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‘The Kiev Trial’: la banalità del male nell’opera di Loznitsa

Il drammatico processo a 15 nazisti, la cosiddetta ‘Norimberga di Kiev’, ha aperto la II edizione dell’UnArchive Found Footage Fest con immagini uniche e inedite. Per non dimenticare, oggi più mai.

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Non poteva esserci un modo migliore per ridare vita ai filmati d’archivio del Processo di Kiev, abbandonati e dimenticati in fondo a qualche magazzino, fortunosamente ritrovati e riassemblati dal grande regista ucraino Sergei Loznitsa, che realizzare con essi il magnifico film dal titolo The Kiev Trial, presentato nel 2022 alla Biennale del Cinema di Venezia e riproposto con grande successo a Roma, presso il Cinema Intrastevere, in apertura dell’UnArchive Found Footage Fest di Roma (II edizione).

E non poteva esserci miglior momento storico quale quello attuale per ripresentarlo, e qui il grande merito, oltre che del regista, dell’UnArchive Found Footage Fest per averlo scelto come film di inaugurazione del Festival, evidenziando l’attualità ed il monito contenuti nell’opera, non soltanto una memoria passata, ma una memoria ‘che brucia’.

Si tratta di un’opera che visivamente e narrativamente conduce lo spettatore nella Kiev innevata dell’immediato dopoguerra e che, nelle immagini esterne, di una vita quotidiana faticosamente ricominciata, mostra le macerie di ogni tipo ancora presenti dappertutto, mentre all’interno dell’aula gremita del Tribunale, mette in luce, così come a Norimberga, l’orrore del nazismo collegato alla ‘banalità del male’, di cui così bene scrisse Hannah Arendt.

Mi sono imbattuto nei filmati dimenticati del processo di Kiev – racconta Loznitsa –mentre stavo facendo delle ricerche d’archivio per Babi Yar. Context. Avendo avuto accesso a questi filmati unici, tanto potenti quanto i famosi nastri di Eichmann, ho deciso di farne un film che ricostruisse l’intero processo. Come sempre, il mio scopo è quello di immergere gli spettatori nell’atmosfera dell’aula del tribunale, di farli sentire come se stessero vedendo l’intero processo da un posto in tribuna.”

The Kiev Trial: crimini contro l’umanità, monito per il futuro

Tenutosi nel gennaio del 1946 in Unione Sovietica, The Kiev Trial, noto anche come la ‘Norimberga di Kiev’, rappresenta un’intera epoca che, esattamente come a Norimberga, intendeva dare un segnale dopo le atrocità naziste ed assicurare che i colpevoli della Shoah, gli artefici materiali di ogni genere di orrori, venissero giudicati e condannati davanti al popolo, a perenne monito per le future generazioni.

Quindici criminali, colpevoli di atrocità, poi riconosciute dal processo di Norimberga come “crimini contro l’umanità”, affrontarono la giustizia nel caso n. 1679 “sulle atrocità commesse dagli invasori fascisti nel territorio della Repubblica Socialista Sovietica Ucraina”.

Ma nessuno immaginava quanto spaventoso e distaccato, fosse il modo con cui i criminali nazisti raccontarono i loro crimini, dichiarandosi ‘colpevoli’, oppure colpevoli in parte’ o ‘rispondenti a ordini superiori’.

L’eliminazione a freddo di centinaia di civili, donne e bambini, per obbedire agli ordini del Führer e per la creazione di un nuovo ‘spazio vitale’ della Germania, prende forma dalle deposizioni dei 15 imputati chiamati alla sbarra uno dopo l’altro dai Procuratori militari che ascoltano e fanno domande circostanziate a ciascuno di loro, rispetto ai crimini commessi.

Quando l’uomo non vuole imparare le lezioni della Storia

Il Processo di Kiev fu uno dei primi processi postbellici a condannare i nazisti tedeschi e i loro collaboratori.

Utilizzando filmati d’archivio unici e inediti, Sergei Loznitsa ricostruisce i momenti chiave del processo, comprese le dichiarazioni degli imputati e le deposizioni dei testimoni, tra cui i sopravvissuti di Auschwitz e Babi Yar.

Il film mette a nudo la ‘banalità del male’ ed oggi che il popolo ucraino è nuovamente sottoposto alla violenza di barbari invasori.

Quando ho iniziato questo progetto, nella primaver del 2021 – afferma il regista – non avrei potuto immaginare, neppure nel mio incubo peggiore, che l’Ucraina sarebbe diventata nuovamente un campo di battaglia e che civili innocenti sarebbero stati ancora sottoposti a brutali violenze. Solo che questa volta i barbari invasori indossano uniformi russe. Siamo tornati ottant’anni indietro e pare che non si sia imparata alcuna lezione dalla storia recente…Spero con tutto il cuore che non si debba aspettare troppo prima che i responsabili dei crimini contro l’umanità che vengono commessi oggi in Ucraina siano assicurati alla giustizia”.

Se la Storia insegna, sembra davvero che l’uomo non voglia apprendere alcuna lezione.

Nato il 5 settembre 1964 a Kiev, dove si è laureato in Matematica Applicata e ha lavorato all’Istituto di Cibernetica, specializzandosi nell’intelligenza artificiale, Sergei Loznitsa si è laureato nel 1997 presso l’Istituto di Cinematografia dello Stato russo (VGIK) a Mosca. Il suo primo film, My joy (2010), ha debuttato al Festival di Cannes, seguito da In the fog (2012), vincitore del premio FIPRESCI, A gentle creature (2017) e Donbass (2018), Migliore Regia nella sezione a Un Certain Regard.

  • Anno: 2022
  • Durata: 106'
  • Genere: Documentario
  • Nazionalita: Paesi Bassi, Ucraina
  • Regia: Sergej Loznitsa

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