Su NetflixEric la miniserie in sei episodi con protagonista Benedict Cumberbatch. La serie creata e scritta da Abi Morgan, è diretta da Lucy Forbes con una produzione che vede Netflix insieme a Sister Little Chick in quota BBC.
Nel cast: Gaby Hoffmann, Ivan Morris Howe, e McKinley Belcher III.
IL TRAILER – Eric
Scomparire ed essere il nulla – Eric
Eric si avvale del solito schema del bambino che scompare nel nulla sotto la negligenza dei genitori. La particolarità della serie risiede però nella costruzione di un mondo che ruota attorno alla scomparsa. Una dimensione incredibilmente verticale e che sembra usare la sparizione del bambino come apertura di un vaso. Un portale relazionale che mette in mezzo un po’ di tutto. Crisi coniugale dei genitori, sotto-trame poliziesche, inquietudini del padre. Il protagonista di Eric è Cumberbatch, Vincent, un burattinaio infelice di uno show televisivo per ragazzi. Una infelicità che sembra risiedere nella non realizzazione personale.
Lo show di cui fa parte rischia di chiudere. Per la creazione di nuovi pupazzi non in linea con i piani dei dirigenti della rete, e per il suo atteggiamento scontroso con chiunque non la pensi come lui. Siamo nella New York degli anni Ottanta. E la regia di Lucy Forbes fa di tutto per trasformare il thriller psicologico del classico bimbo scomparso in un noir sociale pieno di sordità. La serie segue già dai primi istanti il bambino Edgar camminare per il quartiere popolare e desolante di New York, vedendo negli sguardi dei passanti, delle persone che conosce, l’avvertimento di qualcosa di tragico che succederà.
La scrittura mista di Eric
La showrunner Morgan e la regista Forbes decidono di rendere Edgar già un bersaglio. Ogni inquadratura, piano-sequenza in interno o soggettive in esterno, è calcolata per avvicinare il bambino al suo destino. Le strade newyorkesi sono piene di criminali, i senzatetto vagabondano per le strade senza meta. In questo contesto sporco, grezzo, che nella sua rappresentazione ambientale sembra ricalcare un’altra miniserie come The Night Off, il bambino scompare nel nulla. Forse rapito da facili cliché del genere : il vicino da cui andava per scappare dalle liti dei genitori o il furgone appostato per il rapimento.
Ma la caratteristica di Eric, almeno nei primi episodi, è l’essere avvolta da un senso di accettazione dell’avvenimento. Edgar scompare nel nulla e continua ad essere il nulla proprio come il rapporto che ha col padre. Le indagini iniziano e continuano con un senso di accettazione verso la scomparsa molto insolito per una serie su un bambino rapito. Questo perché Erictende ad occuparsi di altro. Usa un trauma che potrebbe essere tragedia per affrontare la verticalità del plot driven della serie. Avendo al centro la fragilità di Benedict Cumberbatch.
Precipitare nell’incubo – Eric
Nonostante l’indubbia bravura dell’ex Doctor Strange, non si può non notare in Eric un problema quasi assoluto di empatia con il personaggio di Cumberbatch. Vincent è un burattinaio irascibile, desolante, che come tutti gli ex adolescenti affetti da traumi infantili ripiega il dolore mai passato nel rapporto col figlio Edgar.
È un protagonista egocentrico, presuntuoso ed estremamente difficile da decifrare. Figlio del ricco imprenditore Anderson disprezzato da questi per l’essersi ridotto a semplice burattinaio, Vincent ha nell’applicazione della scomparsa un atteggiamento di sprofondo emotivo. Mentre la moglie Cassie interpreta un altro clichè, ossia quello della madre bloccata nella paura di non rivedere suo figlio, Cumberbatch fa viaggiare la sua fragile psiche attraverso alcol, droghe e la visione del mostro creato dal figlio.
La serie Netflix infatti prende il nome Eric dal disegno mostruoso creato dal figlio prima di essere rapito. Quest’ultimo diventa in poco tempo, un po’ come avveniva per Michael Keaton in Birdman, un grillo parlante che nessuno vorrebbe sentire, la voce dei cattivi pensieri di Vincent, ma anche una soluzione momentanea al dolore di un padre per la perdita del figlio. Mentre il personaggio di Cumberbatch cerca di risolvere senza riuscirci i propri traumi infantili, l’unico che sembra ricondurre la serie al plot della scomparsa è un personaggio esterno, il detective Michael Ledroit.
Benedict Cumberbatch apatico e fragile
L’investigatore è il classico detective del poliziesco tradizionale. L’unico che sembra avere a cuore la vicenda in una New York dove le scomparse di bambini sono all’ordine del giorno, numeri senza alcuna motivazione di indagine ulteriore. Anche qui però Eric tende ad agire con sotto-trame abbastanza evidenti. La polizia è un posto sporco nell’America anni Ottanta e Ledroit deve destreggiarsi tra il caso di scomparsa e i traffici loschi della buon costume. L’idea quindi del duo Forbes/Morgan si dimostra interessante nella stratificazione della sua struttura.
Rendere il mondo newyorkese malfamato, pieno di insidie e diverse vie da intraprendere. Eric, seppur nella sua lettura per adesso verticale, non può non essere una serie anche politica. Il detective Ledroit è un omosessuale nell’America in preda all’Aids, costretto a reprimere la propria natura. In un contesto che fa emergere la difficoltà razziale di un afroamericano nell’America bianca. La serie non poteva inoltre non affrontare proprio in questa New York la disparità di trattamento etnico tra il maschio bianco in crisi esistenziale e quello nero nella società bigotta degli anni Ottanta.
Eric nei primi episodi si dimostra un thriller psicologico notevole che deve capire ancora quale strada prendere. La scrittura seriale mista potrebbe essere un plus come un minus. Per ora la scomparsa di Egard è l’elemento catalizzatore di un mondo criminale e omertoso newyorkese.