Lo sceriffo Ray Owens, un tempo nella polizia di Los Angeles, conduce ora una vita tranquilla nella cittadina di Sommerton, al confine tra l’Arizona e il Messico. Quando, però, il pericoloso narcotraficcante Gabriel Cortez sfugge all’FBI nel corso di un trasferimento e punta dritto verso il confine e l’impunità, Owens torna a mettersi di traverso. Mentre i federali perdono colpi su colpi, lo sceriffo e il suo gruppetto di amici si prepara ad arrestare la folle corsa di Cortez, ricorrendo letteralmente a qualsiasi mezzo.
L’ultima Sfidaarriverà sul grande schermo italiano a fine mese, rivestendo Arnold Schwarzenegger del ruolo a lui più consono: quello d’azione.
Il coreano Kim Ji-Woon si diverte a creare un film attraversato interamente da una scossa di adrenalina ininterrotta, trovando il giusto incastro a opposti per alcuni versi inconciliabili. Unendo con dovuta cautela estremi di realtà prettamente statunitensi, il cineasta ricrea l’atmosfera più degna per rivedere in azione Arnold in un ruolo in cui il suo passato agitato e spericolato torna a rivivere rompendo la placida tranquillità di un villaggio in provincia, sul confine col Messico.
È l’azione a predominare la scena, e se inizialmente essa fa uso di tecniche estreme e ricche di dinamismo moderno, il seguito si inserisce nella classica tradizione di un western tutto stelle e strisce.
La grande città si contrappone alla periferia, la quale nonostante l’armonia del luogo, serba sempre sorprese inaspettate e non del tutto piacevoli, il contatto umano dei piccoli centri si oppone alla conoscenza blanda e incompleta di chi vive in città, le tecnologie stra-avanzate dei centri urbani si scontrano con l’armamentario rudimentale ma efficiente della periferia.
In questo contesto Ji-Woon inserisce il suo narrato, se classico e scontato in alcuni punti, decisamente avvincente e divertente nel suo complesso.
Il crogiuolo di cattivi, malfattori, delinquenti di paese, difensori della legge, spari, scontri mozzafiato, evasioni, tecnologia avanzatissima, alta velocità e ingegno è interamente attraversato da un Arnold che articola le scene, scandendo un progressivo abbandono verso il pericolo e ciò a cui egli è più portato: l’azione.
Il suo passo, lento ma deciso, è, per così dire, spinto e accelerato dalla performance di un Johnny Knoxville, la cui personalità eccentrica e rilassata regala agli spettatori quello slancio di risa e simpatia che rende la pellicola ancora più attraente.
A esaltare, divertire, regalare il brivido del rischio estremo c’è anche e soprattutto il cattivo, Cortez, interpretato da uno splendido Eduardo Noriega la cui performance è impeccabile, sia in stile che in immedesimazione.
Nel ruolo del narcotrafficante evaso e alla rincorsa (letteralmente!) della sua terra, Noriega cosparge di adrenalina l’intera pellicola, preparando lo spettatore a scene di assoluto divertimento. Film tutto da gustare e da ridere.
Caterina Mirijello
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