelle Vague, 1996), come l’ondivago movimento del nostro sguardo fra questi poli di un unico sentire, in cui rintracciare eterne linee narrative.

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ArmandoCeste24

  • Anno: 2024
  • Durata: 45'
  • Distribuzione: Produzione: Rewind Digital, Archivio Armando Ceste, Associazione Museo Nazionale del Cinema
  • Genere: Documentario di montaggio
  • Nazionalita: Italia
  • Regia: Alberto Ruffino