‘3 MWh’ di Marie-Magdalena Kochová, la recensione

3MWh è un cortometraggio di Marie-Magdalena Kochová, presente alla 27ma edizione del CinemAmbiente, a Torino. È stato girato in Repubblica Ceca, a testimonianza della grandezza internazionale acquisita, ormai, dall’evento all’ombra della Mole. Oltre a 3MWh – proiezione il 7/06 assieme a The Closing of a Refinery di Vasco Monteiro, Refugia, where life will persist di Anne de Carbuccia e Frontier Town di Tom Tennant, Theo Tennant – il Festival presenta 75 film, provenienti da 27 paesi diversi.

3MWh, la trama

Un operaio di una centrale nucleare, ossessionato dai conti, ha fissato un limite massimo alla quantità di elettricità che vuole consumare fino alla fine della sua vita. In questo cupo ma magistrale film-poesia in 16 mm con forti sfumature matematiche, Marie-Magdalena Kochová ci presenta la storia di un uomo la cui vita si sta muovendo verso la trasformazione. Un’accettazione amorevole del fatto che non siamo solo il nostro corpo, ma anche energia.

La recensione

La sostenibilità è una tematica costante nelle priorità dell’oggi e del domani. Eppure, Marie-Magdalena Kochova spinge la visione umana oltre un ulteriore limite, fondendo l’individuo e le risorse energetiche in una sola dimensione. “L’energia non si crea né si distrugge, ma si trasforma, passando da una forma a un’altra…”, come recita il primo principio della termodinamica, accuratamente riportato nel dodicesimo minuto del cortometraggio.

La disponibilità sufficiente per una sola persona – 3MWh, per l’appunto – funge da perfetto metronomo dell’esistenza, a maggior ragione quando è la stessa Terra a rendere possibile tutto ciò. Dettaglio da non sottovalutare, se si considera che il punto di vista del film è incentrato sui limiti del nostro pianeta, spesso e volentieri dati per scontati da diverse nazioni nel Mondo.

L’utilizzo di filmati analogici da 16 mm, accompagnati da scariche elettriche digitali insieme alle registrazioni vocali del personaggio principale – interpretato da Jaroslav Pížl – pongono la lente d’ingrandimento sull’interazione tra l’umanità e il mondo fisico. Nell’intimità di una storia, quindi, Marie-Magdalena Kochova riesce a concentrare dilemmi e potenziali rimedi di un’intero problema globale.