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Netflix Film

‘Lumberjack the Monster’, su Netflix un thriller camuffato da sci-fi

Lumberjack the Monster è un film basato sul romanzo di Mayusuke Kurai e adattato per lo schermo da Hiroyoshi Koiwai. Diretto dal rinomato Takashi Miike, è disponibile su Netflix dal 1 giugno. La recensione, il cast e la trama di ciò che potrebbe sembrare un horror, ma che in realtà rivela ben altro

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Scena del film Lumberjack the Monster

Diretto dal geniale Takashi Miike, Lumberjack the Monster è disponibile su Netflix dal 1 giugno 2024, dopo essere stato presentato in anteprima al Sitges Film Festival nell’ottobre 2023. La sceneggiatura di Hiroyoshi Koiwai che dà vita a Lumberjack the Monster, annovera nel suo cast molteplici volti noti del cinema giapponese, inclusi: Kazuya Kamenashi, che figura anche nella recentissima serie TV Destiny (anch’essa disponibile su Netflix); Riho Yoshioka, nota per il suo ruolo di protagonista in House of Ninjas; e Shota Sometani, che interpreta il ruolo principale nell’adattamento cinematografico di Parasyte, basato sull’acclamato manga Kiseiju di Hitoshi Iwaaki.

Lumberjack the Monster‘, la trama

La trama, tratta da un romanzo di Mayusuke Kurai e adattata da Hiroyoshi Koiwai, è tanto delirante quanto affascinante. Al centro della storia c’è Ninomiya, un avvocato psicopatico simile a Patrick Bateman, che si trova nel mirino di un enigmatico serial killer mascherato. Questo assassino, con un aspetto inquietante che richiama un protagonista di un libro per bambini, uccide le sue vittime asportandone il cervello.

Ninomiya, determinato a non cadere vittima del killer, fa di tutto per fermarlo. La trama si infittisce con l’introduzione di chip cerebrali impiantati nell’area che regola la morale e l’empatia, una bellissima profiler della polizia, detective dai metodi bruschi e medici sull’orlo della follia.

Takashi Miike, il genio incontrollato

Takashi Miike, riconosciuto dai seguaci del cinema giapponese, emerge come un maestro nell’arte di sfumare i confini tra generi cinematografici distinti. La sua visione progressista, benché talvolta controversa, è diventata un segno distintivo e un simbolo della varietà delle sue opere che lo hanno consacrato come un genio avanguardista. L’Ultimo Yakuza (2019), espressione di un approccio direttivo più moderno, e Audition (1999), che ha segnato Miike come pioniere del torture porn all’interno del J-horror, sono solo due esempi del suo ampio contributo, dimostrato anche con l’ultimo Lumberjack the Monster, rivelatore di un volto assimilativo di generi che per osmosi riversano verso l’intricata, ma neanche troppo, trama.

Infatti, si assiste a una comunicazione e a un flusso confuso di generi che inizialmente esplorano lo sci-fi, per poi evolvere in un thriller con sfumature noir che si orienta verso un giallo in chiave nipponica. Nella prima parte, è facile confondere l’obiettivo della trama, il significato e la sequenza degli eventi; non è insolito scambiare il thriller che sfiora la fantascienza per un horror con elementi sci-fi. Questa confusione, tuttavia, risulta divertente e si accompagna all’interpretazione folle dei generi da parte di un regista che, in Lumberjack the Monster, ha visto il potenziale per rafforzare una trama densa, seppur non del tutto espressiva, con un tocco dark reso in una metalinguistica dialogica celebrata dalla competenza degli attori.

Dove sono buoni e cattivi?

In una narrazione che coinvolge un assassino, un pazzo e un gruppo di detective in una sfiancante caccia, ci si aspetterebbe di trovare una netta distinzione tra il bene e il male, tra eroi e antagonisti. Tuttavia, in Lumberjack the Monster, tale distinzione non esiste. Il motivo non è immediatamente evidente, ma richiede un’analisi approfondita, forse a causa del suo approccio all’aspetto più introspettivo della trama. La ragione per cui la linea tra bene e male si offusca è perché la vicenda è filtrata attraverso la lente della follia, che si normalizza all’inizio, diventa abituale durante lo svolgimento e infine viene accettata.

Difatti, il personaggio principale, l’assassino psicopatico Ninomiya, non è ritratto come un folle disorientato, ma come un elemento centrale e influente. Egli dirige gli eventi non come emblema di una pazzia atavica, ma evolvendo verso un perfezionamento che oscura persino l’ambiziosa e capace profiler. Si tratta di una particolare attenzione a una zona grigia tra il bianco e il nero, che cattura tutte le sfumature di una narrazione arricchita da un approccio non convenzionale all’identificazione dei personaggi.

Lumberjack the Monster, ambientazione e cast

L’ambientazione del film si ispira alle tipiche metropoli giapponesi, con personaggi eleganti in cravatta, a bordo di splendide auto europee, che si muovono agilmente tra grattacieli e residenze di lusso. È un’ambientazione congeniale che si adatta al genere spesso esplorato da Miike, segnando un’espressione più matura della sua filmografia, che si distacca dal teen dramedy (come Crows Zero) per esplorare temi più adulti e ampliare gli orizzonti verso il Giappone sempre sveglio, che mantiene un’atmosfera dark anche durante il giorno.

Spazi e tempi sono adattati a personaggi lievemente caratterizzati: occhiali per la profiler, capigliatura disordinata per il medico eccentrico amico del protagonista, una sigaretta sempre accesa per il poliziotto ribelle. Tratti superficiali compensati da un’ampia caratterizzazione psicologica per mezzo di interpretazioni eccellenti, sguardi intensi, dialoghi profondi, azioni e narrazioni inquietanti. È con ciò che la logica impiegata in Lumberjack the Monster si distacca dal classico plot driven, preferendo una narrazione che pone i personaggi al centro della storia, guidati dalle loro inclinazioni e, in questo caso, dalle loro pulsioni, ma soprattutto padroni del contenuto.

Lumberjack the Monster – Trailer

Lumberjack the Monster

  • Anno: 2023
  • Durata: 118 min
  • Distribuzione: Netflix
  • Genere: Thriller, poliziesco, noir
  • Nazionalita: Giappone
  • Regia: Takashi Miike
  • Data di uscita: 01-June-2024

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