Il 7 giugno 2024, a Bologna, in occasione dell’apertura del Biografilm, c’è stato l’incontro con Olivier Assayas, il regista di Hors du Temps, e l’attore Micha Lescot. Il festival si è aperto con l’anteprima italiana del film francese, già presentato in concorso alla Berlinale 2024. Al regista sarà conferito il Celebration of Lives Award, il premio che Biografilm dedica a grandi narratori e narratrici che con le loro opere e la loro vita hanno lasciato un segno profondo nella contemporaneità.
Hors du Temps è soltanto l’ultimo della lunga e grande carriera di Assayas. Il regista esordisce nel 1986 con il lungometraggio Il disordine. Nel film analizza il disordine come malessere interiore raccontando la storia di tre musicisti che compiono un furto di strumenti per la band di cui fanno parte. Con Personal Shopper, film del 2016, il regista si aggiudica il premio Miglior regia alla 69a edizione del Festival di Cannes.
‘Hors du Temp’, la sinossi
Nell’aprile del 2020, due fratelli (Vincent Macaigne e Micha Lescot) passano il lockdown dovuto alla pandemia da COVID-19 nella loro casa d’infanzia insieme alle rispettive compagne. Ogni oggetto dell’abitazione rimanda al loro passato e genera ricordi relativi all’assenza di persone che ormai non ci sono più. Da adulti, i due fratelli hanno scelto percorsi molto diversi, ma ora sono insieme a condividere un’esperienza che potrebbe fargli ritrovare le loro radici comuni.
L’incontro con Assayas e Lescot al Biografilm
In Hors du Temps, Assayas vuole raccontare se stesso, la propria vita e la propria infanzia. Paul, interpretato da Macaigne diventa alter-ego del regista. Anche il personaggio di Etienne, interpretato da Lescot, è l’alter-ego del fratello di Assayas. In merito a questa rappresentazione biografica, il regista ha dichiarato:
“Micha si è avvicinato al ruolo di mio fratello senza neanche conoscerlo realmente. Io volevo che l’attore si appropriasse del personaggio. È il solo modo in cui si poteva fare questo film per farlo diventare qualcosa di universale.”
Riguardo la genesi, il regista ha affermato che ha scritto il film alla fine del lockdown, come traccia nella memoria di un evento storico che ha scosso tutti quanti.
Il film l’ha girato nella sua casa in campagna, vicino Parigi.
“Cercavo un ambiente che mi riportasse all’infanzia, alla gioventù.”
Molto spesso, nei suoi film, Assayas lavora mescolando la sua immaginazione con la sua conoscenza del mondo. In Hors du Temps, invece:
“Sono voluto rimanere ancorato alla realtà dei fatti”.
Il regista, riguardo il film, ha dichiarato di voler evidenziare la sensazione di paura della morte e, allo stesso tempo, il ritorno all’infanzia. Questi due opposti si sono incontrati grazie al lockdown, e Assayas si è sentito in dovere di raccontare questa dicotomia in Hors du Temps.
“Ho potuto lavorare al film con una concentrazione e intensità che non è mai stata possibile.”
L’attore Micha Lescot ha espresso le sue considerazioni riguardo la collaborazione con Olivier Assayas. L’interprete di Etienne è rimasto piacevolmente colpito dall’ambiente creatosi, in cui vi era una costante voglia di lavorare sul dialogo in maniera tale che divenisse fluido, istintivo.
“È un regista sottile, preciso, con cui lavori e neanche te ne accorgi. Non impone mai niente, non dà alcuna indicazione precisa agli attori e per questo l’apprezzo molto, significa che si fida.”
Il regista conferma le parole di Micha, aggiungendo:
“Io non do indicazioni psicologiche perché penso che la presenza dell’attore, la sua personalità, ha più verità di ciò che è scritto nella sceneggiatura.”
Al regista interessa principalmente la scrittura, in senso più vasto. La sceneggiatura, per Assayas, non è altro che:
“Un momento intermediario tra l’invenzione e il film concluso.”
Concludendo, il regista di Hors du Temps ha espresso la sua riguarda il conferimento del Celebration of Lives Award:
“Mi fa piacere di essere riconosciuto, in particolare in Italia dove ho parte della mia famiglia.”
Foto per gentile concessione di Storyfinder.